martedì 4 novembre 2008

Ae.C.I.Notizie



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Aero Club Italia approva candidatura Italia per mondiali volo libero 2011
2 Gennaio 2009 - 3:24 pm di:
G. Alegi News
Aero Club Italia approva candidatura Italia per mondiali volo libero 2011
L’Aero Club d’Italia ha concluso il 2008 con la riunione del consiglio federale presso l’Aero Club Torino. Tra le decisioni principali adottate vi è la candidatura dell’Italia per i campionati del mondo del 2011 sia per il deltaplano (da svolgersi a Monte Cucco, Perugia) che per il parapendio (Feltre, BL, che saranno organizzati dal gruppo federato "Para Delta Feltre"). È stato istituito il "Trofeo Sicurezza Volo" che ogni anno premierà con un frofeo itinerante, un attestato e 200 lt di benzina avio l’ente federato o aggregato maggiormente distintosi nella sicurezza volo. L’AECI assegnerà inoltre 72 computer notebook agli Aero Club federati nell’anno 2006 che non presentino alcuna situazione debitoria nei confronti dell’AECI e a quelli federati in data antecedente al 2006 che al 15 dicembre 2008 presentino una morosità non superiore a 6000 euro o che, comunque, stiano adempiendo con regolarità a piani di rientro prestabiliti ed abbiano inviato l’elenco soci 2008. È stata rilasciata all’associazione Volo Club Italia la certificazione di scuola VDS per apparecchi provvisti di motore per la classe ala fissa. Il consiglio federale ha stabilito di non rinnovare la convenzione con l’Aero Club Centrale Volo a Vela per l’attività di volo a vela «di alta qualificazione», di far studiare alla società Marsh spa le coperture assicurative per gli sportivi ai sensi del DPCM 16 aprile 2008 e di individuare i soggetti che devono stipularle e di introdurre alcune modifiche al regolamento sportivo nazionale. La riunione si è svolta il 20 dicembre 2008 ed il comunicato è stato diffuso il 30 dicembre.
4 Dicembre 2008 - 3:33 pm di: M. LandiNews

Il Consiglio federale dell’Aero club d’Italia, nella riunione sua ultima riunione del 29 novembre 2008 ha emesso due importanti comunicazioni. Il presidente ha informato i consiglieri sull’esito positivo del suo incontro con il ministro Tremonti a seguito del quale «dovrebbe essere sbloccato il decreto di assegnazione all’Aero club d’Italia dei 270.000 euro promessi dall’ex ministro dei Trasporti Bianchi, come contributi aggiuntivi». Per il prossimo esercizio finanziario l’ Aero club prevede difficoltà «a causa del taglio, del 25/30% che la finanziaria a previsto a carico del bilancio del CONI e che inevitabilmente peserà sulle Federazioni sportive»Il consiglio ha anche adottato diverse delibere, tra le quali la nomina a socio onorario dell’Aero club di Catania di Antonio Bardaro, «per la spiccata sensibilità dimostrata nel perseguire gli obiettivi istituzionali e la divulgazione di una conoscenza tra i giovani» e l’autorizzazione al ricovero, presso l’Aero Club di Sarzana dei cinque elicotteri di proprietà dell’Ae.C.I., in attesa di una loro definitiva destinazione.
Un comunicato dell’Aeroclub d’Italia rende noto delle decisioni prese durante la riunione del Consiglio Federale e l’assemblea ordinaria il il 24 ed il 25 Ottobre 2008 presso la sede dell’ente.In Consiglio «è stato approvato il bando per la procedura comparativa necessaria per il conferimento dell’incarico di svolgimento dell’attività tecnica per l’organizzazione di una struttura finalizzata allo studio delle specifiche problematiche» «Allo scopo di perseguire nel programma di organizzazione di una struttura finalizzata allo studio delle problematiche inerenti la sicurezza del volo e l’individuazione delle possibili soluzioni correttive, anche a seguito del protocollo di intesa sottoscritto con lo S.M.A.». Nella stessa occasione «Il Gen. Giulio Cacciatore, come Presidente, Claudio Galliani e Giuseppe Arcangeli, Rappresentanti per il VDS con apparecchi provvisti di motore, Maurizio Savino e Claudio Simonetti, Rappresentanti per il VDS con apparecchi privi di motore, sono i componenti della Commissione istituita con l’incarico di proporre un regolamento che codifichi il procedimento amministrativo per comminare le sanzioni di revoca e sospensione dell’Attestato, ai sensi dell’art. 15 del Regolamento Didattico per il VDS.Ai componenti la suddetta Commissione in rappresentanza del VDS con apparecchi provvisti di motore è stato inoltre affidato l’incarico di proporre eventuali provvedimenti relativi agli apparecchi VDS, quali il ritiro del certificato di identificazione, qualora nel corso dell’istruttoria stessa non risultino rispondenti a quanto previsto dall’art. 2 del DPR 207/93», come pure «Il Presidente ha comunicato, inoltre, l’elezione dell’Ing. Semoli quale componente per l’Aeromodellismo in sostituzione del dimissionario Arbuffi».In assemblea, recita la nota del sodalizio, «Tra i principali punti trattati dal Presidente nella sua Relazione al bilancio, lo sblocco dei fondi per il rinnovo della flotta aerea, avviata nel 2008, che ha consentito di procedere subito all’individuazione degli aa/mm da acquistare e potere, quindi nei prossimi mesi, svolgere le conseguenti gare d’appalto che consentiranno, nel corso del 2009, di assegnare gli aa/mm agli Aero Club Federati, con un conseguente innalzamento dei livelli di sicurezza ed un contenimento dei costi dell’attività didattica.Il Presidente prosegue, quindi, con l’illustrazione dei principali obbiettivi che l’Ente intende perseguire anche nel prossimo esercizio finanziario tra i quali assume un ruolo di primo piano lo sviluppo del settore aeronautico e principalmente la diffusione della cultura aeronautica tra i giovani che l’Aero Club d’Italia sta realizzando attraverso una serie di iniziative quali l’organizzazione di Convegni che fino ad oggi hanno interessato le Università di Roma, Milano, Napoli e Catania e gli stage di familiarizzazione al volo svoltisi, con gran successo, a Rieti per il secondo anno consecutivo. Nel 2009, inoltre, sarà portato a termine, dalla apposita Commissione, lo studio sulla situazione generale in Italia per la stesura definitiva di una proposta di legge in grado di rilanciare l’intero settore dell’Aviazione Generale.Molti sono ancora i progetti allo studio tra i quali:.. Utilizzare i maggiori canali di comunicazione per promuovere la cultura del volo.. Sostenere finanziariamente i giovani per il conseguimento di titoli aeronautici.. Istituire una Scuola di Volo Nazionale.. Rilanciare il Centro Federale di Volo a Vela.. Organizzare campi scuola avvalendosi della collaborazione di importanti associazioni quali gli Scout». «Inoltre - conclude il Presidente - è in fase di studio la realizzazione per il 2009 di una struttura centralizzata per l’applicazione della "Continuino Airworthiness Management Organisation" che possa essere di supporto per gli Enti Federati ed Aggregati che non intendano o non valutino conveniente adottarne una propria». In seguito si è provveduto all’esame del Bilancio di Previsione 2009 approvato all’unanimità, e del Calendario Sportivo Nazionale che tra gli eventi principali del prossimo anno riporta i W.A.G. che si svolgeranno a Torino dal 7 al 13 giugno. Infine i lavori si sono conclusi con l’elezione di Igino Coggi, Angelo Canale e Luca Biagi (membri effettivi) e di Maurizio Greco e Fabio Colussi (membri supplenti) quali componenti del Collegio dei Probiviri.

venerdì 19 settembre 2008

La Ciancia dell'Argonauta "Notizie,,





E la saga continua


29 LUGLIO ORE 18 – 19: SQUAWKING DAY

Il popolo dell’aria protesta dal cielo: domani, domenica 29 Luglio alle ore 19 “Squawking Day” contro l’auto proroga a Commissario AeCI di GIuseppe Leoni: tutti coloro che hanno un trasponder inseriranno 7001 e premeranno per due o tre secondi il pulsante ident, dando vita a una protesta che arriverà su tutti gli schermi radar d’Italia senza creare nessun problema al traffico aereo e alla sicurezza del volo, protesta che sarà seguita dalla stampa nazionale (oggi il quotidiano “La Stampa” inserisce in prima pagina nella versione cartacea l’articolo su Leoni). La gente dell’aria si ribella e inizia a farlo sapere a tutti in maniera civile e assolutamente innocua, prima che qualcuno decida di arrabbiarsi davvero.
Intanto chiediamo a RobertoMaroni, e lo facciamo con una lettera a lui indirizzata: ”Caro Segretario, chi comanda oggi nella Lega Nord?” Attendiamo risposte.
Pubblicato in News on line19 Commenti »

19 Risposte a “29 LUGLIO ORE 18 – 19: SQUAWKING DAY”

  1. Argonauta Dice: 
    Brutta consigliera l’invidia, la sete di potere, l’ignoranza!
    Giuseppe Leoni GRAZIE PER ESSERCI Argonauta
    • Volosportivo Dice: 
      Caro Tino “Argonauta”, nessuno nega a Leoni il diritto di esserci, se utilizza e rispetta le norme di legge e di democrazia. Per il Commissariamento esiste un numero di mandati, un periodo che non può essere superato ed esistono norme di comportamento e anche di opportunità (un commissario ha pieni poteri e non li deve usare per inviare con una delibera la D.ssa Cancemi in una gioielleria di Piazza di Spagna per acquistare con i fondi per la promozione del volo un orologio di lusso che ancora non sappiamo dove e a chi sia finito). Se c’è bisogno di un blitz notturno con emendamenti ad personam (contra legem! Questo sia chiaro!) inseriti addirittura nella spending review che è una cosa seria, vuol dire che c’è qualcosa che non va, o per te è una procedura normale? Puoi essere orgoglioso di quanto accaduto? Un saluto, a presto (rb)
      • Charlie Oscar 2 Dice: 
        Immagino che il commento di Argonauta sia ironico…
        Comunque dobbiamo ringraziarlo per le mosse di queste ore, in aula l’emendamento verrà certamente soppresso…
      • Argonauta Dice: 
        L’emendamento non sarà soppresso fino a prova contraria. Lo dico senza la sfera di cristallo che a quanto sembra qualcuno millanta.
        Con i pressapoco, legalisti, e soprattutto citare la spending review della quale pochi conoscono i recitati è un chiaro esercizio di supposta informatia.
        Vedremo Orgoglioso Socio NON voltagabbana di Aero Club d’Italia unico ente di riferimento per le discipline aeronautiche.
        Charlie Oscar 2, non mi risulta di aver mangiato nello stesso piatto
  2. Volosportivo Dice: 
    L’Argonauta nel suo commento era assolutamente serio, una scelta che contesto, ma rispetto (rb)
  3. Mariko Dice: 
    E bravo Tino! Due righe, tre insulti. Nemmeno ” er monnezza” avrebbe potuto far di meglio. Succede, in democrazia.
    • Argonauta Dice: 
      “Mariko” usa nome e cognome lo hanno tutti.
      Dove sono gli insulti… la coda di paglia ti si è incendiata??
      Argonauta
  4. Paolo Torrico Dice: 
    Caro Tino, a differenza di te non ho la fortuna di conoscere l’architetto Leoni, se non indirettamente per le sue battaglie autonomiste contro l’Italia e per la Padania; per questo lo vedrei sicuramente più adatto a presiedere l’AeCP (Aereo Club Padania) che non quello d’Italia. Qualcuno prima o poi gli farà notare la differenza e che non basta battezzare gli aerei, pagati con i soldi del contribuente, con i nomi dei suoi padrini politici e persino col suo stesso nome….! Converrai che già questo in un paese normale sarebbe sufficiente per cacciarlo a calci nel sedere per eccesso di ridicolo…. Eppure una cosa buona l’architetto senatore l’ha detta il 4 luglio scorso in Parlamento (quello Italiano, non quello della padania….) A proposito della spending review, come si può leggere nel resoconto della seduta, ha richiamato l’attenzione sulla necessità che la politica usi un linguaggio più comprensibile alla maggioranza dei cittadini. E bravo il nostro senatore! Aggiunga alle sue parole anche la comprensibilità dei comportamenti e allora, forse, capirà che l’ennesima proroga del proprio incarico, autoconcessa, gli italiani e soprattutto gli appassionati del volo, proprio non la possono più digerire, neanche se si trattasse di un nuovo Italo Balbo! Su una cosa invece sono d’accordo con te: l’emendamento non verrà cancellato…. “canis canem non est”. Un abbraccio Tino, ci vediamo presto al campo!
    • Argonauta Dice: 
      Ciao Paolo,
      appunto non lo conosci ma soprattutto non conosci il sottoscritto come io non conosco te se non per quelle quattro chiacchiere alla portineria dell’inferno del nostro campo .
      Si da il caso che come Socio di Ae.C.I. ho una lunga militanza compresa quella di contestatore del 4 a 1 se non ne sei al corrente fino a quando le Associazioni Sportive non erano regolamentate con le attuali leggi i “Pilotoni” del volo motore AG in assemblea avevano 4 voti e a tutti gli altri 1 un solo voto VDS compreso.
      Ed è li ci vorrebbero riportare quelli del futuro demolendo tutte le altre specialità per prendersi la fetta più grossa. Io spero di non esserci al funerale del VDS
      Come contestatore il 28 ottobre 2000 contro una vessazione da parte dell’allora presidente del sodalizio contenitore politico di voti ae.c.i., riferita ad un Socio Ae.C.I.
      Con me e altri appassionati che sono venuti a protestare in piazza Santi Apostoli in Roma istruendo una raccolta di firme presentata al presidente della respubblica. Alcuni presenti alla manifestazione al tempo cavalcarono l’evento… alcuni gli stessi cavalcano un improbabile futuro per il proprio tornaconto.
      Il fatto di conoscere da tanto tempo Giuseppe,(Da sempre appassionato Pilota non ritira lo stipendio come Presidente o Commissario di Ae.C.I.) e un caso e soprattutto personale che niente ha a che vedere con il presente e la politica solo semplice amicizia nulla di più nulla di meno, al punto che quando sono in disaccordo mi ci confronto semplicemente come si fa tra i veri AMICI che non si parlano addosso.
      Per questa conoscenza Non mi sembra di aver mai gonfiato il petto Ne per le altre mie conoscenze la politica l’ho avuta in casa, sono il cugino di un tre volte ministro ho militato dalla parte opposta soprattutto nel sociale a favore degli ultimi, ma ho sempre speso del mio mai chiesto e avuto mai nulla da altri quando ho potuto e posso faccio del bene senza chiedere un grazie a nessuno.
      Ho solo delle remore verso coloro che puppano alla greppia dello stato e non hanno mai avuto una partita IVA perché sono e rimangono non “civili” sanguisughe croniche
      In quanto a Italo Balbo ce ne fossero in questo momento di persone con le sue indiscusse capacita per il bene del Bel Paese (ma l’invidia lo ha assassinato ed è continuamente vilipeso) dall’ignoranza.
      Ciao
      Tino Gianbattista Colombo
      Argonauta
  5. Mariko Dice: 
    “I commenti sono liberi per tutti, ma saranno rimossi commenti offensivi e denigratori”. La mettiamo in pratica questa che é l’ unica regola di questo blog o facciamo all’italiana?
  6. Volosportivo Dice: 
    Sino ad oggi sono stati rimossi solo due commenti su 105 che erano offensivi e volgari, avvertendo peraltro gli interessati. La dialettica di Tino Colombo è da sempre colorita e a volte pesante, ma è dialettica, nulla di diverso da ciò che a volte leggo su VFR del quale tu, Mariko, sei ottimo moderatore (e mai mi permetterei, leggendo qualcosa che mi pare offensivo e che non condivido, di esortare i moderatori alla rimozione). L’assenza di censura, comunque, non significa che si possa scrivere di tutto, per ora siamo intervenuti solo in due casi di eccessiva e volgare pesantezza. Questi commenti, per quanto coloriti, per ora innescano risposte e, ripeto, dialettica. Forse l’asticella è un po’ alta, ma ripeto, non più alta rispetto ad altri forum. (rb)
  7. Argonauta Dice: 
    Bene ho detto quello che penso con nome e cognome in chiaro senza nascondermi dietro un nik name cosa che personalmente ritengo pesantemente ineducata e scorretta.
    Adesso posso godermi le Olimpiadi esattamente quelle che un democratico massone ci ha negato togliendoci almeno quel pezzo di orgoglio che ci avrebbe fatto sentire Nazione.
    Tino Gianbattista Colombo
    per qualcuno, pochi Argonauta
  8. Mariko Dice: 
    Beh, Tino, mi chiamo Mariko, se la cosa ti crea problemi puoi chiamarmi “signor Mariko”, così puoi distinguermi da tutti gli altri Mariko che conosci.
    RB, ok. Prendo atto che la regola é da intendersi da applicarsi all’ italiana, ovvero “chissenefrega”. Per me basta così.
    • Argonauta Dice: 
      La sua coda di paglia denota solo una discriminante voglia di censura usando una forzatura in una netiquette che non appartiene a nessuno dei due, su questo le hanno risposto in merito e in italiano da italiano.
      In quanto a darle del “signore” non se ne parla proprio, ce ne corre per uno sconosciuto gost nik name.
      Visto che non la conosco è evidente che non abbiamo mai mangiato nello stesso piatto, ne intendo farlo, soprattutto conoscere chi non si presenta educatamente con nome e cognome.
      R.B, lascio il campo visto che qui ci sono entrato per puro caso, dato che qualcuno ha postato l’avviso dello SQUAWKING DAY invadendo la mia pagina fb .
      Tino Gianbattista Colombo
      Argonauta solo per pochi
  9. Volosportivo Dice: 
    A tutti: i commenti sono liberi, se uno decide di commentare con un nickname è liberissimo di farlo, è una scelta precisa e sino ad oggi apprezzata: non occorre neanche registrarsi.
    Mariko: io non giudico se altri a casa loro fanno le cose all’italiana. Non condivido le idee di Tino Argonauta e neanche il suo modo di esporle, ma da qui a rimuovere un commento, anche colorito, ce ne passa. Così come ce ne passa fra il “colorito” e l’insulto: molte delle espressioni poco felici di Tino sono indirizzate a me, ma ovviamente lasciano il tempo che trovano, certo non le rimuovo se mi accusa di aver cavalcato questa o quella idea o di avere chissà quale mire. Esattamente come accade su VFR che ultimamente ha chiuso una discussione solo perchè scivolata malamente su argomenti religiosi, con espressioni molto pesanti nei confronti del Papa che rischiavano di mettere nei guai gli amministratori, come tu ben sai. Comunque è l’occasione per invitare tutti a toni più civili e soprattutto rispettosi delle idee degli altri, anche quando siano opposte alle proprie (rb)
    • Mariko Dice: 
      Rodolfo, non sto giudicando e non sto confrontando. Ho semplicemente chiesto se la regola, nella sua semplicità, era stata scritta per essere rispettata.Essere insultato da uno sconosciuto solo perché ho un nome non italiano mi sembrava cozzasse contro di essa, per cui mi son preso la libertà di chiedere perlomeno un chiarimento. L’ho avuto e l’ho recepito. Grazie, incidente chiuso.
      • Volosportivo Dice: 
        Nessun incidente. E permettimi anche di dire che le parole esatte di Tino ““Mariko” usa nome e cognome lo hanno tutti” non erano un insulto, semmai una qualcosa di sgangherato e totalmente fuori luogo, visto che sino a quel momento si era firmato “Argonauta” quindi era il primo a non usare nome e cognome che è un qualcosa di non richiesto, almeno qui. Forse non è neanche il caso di dare tutto questo peso alle parole. Invece per quanto riguarda la regola penso di essere stato chiaro, nessuna censura a patto di non superare limiti che al momento sono sin troppo alti, ma penso sia più importante che ognuno si possa esprimere con il proprio linguaggio, pur se sgradevole. Gli altri, poi giudicano anche quello. Ciao e grazie! Rodolfo
  10. Argonauta Dice: 
    Personalmente ritengo di non aver insultato nessuno, sono stato offeso con un pesante paragone, se qualcuno ha la coda di paglia deve vedersela con se stesso.
    Ho espresso la mia opinione e posizione liberamente senza richiedere il conforto di un avvocato non di parte.
    Evidentemente non avete null’altro da fare,
    Tino Gianbattista Colombo



Intanto chiediamo a RobertoMaroni, e lo facciamo con una lettera a lui indirizzata: ”Caro Segretario, chi comanda oggi nella Lega Nord?” Attendiamo risposte.
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10 Risposte a “29 LUGLIO ORE 18 – 19: SQUAWKING DAY”

  1. Argonauta Dice: 

    Brutta consigliera l’invidia, la sete di potere, l’ignoranza!
    Giuseppe Leoni GRAZIE PER ESSERCI Argonauta
    • Volosportivo Dice: 

      Caro Tino “Argonauta”, nessuno nega a Leoni il diritto di esserci, se utilizza e rispetta le norme di legge e di democrazia. Per il Commissariamento esiste un numero di mandati, un periodo che non può essere superato ed esistono norme di comportamento e anche di opportunità (un commissario ha pieni poteri e non li deve usare per inviare con una delibera la D.ssa Cancemi in una gioielleria di Piazza di Spagna per acquistare con i fondi per la promozione del volo un orologio di lusso che ancora non sappiamo dove e a chi sia finito). Se c’è bisogno di un blitz notturno con emendamenti ad personam (contra legem! Questo sia chiaro!) inseriti addirittura nella spending review che è una cosa seria, vuol dire che c’è qualcosa che non va, o per te è una procedura normale? Puoi essere orgoglioso di quanto accaduto? Un saluto, a presto (rb)
      • Charlie Oscar 2 Dice: 

        Immagino che il commento di Argonauta sia ironico…
        Comunque dobbiamo ringraziarlo per le mosse di queste ore, in aula l’emendamento verrà certamente soppresso…
      • Argonauta Dice: 

        L’emendamento non sarà soppresso fino a prova contraria. Lo dico senza la sfera di cristallo che a quanto sembra qualcuno millanta.
        Con i pressapoco, legalisti, e soprattutto citare la spending review della quale pochi conoscono i recitati è un chiaro esercizio di supposta informatia.
        Vedremo Orgoglioso Socio NON voltagabbana di Aero Club d’Italia unico ente di riferimento per le discipline aeronautiche.
        Charlie Oscar 2, non mi risulta di aver mangiato nello stesso piatto
  2. Volosportivo Dice: 

    L’Argonauta nel suo commento era assolutamente serio, una scelta che contesto, ma rispetto (rb)
  3. Mariko Dice: 

    E bravo Tino! Due righe, tre insulti. Nemmeno ” er monnezza” avrebbe potuto far di meglio. Succede, in democrazia.
    • Argonauta Dice: 

      “Mariko” usa nome e cognome lo hanno tutti.
      Dove sono gli insulti… la coda di paglia ti si è incendiata??
      Argonauta
  4. Paolo Torrico Dice: 

    Caro Tino, a differenza di te non ho la fortuna di conoscere l’architetto Leoni, se non indirettamente per le sue battaglie autonomiste contro l’Italia e per la Padania; per questo lo vedrei sicuramente più adatto a presiedere l’AeCP (Aereo Club Padania) che non quello d’Italia. Qualcuno prima o poi gli farà notare la differenza e che non basta battezzare gli aerei, pagati con i soldi del contribuente, con i nomi dei suoi padrini politici e persino col suo stesso nome….! Converrai che già questo in un paese normale sarebbe sufficiente per cacciarlo a calci nel sedere per eccesso di ridicolo…. Eppure una cosa buona l’architetto senatore l’ha detta il 4 luglio scorso in Parlamento (quello Italiano, non quello della padania….) A proposito della spending review, come si può leggere nel resoconto della seduta, ha richiamato l’attenzione sulla necessità che la politica usi un linguaggio più comprensibile alla maggioranza dei cittadini. E bravo il nostro senatore! Aggiunga alle sue parole anche la comprensibilità dei comportamenti e allora, forse, capirà che l’ennesima proroga del proprio incarico, autoconcessa, gli italiani e soprattutto gli appassionati del volo, proprio non la possono più digerire, neanche se si trattasse di un nuovo Italo Balbo! Su una cosa invece sono d’accordo con te: l’emendamento non verrà cancellato…. “canis canem non est”. Un abbraccio Tino, ci vediamo presto al campo!
    • Argonauta Dice: 

      Ciao Paolo,
      appunto non lo conosci ma soprattutto non conosci il sottoscritto come io non conosco te se non per quelle quattro chiacchiere alla portineria dell’inferno del nostro campo .
      Si da il caso che come Socio di Ae.C.I. ho una lunga militanza compresa quella di contestatore del 4 a 1 se non ne sei al corrente fino a quando le Associazioni Sportive non erano regolamentate con le attuali leggi i “Pilotoni” del volo motore AG in assemblea avevano 4 voti e a tutti gli altri 1 un solo voto VDS compreso.
      Ed è li ci vorrebbero riportare quelli del futuro demolendo tutte le altre specialità per prendersi la fetta più grossa. Io spero di non esserci al funerale del VDS
      Come contestatore il 28 ottobre 2000 contro una vessazione da parte dell’allora presidente del sodalizio contenitore politico di voti ae.c.i., riferita ad un Socio Ae.C.I.
      Con me e altri appassionati che sono venuti a protestare in piazza Santi Apostoli in Roma istruendo una raccolta di firme presentata al presidente della respubblica. Alcuni presenti alla manifestazione al tempo cavalcarono l’evento… alcuni gli stessi cavalcano un improbabile futuro per il proprio tornaconto.
      Il fatto di conoscere da tanto tempo Giuseppe,(Da sempre appassionato Pilota non ritira lo stipendio come Presidente o Commissario di Ae.C.I.) e un caso e soprattutto personale che niente ha a che vedere con il presente e la politica solo semplice amicizia nulla di più nulla di meno, al punto che quando sono in disaccordo mi ci confronto semplicemente come si fa tra i veri AMICI che non si parlano addosso.
      Per questa conoscenza Non mi sembra di aver mai gonfiato il petto Ne per le altre mie conoscenze la politica l’ho avuta in casa, sono il cugino di un tre volte ministro ho militato dalla parte opposta soprattutto nel sociale a favore degli ultimi, ma ho sempre speso del mio mai chiesto e avuto mai nulla da altri quando ho potuto e posso faccio del bene senza chiedere un grazie a nessuno.
      Ho solo delle remore verso coloro che puppano alla greppia dello stato e non hanno mai avuto una partita IVA perché sono e rimangono non “civili” sanguisughe croniche
      In quanto a Italo Balbo ce ne fossero in questo momento di persone con le sue indiscusse capacita per il bene del Bel Paese (ma l’invidia lo ha assassinato ed è continuamente vilipeso) dall’ignoranza.
      Ciao
      Tino Gianbattista Colombo
      Argonauta


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Dai voltagabbana non c'è da aspettarsi altro, eppure scrive con un romano buonista caro Maroni quasi fosse un miltante padano
R.B. sei ridicolo e fuso
Tino


Appena inviata alla mail di Roberto Maroni
da parte dell'amico Rodolfo Biancorosso, Direttore di "Volo Sportivo", che bene interpreta i dubbi di i Volatori

"Caro Maroni,
sono il direttore del mensile cartaceo Volo Sportivo, della testatawww.volosportivo.com e http://volosportivo.wordpress.com/

Mi sono ripetutamente occupato negli ultimi due anni del Sen. Giuseppe Leoni e della sua recente gestione dell'Aero Club d'Italia con un dissenso spesso forte.
Oggi, però, di fronte all'emendamento che lo stesso Leoni ha presentato per auto prorogarsi (contra legem) ancora per un anno alla carica di Commissario Straordinario AeCI, emendamento ad personam inserito la scorsa notte nel maxi emendamento governativo sulla spending review, mi chiedo perchè tanto disperato accanimento nel mantenere una poltrona pur avendo l'intera base dei praticanti del volo contro.
L'inserimento con un blitz notturno in un decreto che ha ben altri significati ha causato l'interessamento della stampa nazionale, dal Sole 24 al Fatto Quotidiano, a La Stampa che oggi sbatte Leoni in prima pagina sull'edizione cartacea, una inaspettata visibilità mediatica che non credo giovi alla Lega Nord in questo momento.
Io le scrivo solo per chiederle se lei, Segretario del partito, sia stato messo a conoscenza di questo blitz, se è concordato con la Lega Nord (ed eventualmente in cambio di cosa) e, se così non fosse, per sapere da lei chi oggi comanda veramente nella Lega Nord.

Grazie per l'attenzione, un cordiale saluto
Rodolfo Biancorosso"
Mailing List Hangar@ulm.it. Per modifiche o cancellazioni inviare un messaggio a chicco@ulm.it

PECCIOLI

L'ultimo saluto a Duccio Tosti, il 32enne deceduto in un incidente aereo

Tutto il paese e i tantissimi amici hanno salutato il giovane impegnato a livello culturale. Il padre Carlo è sempre ricoverato all'ospedale di Pisa
16/07/2012 - 12:26
Si sono svolti ieri, domenica 15 luglio, a Peccioli, nella chiesa di San Verano, i funerali di Duccio Tosti, il 32enne scomparso in un drammatico incidente aereo con un ultraleggero guidato dal padre Carlo, fuori pericolo di vita ma ancora ricoverato all’ospedale di Pisa. L’incidente è avvenuto la scorsa settimana a Chiusdino, in provincia di Siena, dopo il decollo del piccolo velivolo.
Per Duccio troppo gravi le ustioni dopo che l’aereo si è incendiato in seguito all’impatto. Il suo cuore si è fermato al Centro grandi ustionati di Pisa dove era arrivato già in condizioni disperate.
Padre e figlio erano partiti a bordo del loro ultraleggero dall’Aeroclub di Capannoli dove il padre è socio da tantissimi anni. E’ lui che ha trasmesso la passione del volo al figlio, prima con un deltaplano, poi con un ultraleggero. Mercoledì 11 luglio, dopo essere ridecollati da Pian di Feccia sono precipitati e l’aereo ha preso fuoco.
Duccio, oltre al padre, ex bancario, lascia la madre Fernanda Pinzi, ex insegnante alle scuole e anche consigliera comunale.
Duccio era un’anima girovaga e sempre attenta agli stimoli culturali. La passione per il giornalismo era viva fin da ragazzo, dopo aver svolto vari stage in alcuni giornali toscani, aveva anche aperto un profilo su Facebook dal titolo “Duccio in Asia” per testimoniare dei suoi viaggi e delle sue passioni.
Gli amici ieri e in questi giorni su internet hanno ricordato anche il compagno di avventure di Duccio, Ruggero Nocchi, anche lui di Peccioli, scomparso ormai un anno fa per una grave malattia.
Entrambi grandi tifosi viola lo stesso Duccio aveva voluto commemorare l’amico con alcuni striscioni allo stadio ‘Artemio Franchi’ durante una gara della Fiorentina. 

 

La tragedia dell'ultraleggero "Siamo scossi, forse è stato un errore"


Parla il vicepresidente dell'Aeroclub
Precipita ultraleggero: nella foto il luogo dove il velivolo ha preso fuoco. Al centro la vittima, Duccio Tosti (Foto Cdv Vigili del fuoco di Siena)
Pisa, 12 luglio 2012- «IN ITALIA volano più di diecimila ultraleggeri, per centinaia di migliaia di ore di volo. E gli incidenti, leggeri, gravi o tragici, sono meno, statistiche alla mano, rispetto a quelli in auto, in moto o altri mezzi di locomozione e sport...».

Parla Salvatore Iacono, vicepresidente dell’Aeroclub. Insieme alla segretaria Barbara Guidi, anche ieri mattina Iacono era il campo di volo, con la segretaria Barbara e altro soci. La mattina dopo il giorno della tragedia che è costata la vita a Duccio Tosti, 32enne, giornalista free lance e nel quale è rimasto gravemente ferito il padre Carlo, 67enne, ex dipendente della Banca Toscana. E’ piccolo ma attrezzatissimo l’aeroporto lungo la strada della Fila nel comune di Capannoli. Di cui rappresenta un’attrazione, con continui voli, partenze e atterraggi “sulla testa” e negli occhi di migliaia e migliaia di automobilisti in transito. Un’aviosuperficie nata quarant’anni fa al Romito, area però troppo stretta e quasi inaccessibile, poi trasferito nella sede attuale. Da lì, dalla pista verde del campo intitolato alla memoria di Federico Chiti, morto in un incidente di volo vent’anni or sono, era partito mercoledì l’ultraleggero con padre e figlio a bordo. Partenza tranquilla intorno alle 8, rotta verso il Senese, atterraggio alle 10 sull’aviosuperficie di Pian di Treccia, successivo ripartenza alle 11.40 e tragedia in fase di decollo, molto più probabilmente provocata da un colpo di vento.
Conosce bene Carlo Tosti?«E’ un amico e un nostro socio da tempo. Da quando è andato in pensione, quasi tutti i giorni è qui con noi, ha maturato una grande esperienza ed è prodigo di consigli per tutti».
Ma visto che si intende molto di ultraleggeri, come spiega questo incidente?«Fra le varie cause di episodi come questo, guasto al motore, errore umano e condizioni atmosferiche avverse, questi ultimi a volte sono intersecati fra loro. Mi sembra che in questo caso si possa parlare più che altro di errore. Può starci, ma, ripeto, fanno parte delle possibilità. Ci dispiace per Carlo che ha perso il figlio. E ci dispiace tanto per la famiglia alla quale siamo vicinissini in queste ore. Ci dispiace anche perché è il primo incidente grave che riguarda direttamente un nostro socio».
Ma gli incidenti, anche in questa zona, sono già stati tanti, fino a quello dell’anno scorso nella zona di Cascina.«Ripeto, non tanti in relazione alle tantissime ore di volo. Certo, mi rendo conto, che possano fare impressione».
Il vostro campo di volo andrà avanti?«Abbiamo 160 soci e 80 aerei, abbiamo attività varie e apprezzate. Il momento è ovviamente di dolore, ma la passione per il volo, e le considerazioni sulla non eccessiva pericolosità della nostra attività, restano. E sono dati concreti e validi».
Mario Mannucci

PRECIPITA ULTRALEGGERO: MUORE TRENTENNE, IL PADRE È GRAVE


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na, nello schianto al suolo il velivolo ha preso fuoco. Il giovane aveva ustioni sull'80% del corpo
L'incidente è avvenuto a Pian di Feccia




Precipita ultraleggero: nella foto il luogo dove il velivolo ha preso fuoco. Al centro la vittima, Duccio Tosti (Foto Cdv Vigili del fuoco di Siena)
Precipita ultraleggero: nella foto il luogo dove il velivolo ha preso fuoco. Al centro la vittima, Duccio Tosti (Foto Cdv Vigili del fuoco di Siena)


Siena, 11 luglio 2012 - Un ultraleggero è precipitato, in tarda mattinata, a Pian di Feccia (SI). A bordo c'erano padre e figlio, pisani, Carlo Tosti del 1945 e il figlio Duccio del 1980. Il giovane purtroppo non ce l'ha fatta, nonostante i tentativi di salvarlo da parte dei medici pisani. Il ragazzo aveva riportato ustioni sull'80%del corpo.
I due erano decollati dall' avioclub Valdera di Peccioli (PI) ed erano arrivati a Pian di Feccia. Da qui, poco prima di mezzogiorno, dopo una breve sosta, erano di nuovo decollati. All'improvviso, forse a causa del forte vento, il loro velivolo è precipitato. Nello schianto al suolo ha preso fuoco. Il figlio, con ustioni sull'80% del corpo, era stato trasferito al Centro grandi ustionati di Pisa. Il padre è stato provvisoriamente trasferito alle Scotte di Siena.
Sono in corso le indagini della procura per far luce sulla dinamica dell'accaduto. Quel che è rimasto del velivolo, sistrutto dalle fiamme, è stato sequestrato. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, icarabinieri e l' Elisoccorso







CRONACA

Si schianta ultraleggero
Muore un trentenne

La vittima si chiamava Duccio Tosti. Non ancora chiare le cause dell'incidente. Era sul velivolo insieme al padre, che ha ustioni sul 25 per cento del corpo

Un ultraleggero è precipitato, prendendo fuoco, a Pian di Feccia, nel comune di Chiusdino. Sul velivolo si trovano padre e figlio. Il più giovane, Duccio Tosti, 32 anni, è morto oggi pomeriggio, inutili i tentativi di salvarlo da parte dei medici pisani. Il padre Carlo, che ha 67 anni, ha ustioni sul 25 per cento del corpo e verrà trasferito a Pisa, al centro grandi ustionati. Non chiare le cause dell'incidente. Il velivolo era decollato dall'Avioclub Valdera di Peccioli poco prima di mezzogiorno. Sul posto vigili del fuoco, carabinieri e l'elisoccorso.


Il padre di Duccio Tosti, è un ex bancario in pensione con la passione del volo e che da alcuni anni era socio dell'Aeroclub di Capannoli. I due, secondo quanto spiegato da responsabili dell'Aeroclub, erano decollati da Capannoli poco prima delle 13 per una gita.
Tra le cause dell'incidente non viene esclusa anche una raffica di vento.


Duccio Tosti si occupava di comunicazione e aveva lavorato presso le redazioni di alcune testate giornalistiche. Anni fa ha fatto uno stage anche alla redazione fiorentina di Repubblica.




Duccio Tosti, la vittima del tragico incidente aereo




Ultraleggero come una palla di fuoco, si schianta a terra. Muore un 32enne, gravissimo il padre. Sono di Peccioli



Duccio Tosti non ce l'ha fatta, troppo gravi le ustioni su circa l'80% del corpo ed è stato trasferito al Centro grandi ustionati di Pisa. Non chiare le cause dell'incidente

11/07/2012 - 18:24


Un ultraleggero è precipitato, prendendo fuoco, a Pian di Feccia, nel comune di Chiusdino.
Sul velivolo si trovavano padre e figlio, entrambi della provincia di Pisa.
Il figlio, 32enne, Duccio Tosti è morto a causa delle gravi ustioni riportate su circa l'80% del corpo, era stato trasferito al Centro grandi ustionati di Pisa.
Il padre, 67enne, Carlo Tosti, è rimasto gravemente ferito nell'incidente, riportando ustioni e fratture: l'uomo, ricoverato inizialmente al policlinico di Siena, è stato poi trasferito all'ospedale di Pisa, si valuta il ricovero nel centro grandi ustionati
Non chiare le cause dell'incidente.
I due abitano a Peccioli.
Carlo Tosti è un ex bancario in pensione con la passione del volo e che da alcuni anni era socio dell'Aeroclub di Capannoli.
Il figlio Duccio, laureato in Scienze della Comunicazione a Siena, aveva svolto alcuni stage nella sede di Firenze di Repubblica, presso il Tirreno di Livorno e presso La Nazione nel capoluogo toscano. Aveva anche collaborato a Facoltà di Frequenza, la radio dell'ateneo senese.
I due, secondo quanto spiegato da responsabili dell'Aeroclub, erano decollati da Capannoli poco prima delle 13 per una gita.
Tra le cause dell'incidente non viene esclusa anche una raffica di vento. 
Il velivolo era decollato dalla Valdera poco prima di mezzogiorno ed era atterratto, a quanto pare a Pian di Feccia.
Sul posto vigili del fuoco, carabinieri e l'elisoccorso.






La scena dell'incidente
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Precipita ultraleggero: muore un ragazzo di 32 anni, grave suo padre

Decollati dall'Aeroclub di Capannoli (Pisa) per una gita, hanno perso il controllo del velivolo vicino a Chiusdino (Siena) per cause da accertare. Il ragazzo, Duccio Tosti è morto. Gravissime le condizioni del padre, Carlo. La famiglia vive a Peccioli (Pisa). L'articolo

Ultraleggero precipita e prende fuoco
muore trentenne, gravissimo il padre

Decollati dall'Aeroclub di Capannoli per una gita, hanno perso il controllo del velivolo vicino a Chiusdino per cause da accertare. Il ragazzo, Duccio Tosti è morto. Gravissime le condizioni del padre, Carlo
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    Un ultraleggero è precipitato, prendendo fuoco, a Pian di Feccia, nel comune di Chiusdino. Sul velivolo si trovavano padre e figlio, Carlo Tosti del 1945 e Duccio Tosti del 1980. Il ragazzo è morto in seguito alle ferite e alle ustioni: inutile il trasferimento di emergenza al Centro grandi ustionati di Pisa. Il padre, ex bancario in pensione, si trova al policlinico di Siena in condizioni gravissime. Sul posto vigili del fuoco, carabinieri e l'elisoccorso.

    I due, secondo quanto spiegato dai responsabili dell'Aeroclub, erano decollati da Capannoli poco prima delle 13 per una gita. Non chiare le cause dell'incidente, non viene esclusa anche una raffica di vento.

    Duccio Tosti, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Siena, aveva lavorato come giornalista nelle redazioni di alcuni giornali toscani. Alcuni anni fa aveva anche svolto uno stage alla redazione livornese del Tirreno.


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    Pian di Feccia incidente con ultraleggero che prende fuoco morto Duccio Tosti 32 anni grave il padre Carlo

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    ULTRALEGGERO SI SCHIANTA E VA A FUOCO
    MUORE DUCCIO, 32 ANNI. GRAVE SUO PADRE
    SIENA – Un aeroplano ultraleggero è precipitato ed ha preso fuoco questo pomeriggio a Pian di Feccia, nel comune di Chiusdino. Sul velivolo si trovano padre e figlio Carlo Tosti, ex bancario in pensione, e Duccio. Il ragazzo, 32 anni e varie collaborazioni giornalistiche per alcuni quotidiani toscani, non è sopravvissuto alle ustioni su circa l’80% del corpo ed è morto al Centro grandi ustionati di Pisa dopo un tentativo di curarlo. Il padre intanto  è stato trasferito dal policlinico di Siena a Pisa e le sue condizioni sono molto gravi, con ustioni sul 25% del corpo. Non chiare le cause dell’incidente. Il velivolo era decollato dall’Avioclub Valdera di Peccioli poco prima di mezzogiorno. Sul posto vigili del fuoco,
    Categor
     carabinieri e l’elisoccorso.
    da leggo.it


    Paracadutismo nuovo sport olimpico? 
    Tanta adrenalina e un po’ di paura

    All’inizio la paura è tanta ed il divertimento è minimo, con il tempo le proporzioni si invertono, si acquista maggiore sicurezza in se stessi e si riesce ad apprezzare al meglio l’ebbrezza del volo

    Cosma Ferrarese
    paracadutismo
    ROMA – Sono passati quasi cinquecento anni da quando Leonardo da Vinci, nel 1514, disegnò il primo paracadute. Un prototipo a forma piramidale con base quadrata e vertice rivolto verso l’alto. I cinesi pare lo conoscessero già a partire dal XIV secolo. Il concetto era dunque chiaro già da secoli ma si dovrà attendere il secondo decennio del Novecento e la Prima Guerra Mondiale, parallelamente allo sviluppo dell’aviazione militare, per assistere al primo impiego operativo su larga scala di questo formidabile strumento di salvataggio per i piloti dei velivoli danneggiati in combattimento. D’altro canto quasi tutte le conquiste della tecnica sono direttamente o indirettamente collegate con gli investimenti nel settore della sicurezza militare.
    La diffusione della comunicazione per immagini ha contribuito a far sì che il paracadutismo, nato come necessità squisitamente militare, diventasse anche una disciplina sportiva moderna che, in un futuro non lontano, potrebbe diventare addirittura uno sport olimpico. Notevoli, indubbiamente, le differenze che intercorrono tra il paracadutismo militare e quello sportivo a partire dalla forma del paracadute, “tondo” o “ad ala”, e dal tipo di apertura che può essere “a fune di vincolo” o “comandata”.
    CHI E’ IL PARACADUTISTA- Cosa fa nella vita? Perché si lancia? È un coraggioso o un pazzo? “Un po’ pazzi e un poeti ma il fior fior degl’italiani”, recita il ritornello di una canzone dei paracadutisti ripreso da un verso della “Canzone del Quarnaro” di Gabriele D’annunzio. Di fatto un esercito di praticanti delle più svariate tipologie fra cui impiegati, manager, dirigenti d’azienda, personaggi dello spettacolo; oltre, ovviamente, ai paracadutisti in congedo (coloro che hanno prestato servizio di leva come paracadutisti militari) e coloro che aspirano a conseguire il brevetto per avere un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie dei concorsi militari.
    SENSAZIONI UNICHE – Misurarsi con se stessi, vincere le proprie paure, riuscire a volare; quale che sia la motivazione è impossibile affrontare il lancio senza una precisa determinazione. L’attività aviolancistica comporta almeno due sensazioni fondamentali ineliminabili: la paura ed il divertimento. All’inizio la paura è massima ed il divertimento è minimo; con il tempo le proporzioni si invertono, si acquista maggiore sicurezza in se stessi, si riesce ad apprezzare al meglio l’ebbrezza del volo (l’eterno sogno dell’uomo) ed a godere del leopardiano sovrumano silenzio che si percepisce dopo l’apertura del paracadute, quando il rombante motore dell’aereo è lontano così come i rumori di fondo che si percepiscono al suolo.
    Anche coloro che quotidianamente effettuano più e più lanci sanno che la paura, per quanto minima, accompagna sempre il paracadutista. È quella paura radicata nell’istinto che vorrebbe trattenere l’uomo con i piedi per terra; una sensazione che, se non dominata, annichilisce e riduce alla stagnazione più totale. Perché il lancio nel vuoto è anche una sfida alle leggi della natura. Ma il paracadutista sa che dentro di se ha il coraggio; deve solo cercarlo e, trovatolo, riuscirà ad ingabbiare la paura ed avrà la determinazione giusta per affrontare consapevolmente il rischio. Non c’è velleitarismo né improvvisazione bensì una meticolosa preparazione che, con l’esercizio, sarà supportata dall’esperienza. La paura è infatti anche un ottimo deterrente contro l’impreparazione e la superficialità; è ciò che consente di conservare quella lucidità mentale per eseguire a dovere tutte le procedure di lancio.
    LE ASSOCIAZIONI – Composita dunque la realtà del paracadutismo sia come specialità militare che come pratica sportiva civile. Nell’ambito più specificamente militare l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, suddivisa in oltre 130 Sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale, è costituita da coloro che prestano o hanno prestato servizio come paracadutisti militari (soci ordinari), da coloro che, militari o civili, abbiano effettuato i lanci per conseguire il brevetto rilasciato dall’Autorità Militare (soci aggregati) e dai soci simpatizzanti. Un’associazione a carattere eminentemente patriottico che, oltre a tener vivo l’amore per la patria e la memoria dei paracadutisti caduti nell’adempimento del dovere, non lesina l’impegno nel sociale ogni qualvolta la sua collaborazione sia richiesta o si renda utile. Anche in occasione del sisma che recentemente ha colpito l’Emilia, l’ANPd’I non ha fatto mancare il proprio contributo di solidarietà anche attraverso l’intervento fattivo dei propri associati in soccorso degli sfollati.



    LIMATOLA

    Incidenti e lutti, stop al "Volturno fly"

    Ferme le attività dell'Aeroclub dopo la tragedia di sabato in cui sono morti il presidente e Angelo Graziano

    CASERTA — Un destino crudele ha spezzato tre vite e un sogno che sembrava essere diventato realtà. L'Aereoclub Volturno Fly di Limatola rischia di non sopravvivere al suo presidente, Gerardo Vaiano, che sabato ha perso la vita, con Angelo Graziano, al termine del primo aeroraduno campano, organizzato proprio da Gerardo e da Michele Varone, suo amico e braccio destro, entrambi di Portico.
    Le attività del centro sono sospese. Ieri, lunedì, avrebbe dovuto iniziare il campo scuola di protezione civile e fra qualche giorno era in programma la Giornata dell'Unitalsi (alla seconda edizione) durante la quale i disabili, assistiti dagli operatori, avrebbero provato l'emozione del volo. Invece, tutto è fermo. Nessuno sembra aver voglia di fare più nulla. Troppo doloroso per i collaboratori di Vaiano riprendere le attività senza di lui. «Era l'anima di questo centro, una volontà di ferro che neppure la morte del figlio Agostino, caduto anche lui con un velivolo leggero pochi mesi fa, lo aveva fiaccato» racconta Michele Varone, quasi incredulo per l'incidente che gli ha strappato l'amico di sempre, il compagno di tante battaglie in nome della comune passione per il volo. «Ormai è finita» dice, inconsolabile, Michele. «Gerardo era per me un fratello e Agostino un figlio. Senza di loro niente ha più senso».

    I SACRIFICI - E così si spegne il sogno di cui lo stesso Gerardo aveva parlato con il Corriere del Mezzogiorno, la domenica precedente la sua tragica scomparsa. «Siamo riusciti a realizzare questo centro fra mille sacrifici e difficoltà di ordine economico e finanziario» si sfogava in quell'intervista. Mentre ricordava i tanti no ricevuti in provincia di Caserta per la concessione di un'area dove realizzare il campo di volo fino a quando non trovò accoglienza nel comune di Limatola, in provincia di Benevento ma vicinissimo a Caserta. Allora cominciò a concretizzarsi quel progetto, ambizioso, ma ormai possibile. Gerardo ci credeva con tutte le sue forze. «Vedrà cosa diventerà questo campo fra un paio d'anni» diceva fiducioso, immaginando grandi cose, un'aerostazione di formazione e di manutenzione di eccellenza a servizio degli aerei ultraleggeri, un polo per gli amanti del volo. Invece, un incidente di cui si cercano le cause, come anche per quello che aveva colpito il figlio, ha spezzato progetti e speranze di un uomo di cui molti hanno conosciuto la tenacia, la disponibilità e la voglia di aiutare gli altri.
    Lidia Luberto03 luglio 2012© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Il professor Leonardo Di Paola dona un aereo per il Congo




    Un’iniziativa di beneficenza originale per aiutare concretamente il Congo.
    Uno dei problemi atavici dell’Africa è l’assenza o scarsità di infrastrutture, che complicano la vita degli abitanti e rendono difficili le comunicazioni: pensate che per spostarsi da un punto all’altro di uno Stato come la Repubblica Democratica del Congo occorre impiegare mezzi diversi e giorni interi di viaggio. Nel caso specifico parliamo di un vescovo, il Monsignor Ambongo Fidolin Besungo, cui sono affidate 2 diocesi a Kinshasa, che è stato recentemente in visita a Roma. Il problema dei mezzi di trasporto è dimostrato dal fatto che il Monsignore impiega 15 giorni al mese per i suoi viaggi, tempo sottratto alla sua attività pastorale.
    Perciò si segnala un’originale iniziativa di solidarietà che dà un aiuto concreto al vescovo: il dono di un velivolo ultraleggero da parte di UNICA, Unione Nazionale Italiana Comparto dell’Aviazione, che si è messa in contatto con Ambongo tramite dei missionari laici e la volontà del Professor Leonardo Di Paola, socio e presidente onorario dell’associazione.
    Il trasporto aereo su un ultraleggero, infatti, consente un risparmio di costi notevole e una concreta diminuzione dei tempi di percorrenza. Per questo UNICA, assieme ad altri finanziatori, si è prodigata per realizzare e regalare un velivolo ad Ambongo, che è stato istruito anche per pilotarlo autonomamente e per ripararlo in caso di guasto. Secondo Leonardo Di Paola, che è anche architetto oltre ad essere appassionato di volo, riparare questo tipo di aeroplani richiede la competenza di un meccanico e quindi non è particolarmente difficile imparare gli interventi di manutenzione principale. Anche questa è solidarietà, con l’auspicio che il Congo impari presto a volare anche in altri settori.

    Scritto il 26 giugno 2012 alle 17:24

    da 

    L’eco dei miei passi a Kabul

    Evento del 07/08/2012 
    L´eco dei miei passi a Kabul






    Media voti: L’eco dei miei passi a Kabul - Voti: 0 
    Presentazione del testo di Giuseppe Amato
    GROTTOLESarà presentato il 7 agosto p.v. a Grottole (MT) “L’eco dei miei passi a Kabul”, il testo firmato dal lucano Giuseppe Amato - giovane ufficiale dell’Esercito italiano - pubblicato nella collana  "Testimonianze fra cronaca e storia - Le nuove guerre" di Mursia  editore.
    Il testo, che sta riscuotendo ampi consensi di critica e pubblico, si compone di flash di vita vissuta in Afghanistan dal capitano Amato quattro anni fa presso  il Comando NATO a Kabul nell'ambito della missione ISAF.
    Con uno stile semplice e diretto, il capitano racconta la sua avventura umana professionale, riportando con obiettività il passaggio complesso che l'Afghanistan sta attraversando. Alternando la descrizione di momenti tragici - l'attentato in cui morirono sei militari della Folgore - ad  episodi leggeri in cui le distanze con la nostra realtà sono  notevolmente ridotte e stemperate da una sana ironia, l'ufficiale con  le sue parole offre al lettore una serie di istantanee coinvolgenti.
    Una testimonianza "in presa diretta", un volume prezioso per comprendere il lavoro - spesso difficile ma sempre svolto con passione - dei militari italiani nei teatri di guerra.
    L'autore Giuseppe Amato, nato a Matera nel 1975, ha frequentato l'Accademia Militare di Modena e la Scuola di Applicazione a Torino. Laureato in Scienze Strategiche e Informatica, ha partecipato a diverse missioni all'estero e attualmente  presta servizio presso lo Stato Maggiore della Difesa.



    Reggio Calabria, Il Fronte della Gioventù ha 40 anni ma non li dimostra


    La manifestazione di sabato 9 giugno 2012, alle 19 in piazza Camagna, ribollente di passione, per ritrovare una Comunità militante da sempre in cammino per edificare la civiltà dell’uomo, affascinata dall’inesplorato e dall’avventura,dedicata al compianto giornalista Domenico Calabrò, che è stato segretario provinciale del FdG di Reggio Calabria negli anni ’70, era stata preceduta da un’apposita conferenza stampa, tenuta a”Palazzo San Giorgio”; con la partecipazione di Giuseppe Agliano e Nicola Malaspina del Centro Studi “Tradizione e Partecipazione”, Daniele Romeo e Beniamino Scarfone del gruppo consiliare comunale del Pdl e Luigi Amato di Giovane Italia. Erano stati illustrati i dettagli dell’evento che prevedevano la presenza di ex dirigenti e militanti del FdG , provenienti da diverse località e del presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti,  ex segretario nazionale.” Noi abbiamo una storia e una cultura che vengono da lontano  e stasera   la Destra reggina, quella storica, vuole lanciare un messaggio, rivolgendosi soprattutto ai giovani, per fare crescere la nostra città. C’è bisogno di coesione per dare un futuro a Reggio e c’è bisogno che tutti facciano per intero il proprio dovere. I nemici di Reggio sono sempre alle porte e per questo bisogna essere uniti e fare fronte”. Ma anche del sindaco della Città della “Fata Morgana”, Demetrio Arena. Il senatore Renato Meduri, fresco e pimpante come un giovane “camerata”
    REGGIO CALABRIA, IL FRONTE DELLA GIOVENTỦ HA 40 ANNI, MA NON LI DIMOSTRA. UNA RIMPATRIATA NEL SALOTTO BENE DELLA CITTÁ DELLA “FATA MORGANA”, PER RITROVARSI, CONTARSI, RACCONTARSI, FARE IL PUNTO IN VISTA DEI FUTURI CIMENTI, CHE IN UN DIVENIRE CONTINUO E FRENETICO, GIÁ, BUSSANO ALLE PORTE

    Almirante Giorgio qui con Gianfranco Fini, Gasparri e Grilz
    Il Fronte della Gioventù,  nato dalla fusione della Giovane Italia con il Raggruppamento Giovanile degli Studenti e dei Lavoratori fu operativo nel 1972. Anima e corpo del Movimento Sociale Italiano, il F.d.G. non è stato solo l’organizzazione giovanile del partito, ma una fortezza di anime, una scuola di coraggio e una palestra di idee.  Una rimpatriata, non per celebrare una ricorrenza, né un anniversario. Negli interventi è stata rivisitata al ralenti, la storia di quella moltitudine di ragazzi e ragazze ribelli ed incoscienti, impegnati politicamente, innamorati della propria Patria e della propria Terra, animati da spirito di servizio per passione civile e non alla ricerca di una mera collocazione.
    Storia di amore e di battaglie, di fede e di ideali, di gioie e di sofferenze, di giovani entusiasmi, di coraggio e di speranze per l’avvenire. Un’esperienza, che fu prima umana e poi politica
    Domenico Salvatore

    REGGIO CALABRIA-Facciamo il pieno con il giornalista Luigi Palamara. Un trittico thrilling e mozzafiato, in una manciata di minuti; quasi fossimo, una palla di gomma, pronta a rimbalzare da un capo all’altro della Città del bergamotto e dei Bronzi di Riace. Dapprima in Questura, per la cattura di…Arsenio Lupin. A seguire alla Villa Comunale per la deposizione di una corona, dentro il Terremoto (maremoto) del 1908. Amarcord con la Storia e con la tragedia di due città (Reggio e Messina), rase al suolo e cancellate con un colpo di spugna. Anzi di Tsunami. Terzo appuntamento quasi simultaneo, in Piazza Camagna.
    Biagio Camagna (Reggio Calabria, 31 gennaio 1858 – Reggio Calabria, 30 luglio 1922) è stato un avvocato, politico e pubblicista italiano. Entrò nella vita pubblica della sua città a 24 anni, eletto consigliere comunale nell’agosto 1882 con 360 voti e nominato assessore al contenzioso nella giunta presieduta dal sindaco Fabrizio Plutino. Chiusa rapidamente questa sua prima esperienza amministrativa, Camagna si dedicava all’attività forense, già esercitata dal padre Giovan Battista, e si cimentava nell’attività giornalistica. In una provincia con punte di analfabetismo che arrivavano in alcune zone aspromontane al 95%, Camagna fondava e dirigeva storiche testate reggine, come “Ferruccio”, “Lo Spartaco” e soprattutto “La Provincia di Reggio Calabria” schierata su posizioni vicine alla Sinistra Storica liberale. Da quelle pagine, e nei primi anni di attività politico-amministrativa, Camagna si metteva in evidenza sul fronte liberal-democratico e sosteneva le sue maggiori battaglie in relazione al potenziamento del porto di Reggio Calabria.
    In questa storica piazza, arrivano lentamente un sacco ed una sporta di ex “camerati” o ex “fascisti”, che hanno scritto pagine indelebili della Storia di questa Repubblica; di questo Paese. Primo fra tutti il senatore, Renato Meduri.

    Senza nulla togliere a Michele Barbaro, (Nato il 23 maggio 1894 a Reggio di Calabria Professione: Avvocato, docente universitario, agricoltore). Un gruppo ben amalgamato, compatto, coordinato e coeso, che ha tagliato traguardi a non finire. Basta (ri)vedere, come abbia ricordato il senatore Ciccio Franco, eroe della Rivolta di Reggio, in un nostro precedente servizio… “Al convegno nell’auditorium “Nicola Calipàri” di Palazzo Campanella, per celebrare il ventesimo anniversario della scomparsa del senatore Ciccio Franco, leader riconosciuto della “Rivolta di Reggio”, esponente di prima grandezza della Destra nazionale, i termini più gettonati sono stati”i ricordi, la memoria storica, le rimembranze”. Sono importanti elucubrazioni, che aiutano a crescere. Sulla base  del passato, si vive il presente e si costruisce il futuro. Sicuramente fanno bene alla salute. L’ex ministro Altero Matteoli (sindaco, consigliere provinciale, deputato e senatore della Repubblica, esponente del MSI-Dn ecc.), un personaggio emerito della Repubblica, è rimasto sorpreso e meravigliato per la presenza così massiccia  di cotante persone di diversa estrazione sociale, personaggi e personalità, “arrampicati” sulle gradinate; della gente, sprofondata sulla comode poltroncine dell’auditorium “Nicola Calipàri”, adagiato sulla collinetta di “Palazzo Campanella”; sede del Consiglio Regionale della Calabria.I preliminari, sono stati usati per i saluti e per lo scambio di convenevoli. Peppe Agliano, che ha organizzato tutto nei minimi dettagli si è rivelato anche un ottimo anfitrione. Ha saputo anche, allungare il brodo, in attesa dell’arrivo del Governatore, ‘padrone di casa’, bloccato dal traffico; come se non bastassero gl’impedimenti istituzionali.

    Ma il “popolo nero”, arrivato in massa per onorare senatore Ciccio Franco, non si è annoiato. Il segno inequivocabile del carisma esercitato dal leader del MSI calabrese e reggino. Anzi ascolta in religioso silenzio e si compiace. Quando poi, prende il pallino in mano, l’inossidabile senatore Renato Meduri, un “padre della patria”, rapisce tutti con il suo incedere soft e tenace che funge da collante; da richiamo. Come il mago di Hamelin. L’onda dei ricordi travolge la platea. Anche perché Meduri, nonostante abbia superato i settanta da un pezzo, conserva intatta la grinta ed il mordente del suo vissuto ( consigliere comunale, consigliere regionale, senatore per quattro volte, funzionario del Banco di Napoli, autorevole esponente del Comitato Centrale e della Direzione Nazionale del MSI). Parte piano, ma poi in progressione diventa un fiume in piena. “Un popolo senza memoria, non ha futuro”. Ed intanto sorride a Ciccio Russo seduto nelle prime file dell’auditorium, un eroe di quei giorni indimenticabili che passarono alla cronaca, alla Storia. Battaglia, Reale, Falcomatà, Dieni. Zoccali, Calafiore, Perna. Il più grande di tutti, considerato un maestro, tuttavia è sicuramente il senatore Michele Barbaro, tenente colonnello degli Alpini, Medaglia di bronzo, docente universitario, agricoltore.Prende fiato Renato Meduri, che va in brodo di giuggiole. Poi comincia a coniare aggettivazioni roboanti per quel leggendario personaggio, avvocato, parlamentare per tre legislature, vicepresidente del gruppo del MSI. C’è spazio nel suo pen-drive, anche per altri mitici rappresentanti…Nino Tripodi, Lillo Valenzise, Mico Zoccali, Carmelo Crea.

    Lo spazio della sua memory-card è quasi tutto dedicato a Ciccio Franco, nel ventesimo anniversario della scomparsa. E cita, tutta una serie di episodi. Compresi i mandati di cattura ingiusti…Quella volta che si doveva decidere la nascita dell’Ordine Regionale dei Giornalisti della Calabria e Ciccio Franco, doveva presenziare a Napoli, sede allora dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e della Calabria. Rischiò di finire in galera. Comunque ci finì a Regina Coeli, dove trascorse un’ingiusta detenzione.  Ciccio Franco fu il leader della rivolta di popolo. Povero fra i poveri. Dietro di lui, non c’erano lobbies, potentati economici o di altro tipo…E tu onore di pianti Ettore avrai”. Lo storico di fama nazionale Franco Arillotta, ha raccontato un paio di episodi sulle relazioni interpersonali con il personaggio:io democristiano, lui missino. Il nipote dello scomparso, Antonio Franco, non poteva fare il “Cicero pro domo sua” e tuttavia nemmeno poteva esimersi. Un intervento breve, asciutto, efficace per ribadire i concetti di fondo, già esaltati da altri. Ma sulla “Rivolta di Reggio” non ammette repliche:”Fu veramente popolare”. Ciccio Franco subì 23 processi. Boia chi molla! per difendere e tutelare la città, duramente attaccata su più fronti. Il sindaco Demetrio Arena, ha ricordato la figura di Ciccio Franco; un uomo che ha messo a repentaglio la propria vita per difendere la città; come Renato Meduri, Natino Aloi, Antonio Dieni e tanti altri.

    Sebbene stiano tornando le medesime strumentalizzazioni, speculazioni e demagogìa. Noi diciamo che prima vengano gl’interessi della città e dei Reggini. Rispettando i canonici tre minuti hanno parlato diversi oratori.Compreso il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Il leader di terza generazione, forgiato all’ombra dei patriarchi della Destra calabrese e reggina. Non risparmia gli aggettivi, Scopelliti:”Mi disse un giorno, devi darmi del tu!”. Non ce l’ho fatta e gli chiedo scusa. Il !tu” gliel’ho dato nella lettera post mortem. Bisogna amare la città “sempre” . Non solo quando si governa. Ciccio Franco, ci ha insegnato a saper stare in maggioranza, ma anche all’opposizione. Per poter reggere agli attacchi scriteriati e strumentali. Come quelli che sono sotto i vostri occhi. Un’aggressione feroce. Noi siamo uomini liberi. Ci siamo opposti all’affarismo perverso, alle scelte scellerate che venivano operate altrove, con gli strumenti che la democrazia ci offre. Chi doveva difendere Reggio, non l’ha fatto ed ancora, c’è chi voglia svendere la città” Renato Meduri, non si limita a moderare. Ogni tanto suona il… violino. “La parola passa ora al “camerata Altero Matteoli:” Sono un “laico” in mezzo a voi.  Che volete che vi dica di tutte le menzogne che vengono dette. Lenin diceva:” Le bugìe ripetute mille volte al giorno, diventano realtà.Vi invidio. Io sono un giramondo e non vedo da nessuna parte queste cose straordinariamente meravigliose. Dopo vent’anni, ancora parlate del  vostro idolo delle folle, come se non fosse mai morto. Quanti personaggi degni di questo nome in giro per il mondo hanno fatto imprese eccezionali eppure non vengono mai ricordati. E rivede un flash in speed-back.

    Alla trattoria “Toscana” di Roma:lui, Ciccio Franco  e  Beppe Niccolai. “Io livornese, lui pisano. Una città come Livorno  rossa al’70% , ha avuto un altro ministro “fascista”, dopo Gian Galeazzo Ciano.Il listone a cui lavorarono Berlusconi, Gianni Letta, io e Gianfranco Fini a cui era morta la mamma in nottata. Ma partecipò ugualmente alla riunione. Stiamo vivendo un’Italia senza partitocrazia. Una democrazia, non vive senza i partiti.. Prendete le usanze di certi politici:un computer, l’i-pad, un i-phone per scorrere le agenzie. Un onorevole, forma partito; un presidente, forma  partito; un assessore forma partito; un segretario, un consigliere forma partito eccetera”. Molti vorrebbero intervenire nel dibattito, ma l’ora tarda incombe. C’è spazio solo per i convenevoli, baci, saluti ed abbracci e qualche fugace battuta, presa al volo dai microfoni, appena inquadrata dalle telecamere. Anche lo scrivente ha conosciuto il leader della rivolta, l’uomo, il politico e ne ha apprezzato le qualità e l’umanità. Personaggi come Italo Falcomatà, amati da tutti i ceti sociali e da qualsiasi estrazione politica. Autentici padri della patria. Come Renato Meduri, un uomo senza tempo.”. Il Fronte della Gioventù è stata l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. Nacque nel 1972 dalla fusione dell’organizzazione studentesca Giovane Italia con il Raggruppamento Giovanile degli studenti e lavoratori del MSI. All’indomani della nascita di Alleanza Nazionale, con il congresso di Rieti del 1996, si trasformò in Azione Giovani. Storia
    La fusione tra Giovane Italia e Raggruppamento Giovanile
    Nel tentativo di superare tale impasse e creare una organizzazione dei giovani di destra più forte e articolata, all’inizio degli anni settanta Massimo Anderson e Pietro Cerullo, fecero confluire i principali movimenti giovanili di destra del tempo, ossia la Giovane Italia e il Raggruppamento Giovanile degli studenti e lavoratori del MSI, in un nuovo soggetto politico chiamato “Fronte della Gioventù”.L’unione avvenne contestualmente alla nascita del MSI-DN, (Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale), il partito che vide l’unione tra il Movimento Sociale Italiano, da sempre legato all’esperienza della Repubblica Sociale Italiana, e il Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica, partito conservatore filo monarchico. Una quota minoritaria degli scritti del PDIUM rifiutò di riconoscersi in una piattaforma comune con gli eredi del fascismo e si scisse fondando Alleanza Monarchica. I rimanenti iscritti del PDIUM confluirono nel nuovo MSI-DN. A livello giovanile, vista l’impronta ideologica e la composizione dell’organizzazione, il Fronte della Gioventù può essere considerato come la più consistente organizzazione giovanile di carattere neofascista nell’Italia della Prima Repubblica.
    La violenza politica
    Come per molte altre organizzazioni del tempo che non avevano una linea politica improntata al solo ambito istituzionale, il Fronte della Gioventù si misurò con la violenza politica che segnò i cosiddetti anni di piombo.La dimensione violenta dello scontro politico che coinvolse i militanti del FdG con le forze politiche avverse, in particolare quelle della Sinistra extraparlamentare, causò la morte di tanti attivisti di destra e di sinistra. I delitti più noti furono quelli dei ragazzi del Fronte della Gioventù Sergio Ramelli, Francesco Cecchin e Paolo di Nella. L’escalation di violenza di quegli anni culminò con la strage di Bologna del 2 agosto 1980, per la quale furono condannati i neofascisti Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. Alcuni militanti del Fronte della Gioventù confluirono, negli anni ’70, in diversi gruppi neofascisti tra i quali Ordine Nuovo, Terza Posizione e Lotta Popolare. Alcuni militanti romani passarono al cosiddetto “spontaneismo armato”, e crearono i Nuclei Armati Rivoluzionari, una delle principali organizzazioni terroristiche dell’estrema destra italiana. Tra i membri più famosi vi furono tra gli altri Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti.
    Gli anni ’80
    Fini seduto, ad un corso nazionale del Fronte della Gioventù a Montesilvano nel 1980, insieme a Giorgio Almirante, con a destra gli allora dirigenti nazionali del FdG Maurizio Gasparri e, seduto, Almerigo Grilz. Nonostante le numerose difficoltà, il Fronte della Gioventù continuò ad attirare un notevole numero di giovani, colpendo l’attenzione di molti osservatori politici.Nel 1977 l’autonomia del FdG rispetto al MSI fu seriamente compromessa: in seguito ad una scissione interna al partito e all’abbandono dello stesso da parte di Massimo Anderson dopo il congresso del gennaio 1977, Giorgio Almirante commissariò questa organizzazione, e il 7 giugno scelse, come da statuto, tra i primi sette dirigenti eletti al congresso nazionale giovanile, come nuovo segretario del FdG Gianfranco Fini, allora venticinquenne.Nello stesso anno nacque il fenomeno, ispirato dall’ambiente giovanile rautiano, dei Campi Hobbit e della cosiddetta Nuova Destra. Fu la stagione in cui anche a destra esplose il fenomeno delle radio libere e in cui nell’ambiente del Fdg nacquero giornali di “fuoriuscita” dalla destra istituzionale, quali Dissenso e il foglio satirico La voce della fogna. Nel medesimo ambiente di destra cominciarono a diffondersi le musicassette di gruppi di musica alternativa quali La Compagnia dell’anello, gli ZPM, gli Amici del Vento e di vari cantautori di area, fra cui Leo Valeriano, Fabrizio Marzi, Michele di Fiò, Massimo Morsello e altri ancora. Nacquero i movimenti ambientalisti Gruppi Ricerca Ecologica e, alcuni anni dopo, Fare Verde; a partire da metà degli anni ottanta gli studenti del FdG vennero organizzati nell’organizzazione Fare Fronte per il contropotere studentesco, che in diverse città italiana diede vita a cortei e occupazioni di istituti superiori.

    All’interno del movimento, intanto, lo scontro fra finiani e rautiani (che si riconoscevano in Gianni Alemanno, Marco Valle e Fabio Granata) continuava particolarmente acceso. Fini rimase in carica sino al 1988, quando passò ad occuparsi esclusivamente del partito, lasciando il posto proprio ad Alemanno.La Segreteria di Gianni Alemanno, che faceva capo alla componente rautiana (minoritaria nel MSI-DN, ma maggioritaria in quegli anni nel Fronte) si caratterizzò rispetto alla gestione Fini per una più spiccata linea movimentista e per la ripresa di tematiche antiamericane ed antioccidentali: a questo proposito va ricordata la manifestazione di protesta compiuta nel 1989 durante la visita di George H. W. Bush al cimitero americano di Nettuno, che culminò con l’arresto di 11 militanti del Fronte tra i quali l’allora segretario Gianni Alemanno e il dirigente nazionale Fabio Rampelli.
    Primi anni ’90 e scioglimento
    In quegli anni venne creata la figura del presidente del Fronte della Gioventù e ne venne nominato Maurizio Gasparri, facente capo alla componente finiana, creando così di fatto una diarchia interna, che aveva lo scopo di evitare tensioni correntizie e di consentire un parziale controllo dell’organizzazione giovanile da parte maggioranza interna dell’MSI-DN.Nel settembre 1990, alla festa nazionale del Fronte della Gioventù a Siracusa, intervenne il magistrato Paolo Borsellino, insieme al parlamentare regionale del MSI Giuseppe Tricoli, Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri e all’allora vicesegretario del FdG Fabio Granata.Si susseguirono poi alla guida del Fronte della Gioventù il calabrese Giuseppe Scopelliti e il siciliano Basilio Catanoso, che la traghettò in Azione Giovani.Infatti in seguito alla svolta di Fiuggi del gennaio 1995 con la nascita di Alleanza Nazionale, nel 1996 fu organizzato a Rieti un congresso nazionale giovanile a cui presero parte i rappresentanti delle organizzazioni giovanili storiche del Movimento Sociale Italiano (Fronte della Gioventù, di Fare Fronte e Fronte Universitario d’Azione Nazionale), che si sciolsero nella nuova organizzazione giovanile di An: Azione Giovani.
    Politici, giornalisti e intellettuali
    Del Fronte della Gioventù hanno fatto parte molti esponenti di Alleanza Nazionale e oggi del Pdl e di FLI, oltre a Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno, vi hanno militato Ugo Martinat, Luciano Buonocore, Ignazio La Russa, Roberto Menia, Carlo Ciccioli, Italo Bocchino, Adolfo Urso, Mario Landolfi, Salvatore Tatarella, Riccardo De Corato, Fabio Granata, Enzo Raisi, Nicola Pasetto, Stefano Saglia, Viviana Beccalossi, Guido Virzì, Stefania Paternò, Fabio Fatuzzo. Ambientalisti d’avanguardia come Paolo Colli e anche un cantautore di successo come Sergio Caputo. E poi diversi giornalisti, scrittori e intellettuali come Adalberto Baldoni, Fausto Biloslavo, Pietrangelo Buttafuoco, Umberto Croppi, Aldo Di Lello, Alessandro Di Pietro, Angelo Mellone, Flavia Perina, Almerigo Grilz, Stefano Schiavi, Generoso Simeone, Luciano Lanna, Vito Orlando, Filippo Rossi, Alberto Samonà, Gennaro Sangiuliano, Stenio Solinas, Marco Tarchi, Annalisa Terranova, Marcello Veneziani, e altri ancora.
    Organizzazione
    L’iscrizione al Fronte della Gioventù era aperta ai giovani che avevano compiuto il 14º anno di età e non superato il 26° (o il 28° se si trattava di dirigenti).Le iscrizioni non erano “automatiche”, ma venivano accettate solo dopo un certo periodo di frequenza e di militanza e dopo aver seguito riunioni e corsi di formazione; ciò al fine di far aderire solo persone con una certa preparazione politica e con cognizione di causa. Inoltre per entrare a far parte del Fronte della Gioventù bisognava essere presentati da un altro militante; nessuno poteva iscriversi senza conoscere un esponente del Fronte che lo presentasse agli altri militanti.L’iscrizione al Fronte della Gioventù era distinta ed autonoma rispetto all’iscrizione al Movimento Sociale Italiano; ciò a testimonianza di una certa autonomia del movimento giovanile rispetto al partito di riferimento.Proprio per questo motivo gli associati venivano suddivisi in militanti e aderenti: i militanti erano i giovani che risultavano contemporaneamente iscritti sia al MSI che al FdG, gli aderenti invece erano i giovani che risultavano iscritti soltanto al FdG.
    I Quadri
    Il Fronte della Gioventù si articolava in due settori: la “corporazione studentesca” e le “formazioni giovanili nel lavoro”, ognuna delle quali aveva un suo Consiglio Nazionale e in tutte le province e i comuni d’Italia i propri quadri corrispondenti. C’erano poi il settore “stampa e propaganda” e il settore “attivisti”.Il segretario del FdG nominava poi una “direzione nazionale” di una ventina di componenti, cui faceva parte di diritto il presidente del FUAN. A livello provinciale il Fronte della Gioventù era organizzato tramite un segretario provinciale (che faceva parte di diritto della giunta provinciale del MSI) coadiuvato da un direttivo; negli istituti scolastici, in cui l’organizzazione era presente, era nominato un responsabile (detto fiduciario). I dirigenti nazionali e i segretari provinciali eletti (che erano iscrtti al MSI), partecipavano di diritto ai congressi nazionali del partito.Segretari nazionali, Massimo Anderson (1972-1977); Gianfranco Fini (1977-1988); Gianni Alemanno (1988-1991); Riccardo Andriani (1991-1993); Giuseppe Scopelliti (1993-1995); Comitato di reggenza (1995-1996); Basilio Catanoso (1996-1996).Moltissimi di questi personaggi li abbiamo visti e rivisti. Alcuni,che vanno per la maggiore li abbiamo pure visti crescere e non soltanto politicamente. Compreso, Peppe Scopelliti…” Credo che manifestazioni come questa siano la migliore risposta possibile alla crescente disaffezione dei cittadini e alla montante antipolitica. Con il Fronte abbiamo cominciato in tanti a fare politica e farla per grandi ideali e grandi battaglie sostenendo sempre i più deboli. Ci sarebbe ancora bisogno di una scuola come quella che è stata il Fronte, perché oggi ci sono troppe persone che s’improvvisano politici e così fanno tanti danni Se oggi sono Governatore della Calabria, lo debbo a voi, che mi avete sostenuto, sorretto, aiutato, incoraggiato”. Anfitrione della serata l’inossidabile uomo senza tempo, Peppe Agliano, che ha scoperto il segreto dell’eterna giovinezza.

    Conserva ancora i capelli neri ed i neuroni efficienti e funzionali; riesce ad emozionarsi come ai bei tempi, quando cantava…” Salve o popolo di eroi, /salve o Patria immortale,/ son rinati i figli tuoi/ con la fede e l’ideale./ Il valor dei tuoi guerrieri/ la vision dei tuoi pionieri/ la vision dell’Alighieri/ oggi brilla in tutti i cuor./Giovinezza, giovinezza,/ primavera di bellezza,/ nella vita nell’asprezza/ il tuo canto squilla e va!/ Per Benito Mussolini/ E per la nostra Patria bella, eja eja alalà./…” Oppure…” Faccetta nera, bell’abissina /Aspetta e spera che già l’ora si avvicina!/ quando saremo insieme a te,/ noi ti daremo un’altra legge e un altro Re./Faccetta nera, piccola abissina/, ti porteremo a Roma, liberata/. Dal sole nostro tu sarai baciata/, Sarai in Camicia Nera pure tu/.Faccetta nera, sarai Romana/ La tua bandiera sarà sol quella italiana!/ Noi marceremo insieme a te/ E sfileremo avanti al Duce e avanti al Re!/”. Mette il freno a mano, ma i nomi partono e si sganciano dall’ippocampo…Nicola Malaspina, Peppe Ficara, Beniamino Scarfone, Carmelo Mercurio, Turano, Arcudi, Natoli, Calabrò, Fedele, Giarmoleo, Sbano, Lupis, Cutrupi, Malaspina, Paviglianiti.  Scroscia come le cascate a Niagara Falls.

    Quando viene chiamato il nome di Titta Valenzise, parte una standing ovation. Il sistema limbico di molti cervelli, fibrilla incontenibile come le corde di un violino. Un en plein di emozioni, brividi, souspences, fremiti e palpitazioni. “Camerati” che non si vedevano da anni ed anni. Alcuni hanno perso i capelli, altri li conservano, ma sono canuti od ingrigiti, ma hanno messo su pancetta; ci sono pertiche, rimaste talis et qualis come i grissini. In pedana anche Luciano Vigna, Pasquale Laganà e così via. L’astina di mercurio delle emozioni s’impenna come il Machu Picchu. Si rischia, di vedersi saltare il tappo della valvola mitralica. Leader incontrastato di tutti questi partiti e movimenti, Peppe Scopelliti, osannato, riverito, idolatrato dalla platea, come in preda al delirium tremens. Lui si schermisce, schiva, si destreggia, ma suo malgrado, non può sottrarsi al bagno di folla e di passato. Prima delle elezioni politiche, passerà ancora un annetto sulla poltrona di Presidente della Giunta Regionale. Poi deciderà, se optare per il Parlamento o rimanere a Catanzaro. Tempi di liste e listarelle, possibilmente catalogate e bollate come “civiche”. Ma il giornalista Luigi Palamara, candidato a Presidente della Provincia di Reggio Calabria, sino a qualche giorno dalla scadenza dei termini utili, con una lista civica (aveva in tasca l’elenco dei candidati ed il nome della lista civica) è stato un pioniere. Il mèntore Renato Meduri, ascolta, osserva e medita e non si scomoda più di tanto…” Ansimando fuggía la vaporiera/Mentr’io cosí piangeva entro il mio cuore;/E di polledri una leggiadra schiera/Annitrendo correa lieta al rumore. /Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo /Rosso e turchino, non si scomodò: /Tutto quel chiasso ei non degnò d’un guardo/E a brucar serio e lento seguitò./.Domenico Salvatore























  • Corriere della Sera 
  •  
  • Esteri 

  • NELLA CAPITALE UCRAINA

    Kiev, si schianta un aereo: 5 morti, 13 feriti

    L'aeroporto internazionale è chiuso per un forte temporale
    Disagi per i viaggiatori coinvolti nelle attività di Euro 2012

    Cinque persone sono morte e 13 sono rimaste ferite in un incidente aereo avvenuto non lontano dalla capitale ucraina Kiev. Un piccolo aereo sarebbe precipitato a causa del maltempo. La notizia si apprende da fonti ufficiali. Nel frattempo l'aeroporto internazionale della città è chiuso a causa di un forte temporale che imperversa sulla zona e i voli vengono dirottati su Dnipropetrovsk.
    SCUOLA DI PILOTAGGIO - Lo schianto è avvenuto all'aeroporto Borodyank, 50 km a ovest di Kiev: un piccolo aereo, un Let L 410 Turbolet che stava cercando di atterrare, è stato travolto dal forte vento, secondo il Ministero per le Emergenze ucraino. A bordo del velivolo c'erano 16 allievi paracadutisti e due membri dell'equipaggio.
    Redazione Online10 giugno 2012 | 17:33


    L'astronauta Vittori
    nella Puglia che fa volare
    di EUSTACHIO CAZZORLAMONOPOLI (BARI) - Dalla cloche dello Shuttle a quella del Blackshape. Visita dell’astronauta Roberto Vittori alla piccola e giovane azienda monopolitana che prende il nome dal velivolo biposto che spopola in 22 Paesi al mondo. Un piccolo gioiello di aerodinamica e potenza, con un’avionica da fare invidia. È capace di atterrare in appena 180 metri, con un’autonomia media di 1400 chilometri e 5 ore di volo a 275 chilometri orari, ma soprattutto è interamente progettato, prodotto e assemblato, in un capannone della zona industriale a metà strada fra Bari e Brindisi.

    Il Blackshape ha attirato l’attenzione dell’astronauta italiano che dopo due missioni Soyuz, il 16 maggio di un anno fa è salito sulla navetta spaziale Shuttle per l’ultimo viaggio dell’Endeavour, il penultimo dell’intero progetto Shuttle avviato il 12 aprile del 1981. E ieri mattina Vittori, ufficiale dell’Aeronautica militare e pilota collaudatore, con il vicepresidente della Regione, Lore - dana Capone, assessore regionale allo Sviluppo economico, ha varcato la soglia della Blackshape per conoscere da vicino la giovane azienda monopolitana che in appena 3 anni ha già dimostrato come si può essere competitivi anche in Puglia mettendo in tiro la produzione verso nuovi impensabili mercati, con innovazione, qualità e tanta voglia di fare. Caratteristiche tipiche di chi lavora con grinta, quella dei 30 addetti, età media, manco a dirlo, 30 anni. I soci sono Angelo Petrosillo (direttore vendite), Luciano Belviso (amministratore unico) e l’imprenditore monopolitano cav. Vito Pertosa che detiene la maggioranza del pacchetto azionario. E così con il piccolo monorotore di casa Blackshape oltre che a ore di volo l’azienda macina anche fatturati da fare invidia.

    «Qui abbiamo investito sulle idee dei giovani - sottolinea Loredana Capone -. La loro idea è stata scelta dal Bando Principi attivi, poi sostenuta da Start up d’im - presa e da Imprese innovative. Blackshape è la dimostrazione come l’aerospazio produce risultati con l’innovazione della qualità».
    Un’iniezione di fiducia in un momento in cui la crisi raffredda gli umori «e invece bisogna puntare sui giovani per fare uscire le imprese dalla crisi - rincalza la Capone - perché c'è una prospettiva non solo per i nuovi settori, ma anche per quelli tradizionali, come l’agroalimentare per esempio». E poi parla di un miracolo tutto pugliese «lo dicono i rapporti di Svimez, Istat e Banchitalia, qui le esportazioni aumentano». In Blackshape si fa tutto, a cominciare dai materiali. Il velivolo ultraleggero ha una scocca in prepreg di tessuto di carbonio, che è il segreto della leggerezza della coda del Boeing 777.

    Ma è la forma e l’elettronica che hanno incuriosito Vittori che si è anche detto disponibile a volare sul Blackshape ed ha azzardato una strabiliante ipotesi «potrebbe essere, per praticità ed economicità, il futuro degli aerei addestratori, anche militari». «Ma servono le infrastrutture che gli altri competitor hanno - rilancia Angelo Petrosillo -. La più banale è un aeroporto industriale e per questo lanciamo un appello ai Comuni da Mola di Bari a Ostuni, per trovare la giusta location sapendo che siamo anche disposti a investire» perché così questo splendido esempio di vivacità imprenditoriale abbia le stesse possibilità di sviluppo dei suoi competitor all’estero.

    La tappa successiva per Vittori è stata Modugno, per far visita alla Sitael di Nicola Zaccheo, anch’essa controllata da Pertosa, che produce componenti elettroniche per l’industria aerospaziale. Un viaggio di una mattinata per toccare in Terra, cielo e Spazio, «confini che presto saranno destinati a cadere» ha presagito l’astronauta italiano che già pensa a un mondo non poi così tanto lontano in cui la mobilità sarà, perché no, con macchine volanti capaci di atterrare in poco spazio, magari sui tetti degli ipermercati trasformati in aeroporti per «mono» e «biposto» ultraleggeri e a quattro ruote.




    VENEZIA

    Marina Militare, festa d'anniversarioE  i militari sfilano con un fiocco giallo per solidarietà ai due Marò in India

    Il Comandante Ertreo: «La marineria italiana affonda le sue radici nella marineria della Serenissima».

    VENEZIA - Saranno la storica nave scuola Amerigo Vespucci, attraccata davanti a Piazzetta San Marco, e l'unità anfibia San Marco, in onore alla città di Venezia, a rappresentare le navi della squadra navale e a rendere gli onori al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il tradizionale «Saluto alla voce», in occasione venerdì del momento più importante delle celebrazioni per il 151/mo anniversario della Marina Militare. Le diverse iniziative in programma a Venezia per la Festa della Marina Militare sono state presentate alla Scuola navale militare Francesco Morosini di Venezia, che festeggerà nell'occasione i suoi 50 anni di attività. «È una festa per i marinai e una festa per la Nazione», ha sottolineato Maurizio Ertreo, comandante dell'Istituto studi militari marittimi e direttore delle cerimonie. «Con questa manifestazione - ha proseguito il contrammiraglio - la Marina militare vuole dare un messaggio articolato, trovando sinergie e ringraziando, in occasione della ricorrenza dell'impresa di Premuda del 10 giugno 1918, le persone che servono la Nazione con umiltà e le loro famiglie che danno loro supporto».
    Ertreo ha poi ricordato il «legame indissolubile» che lega la Marina a Venezia. «La marineria italiana - ha spiegato - affonda le sue radici nella marineria della Serenissima. Con orgoglio, vogliamo dire che questo modo di pensare è nato qui a Venezia e noi marinai ne siamo custodi e diretti discendenti: è per questi motivi che la Marina, che tiene molto a Venezia, ha voluto questa sede per la sua festa». Nel programma di eventi, avviati già il 2 giugno, per giovedì sera è previsto, al Teatro La Fenice, un concerto di beneficienza della Banda Musicale con raccolta fondi per le popolazioni dell'Emilia Romagna colpite dal terremoto. Venerdì, dalle 11 alle 12, in Piazza San Marco, il momento della celebrazione aperta con la resa degli onori al Presidente della Repubblica. Poi, seguiranno le decorazioni delle bandiere della Marina Militare (ordine militare d'Italia classe cavaliere) e del Morosini (medaglia d'argento al merito di Marina), oltre alla consegna della medaglia d'argento al merito anche all'ufficiale Gianluigi Reversi, già guida del contingente italiano ad Haiti a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto. Prima della conclusione, è previsto il giuramento solenne degli allievi del Morosini. «Il nostro istituto - ha sottolineato il comandante della scuola, Sandro Palone - è parte integrante della Marina Militare e di Venezia, che non può esistere senz'acqua». Palone ha infine ricordato i numeri della scuola: 158 allievi, 35 dei quali donne, con circa 740 domande ricevute per i 68 posti a bando per l'anno scolastico 2012/13.
    Tutti i militari della Marina schierati in Piazza San Marco venerdì prossimo per la festa del 151/o anniversario della Marina Militare appunteranno sull'uniforme un fiocchetto giallo in segno di solidarietà con i marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, liberi su cauzione in India. Lo ha annunciato il contrammiraglio Maurizio Ertreo, direttore delle cerimonie, prevedendo che anche molte persone in borghese aderiranno all'iniziativa del «yellow ribbon», nata dall'ufficio stampa della Marina, riprendendo una tradizione degli antichi Romani, per ricordare alla comunità chi era in guerra, già rispolverata in occasione della guerra del Vietnam. «È un segno concreto di vicinanza - ha spiegato Ertreo - di tante persone a questi due nostri colleghi e amici. Noi saremo in Piazza per celebrare tutti i marinai italiani, di ieri e di oggi, e non possiamo dimenticare quelli attualmente lontani dalle loro famiglie, particolarmente quelli che vorrebbero essere a casa e non possono. In particolare, questi due nostri colleghi non saranno fisicamente presenti in piazza San Marco, ma sicuramente lo saranno nel cuore di tutti noi. E sono convinto che anche il capo di Stato maggiore della Marina, che ci rappresenta tutti, conoscendone la sensibilità e l'attenzione, non ho nessun dubbio che dedicherà uno spazio nel suo discorso per ricordarci questa vicenda, nell'attesa che si risolva, spero in breve tempo per quanto la Nazione sta facendo per loro». (Ansa)

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    PARAPLEGICA, PARACADUTISTA E TESTARDA

    IL TIRRENO del 6 Giugno 2012
    La disabilità non è una diversità, ma una condizione che non ci permette di fare tutto, però a volte molto di più di chi può fare tutto». E’ un vulcano Laura Rampini, 39 anni, l’unica donna al mondo paracadutista con paraplegia. «Sono nata a Sigillo, vicino a Gubbio, la capitale mondiale del volo libero. Fin da piccola avrei voluto provare questa esperienza ma i miei genitori, molto protettivi, me l’avevano impedito. A 19 anni mi sono sposata, andando a vivere a Ravenna, e ne avevo 22 e un figlio di 14 mesi quando a causa di un incidente d’auto dopo sette giorni di coma ho riaperto gli occhi e dal collo in giù non muovevo niente. Un anno ricoverata in ospedale, la riabilitazione, tanta forza di volontà. Perché volevo essere mamma e moglie a tutti gli effetti. E dare sfogo alla mia passione, lanciarmi col paracadute. Ho cominciato nel 2007, l’anno dopo ho preso il brevetto e dopo 74 lanci in tandem – per vedere come reagiva il mio corpo – ho cominciato a buttarmi giù da sola. Ora sono già a trecento lanci e vi assicuro che è una gioia indescrivibile…».
    Ha il sole negli occhi Laura Rampini, che all’evento “Happy Hand – sport senza barriere” di Monte San Pietro è venuta a raccontare la sua incredibile esperienza, a trasmettere con il cuore tutta la sua effervescenza. Ricevendo in dono una targa con la scritta “il cielo ha i tuoi colori”. «Non riuscendo a fare l’arco con il corpo mentre scendo – racconta – mi lancio con una cintura da 8 chili di peso e per atterrare ho ideato un meccanismo, acquistato in un negozio per rocciatori, con una carrucola autobloccante che mi permette di tirare su le gambe prima dell’atterraggio.
    Che avviene con il sedere, protetto da uno strato di neoprene. Com’è andata? Benissimo, mai un graffio. In compenso mi sono rotta una vertebra uscendo dalla vasca da bagno…Due mesi di letto e quattro con il busto». Laura Rampini è un inno alla gioia. E dopo Luca, il primogenito (19 anni), ha voluto un altro figlio, Nico che ora ha 14 anni. «I figli – continua – sono i miei più grandi sostenitori, mi seguono ovunque. E io dopo il paracadutismo ho voluto provare sci, sci nautico, il kart, il quad. A 15 anni volevo farmi suora, poi mi sono ascoltata. Non sono un supereroe, se faccio delle cose è soltanto perché si possono fare. Quando la vita ti dà uno schiaffo se ti fermi a piangere ne arriva un altro. Anche noi disabili abbiamo un cuore e una testa che ci dicono cosa si può fare, nessuno riesce a essere perfetto: io per esempio non posso salire una rampa di scale, devo prendere l’ascensore. Ma l’uomo è un essere con tante risorse, se ti manca una cosa puoi acquistarne altre».
    Così insieme a Filippo Landi, paraplegico dal 2005 e plurimedagliato nel nuoto, ha creato il progetto “Liberamondo”, promosso dall’associazione “Liberhando” (fondata da loro stessi), per avvicinare i disabili al mondo dello sport e dei viaggi. Andando in giro col camper, simbolo della ritrovata autonomia, in Italia, Europa, Stati Uniti (anche sulla mitica Route 66) e Australia, per mappare i luoghi accessibili ai turisti disabili e farne una guida. E poi collabora con le Unità Spinali di Firenze e Montecatone (a Imola), dove aiuta chi deve ricominciare a vivere dopo traumi irreversibili. «Cerco di motivare le persone attraverso la mia esperienza. A tutti dico: anch’io ho pianto come voi, mi sono arrabbiata come voi. Vivevo di passato, perché il presente mi faceva stare male e il futuro non esisteva. Poi ho deciso che volevo vivere e ora mi sento serena. Ho accettato la carrozzina, però non sono rassegnata. Spero che la scienza ci aiuti con le cellule staminali, ma vivo bene lo stesso. Perchè la vera libertà è essere sereni dentro. Bisogna che il paziente abbia una speranza per il dopo e tu che quel percorso l’hai già fatto diventi motivante, ti nutri di queste cose. Anche se poi è la singola persona che deve fare lo scatto dentro di sè, decidere di svoltare». Laura ha svoltato, è diventata un inno alla vita. Va in televisione, incontra gente, incoraggia gli altri, organizza eventi, è ospite a tanti convegni, «dove però spesso i politici si riempiono la bocca con promesse per i disabili che poi cadono nel vuoto». Di recente ha ricevuto la proposta di fare un film-documentario sulla sua vita – le riprese inizieranno a settembre – e l’ha presa al volo («i soldi che mi daranno li metterò nell’associazione Liberhando»), incontra le altre associazioni. Ed esprime un sogno: «Mi piacerebbe che le associazioni di disabili e volontariato presenti su ogni territorio si unissero per sostenere e condividere i vari progetti di aiuto. Perché ogni associazione è un sussurro, tante invece diventano un grido». Sempre in viaggio, iperattiva, ma soprattutto mamma. Infatti ogni giornata comincia preparando la colazione ai figli. I suoi tesori del cuore

    SolarImpulse attraversa il Mediterraneo

    6 giugno 2012 – 07:41Nessun Commento


    L'atterraggio del Solar Impulse stanotte a Rabat (Youtube.com)

    SolarImpulse è giunto a Rabat, in Marocco, alle 00:30 di questa notte. L’aereo svizzero a energia solare, pilotato da Bertrand Piccard, era partito da Madrid 19 ore prima. La distanza percorsa è stata di 830 km. Per gli ideatori del velivolo ultraleggero completamente alimentato a energia solare, si tratta di un risultato storico.
    “Sono emozionato, i marocchini hanno preparato bene il volo, sono fiero di loro e li ringrazio” ha detto il pilota elvetico Bertrand Piccard al suo arrivo a Rabat. Per l’equipe di SolarImpulse, quello di stanotte è stato un risultato storico: in 19 ore di volo, il velivolo solare ha coperto gli 830 chilometri che separano la capitale amministrativa marocchina a Madrid. Si tratta di un tassello fondamentale verso la realizzazione di velivoli con impatto ambientale zero che in futuro dovranno sapere sfruttare al meglio le energie rinnovabili come quella solare da sostituire all’inquinante e carissimo petrolio. Il volo su Rabat non è stato casuale. Infatti, nei prossimi giorni, Re Mohammed VI inaugurerà il più grande impianto fotovoltaico del mondo.


    Governo iniquo e ladro

    Giunge ora in redazione la notizia che la scossa di martedì all'una fosse superiore ai 6 gradi, rilevamenti di siti tedeschi nonchè di un amatore novese col sismografo??

    Dopo il 6° grado la stato una volta pagava ora no, guarda caso il 18 maggio (2 giorni prima del terremoto del 20) il nuovo decreto legge n.59, che riforma la ProtezioneCivile, stabilisce che lo Stato non pagherà i danni provocati da catastrofi naturali a case, aziende o qualsiasi altra struttura danneggiata. I cittadini dovranno fare da soli e premunirsi per tempo di una relativa polizza di assicurazione, specialmente se vivono in zone a rischio.
    STRANOOOO???

    La gigantesca linea di faglia lunghissima partita da Ferrara domenica scorsa e arrivata oggi in Lombardia dopo aver percorso da est ad ovest quasi 80 Km. I terremoti di domenica avevano rotto un segmento di faglia lungo quasi 50 Km mentre i violenti terremoti di ieri hanno rotto un nuovo segmento di faglia lungo per ora una trentina di chilometri. Infine i tre terremoti più forti (maggiori di 4,5 richter) dal 1° gennaio 2011 al 19 maggio 2012, terremoti che avevano rotto dei segmenti sempre della stessa struttura di faglie (Pieghe Ferraresi) ma molto più in profondità.

    Se la faglia dovesse continuare a rompersi progressivamente verso ovest dove potrebbe arrivare? Le Pieghe Ferraresi, le Pieghe Emiliane e le Pieghe del Monferrato rappresentano il limite dell'Appennino che sovrascorre verso nord est sulla zolla adriatica al di sotto della Pianura Padana. Tutta questa struttura appenninica, dopo essere passata a metà tra Modena e Mantova (posizione dell'ultimo terremoto, ultima stella arancione ad ovest), continua a scendere verso ovest - sud ovest raggiungendo Parma e Reggio Emilia dove risale verso nord ovest per rientrare in territorio lombardo e raggiungere il Piacentino e il sud Milanese.



    Di certo sarebbe un fatto davvero insolito per il nostro paese e soprattutto per quella zona, classificata fino a una settimana fa a bassa sismicità, se la faglia dovesse proseguire ancora il suo viaggio verso ovest con altri forti terremoti. Rotture di faglie a catena così lunghe e anche più lunghe si sono osservate fin'ora solo sulle più grandi faglie tettoniche del pianeta (la faglia di S.Andreas in California, le faglie Giapponesi, quelle di Sumatra ecc..). Resta il fatto che per noi è già eccezionale una rottura così lunga, quasi 80 Km!

    Facciamo una bella INCHIESTA INSIEME???

    CONDIVIDETE IL PIU' POSSIBILE!!!



    Chi avesse dei dubbi può guardarsi il video In-Te-Gra-Le qui sotto prima di parlare di disinformazione!!!!!!!!!





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    Strage Bologna, Carlos pronto a parlare

    Avvocato italiano verbalizza 5 ore di racconto in carcere Poissy

    04 giugno, 18:31
    Strage Bologna, Carlos pronto a parlare
    (ANSA) - BOLOGNA, 4 GIU - Carlos 'lo sciacallo', l'ex primula rossa del terrorismo internazionale, ha ribadito di essere a disposizione dei magistrati italiani dell'inchiesta bis sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto '80 purche' l'interrogatorio avvenga in Italia, con le garanzie della legge italiana, da cui si sente tutelato a differenza di quella francese. Lo ha riferito oggi al suo legale, Gabriele Bordoni, con cui ha avuto un colloquio nel carcere di di Parigi, dove e' detenuto.

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    MBDebiti. L’incubo di tanti italiani. E se ci fosse il modo di abbatterli affidandosi a dei professionisti? Se cliccate su Google "agenzie debiti" vedrete in un attimo comparire una pagina intera di soluzioni e slogan: "Come rateizzare i debiti", "Per proteggere il tuo patrimonio dai debiti", "Come non pagare i debiti".
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    Bancomat
    Ingrandisci immagine
    Aprendo poi la descrizione di alcune agenzie la promessa è ancora più allettante: è possibile ottenere uno sconto sul debito del 70% in meno. Il panorama non cambia se ci spostiamo sui social network. Uno per tutti, Facebook, dove proliferano profili di agenzie e affini. E in effetti secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Adnkronos sono oltre 300mila le persone che si rivolgono alle agenzie di debiti, società che promettono di liberare dalla stretta dei creditori in cambio di una piccola o grande percentuale.
    È dunque questa la soluzione ai problemi di tanti italiani? Secondo i consumatori non è proprio così (guarda il video).
    Per il presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti, si tratta di un business "sull'angoscia e sulla disperazione" e che "rischia di far passare il debitore dalla padella alla brace". Perplessità anche da parte di Adiconsum che attraverso un comunicato dal titolo Crisi. La bufala delle agenzie di debito fa sapere di aver inviato una lettera al ministro degli Interni per chiedere la regolamentazione di queste agenzie. "Potrebbero fornire un aiuto alle famiglie in difficoltà – spiega nella nota Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum - ma così come sono organizzate in Italia, rischiano di aumentare, invece che ridurre, le difficoltà in cui versano le famiglie". E le dirette interessate? Le agenzie? Cosa dicono? Si difendono e spiegano che l’attività di una agenzia del debito è quella di assistere e tutelare il debitore mediante attività di negoziazione, transazione, rateizzazione, mediazione e difesa legale con l’obiettivo di ottenere una riduzione del debito.

    Il caso

    Vi riportiamo l’esperienza di una signora che si è rivolta ad una agenzia di debiti e pur avendo speso oltre 1000 euro non ha risolto i suoi problemi. "Mi ha contattato una signora – racconta l’avvocato Fabrizio Bruni, responsabile 'Progetto consumatori' dell’ordine avvocati di Roma - la quale aveva ricevuto, essendo protestata, un sms da un numero sconosciuto di una determinata agenzia di debiti. La signora li ha contattati telefonicamente, ha esposto la sua problematica ed è stata poi successivamente richiamata dall’agenzia. Le è stata inviata una piccola comunicazione con la quale le è stata richiesto il pagamento di una somma di circa 350 euro per ottenere il plico informativo. La mia assistita ha pagato questa somma ed ha ricevuto il plico con all’interno oltre che le informazioni anche delle cambiali da sottoscrivere per poter svolgere le attività. L’importo complessivo superava i milleduecento euro. Dopo diversi mesi che aveva fatto questi invii, e quindi con le cambiali sottoscritte, la signora non ha ricevuto più nessuna notizia e si è rivolta al mio studio per essere tutelata".

    La denuncia di Adusbef

    "Abbiamo denunciato – afferma Lannutti - i comportamenti di Agenzie Debiti che stanno proliferando con la crisi perché promettono di ridurre i debiti, con un particolare, ti chiedono subito 390 euro per verificare la situazione debitoria, come se il debitore non lo sapesse. Dopo di che bisogna firmare delle cambiali, due-tremila euro, pagare altri soldi e nonostante questo non garantiscono che ti abbattono il debito. Abbiamo anche fatto una segnalazione all’Antitrust che ha aperto un’istruttoria per violazione del codice del consumo. Non si può dire ti prometto che ti abbatto il debito del 70% se non si mantiene questa promessa. Quattro interrogazioni parlamentari, un intervento al governo infine il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti presso il ministero dello Sviluppo economico dove ci sono sedici associazioni affronterà il caso".

    La risposta di Agenzia Debiti

    "Ci sembra doveroso - afferma Agenzia Debiti in una nota stampa - rispondere alle ingiuste accuse mosse nei confronti delle agenzie del debito da parte dell’associazione di consumatori Adusbef. (…) Veniamo accusati di prospettare una riduzione del debito del 70% senza poi raggiungere il risultato. Ebbene, le transazioni con le banche e le società finanziarie esistono da quarant’anni in Italia: trattasi dei cosiddetti accordi a saldo e stralcio del debito che vengono realizzati da professionisti provenienti da banche e società di recupero crediti che conoscono bene la materia. I successi che i nostri professionisti ottengono sulle transazioni sono veri e dimostrabili con sconti che possono arrivare anche al 70%, senza considerare i casi di maggior risparmio per richieste di somme non dovute.

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    A volte, si sono verificati casi di totale annullamento di cartella esattoriale oppure di completo azzeramento del debito nei confronti di banche o finanziarie  in ragione della illegittima richiesta di interessi e spese non dovute (…)". (leggi la replica completa)

    La lettera di Adiconsum

    "Purtroppo in Italia, come in altri Paesi, invece di adottare sistemi solidaristici e la ristrutturazione del debito – dichiara Giordano - si sono create società alla ricerca solo del profitto ad ogni costo. Adiconsum non condivide tale modello di debt agency, visto che prevede, di norma, il pagamento di una 'fee' iniziale a fondo perduto da parte del consumatore a prescindere dall’attività che sarà svolta, nessuna analisi preventiva della situazione e il ricorso a più consulenti (finanziario, fiscale, legale, ecc.), ognuno dei quali dovrà essere pagato, anche a fronte di risultati parziali e/o non risolutivi. Per questi motivi – conclude Giordano - Adiconsum si è rivolta direttamente al ministro degli Interni chiedendo la regolamentazione delle debt agency". Queste, secondo l’associazione, dovrebbero: sottostare a specifici obblighi di legge in tema di onorabilità e professionalità; essere iscritte in albi/elenchi ad hoc; essere sottoposte a vigilanza e sanzioni e avere onorari predeterminabili e predeterminati.

    OSTIA

    L'Air Show delle Frecce tricolori
    festa e ingorghi sul litorale

    Un milione di persone invadono il lido per assistere alle acrobazie dei jet, ma dopo lo spettacolo il traffico va in tilt

    (Foto Omniroma)(Foto Omniroma)
    ROMA - Quando gli aerei si sfiorano sul mare di Ostia, un milione di persone trattiene il fiato all'unisono. Una frazione di secondo e le Frecce Tricolori proseguono le straordinarie evoluzioni nel cielo azzurro. Sono stati i velivoli della Pattuglia Aeronautica Nazionale, i protagonisti del «Roma International Air Show», che domenica ha riempito del rombo degli aerei l'aria del lungomare lidense, off-limits per le auto. Una seconda edizione (la prima nel 2009), dedicata alle popolazioni colpite dal terremoto e contestata dai gruppi locali di Idv, Verdi e Sel, che ne chiedevano la sospensione proprio per rispetto alle vittime del sisma. «Lavoriamo all'evento da tre anni, nasce dalla pura passione di chi ama il volo. - ha spiegato l'ex comandante Alitalia Edoardo Mascara, uno degli organizzatori con l'Aero Club Volere e Volare -. È senza fini di lucro e realizzato grazie al sacrificio di molti. Abbiamo continuamente invitato i presenti a inviare un sms al 45500, per solidarietà alla gente dell'Emilia».
    A rinfocolare le polemiche, ci hanno pensato il senatore Idv Stefano Pedica e il consigliere regionale Enzo Foschi, critici nei confronti del sindaco di Roma Gianni Alemanno, tacciato di «ipocrisia» perché grande assente alla parata del 2 giugno per vicinanza alle popolazioni emiliane, ma che intanto aveva dato l'ok all'evento di Ostia, in cui, a differenza della Festa della Repubblica, erano presenti le Frecce Tricolori. L'entusiasmo e il numero delle presenze hanno ripagato i promotori. Fin dal mattino Ostia è stata invasa da romani e turisti, rimasti con il naso all'insù per quasi cinque ore, ad ammirare lo spettacolo offerto dalla parata aeronautica, patrocinata da Campidoglio, XIII Municipio e Ministero della Difesa. Paracadutisti ed elicotteri in volo tra le nuvole, la vista unica di un Airbus 321 affiancato da due F16 a pochi metri dai bagnanti stesi su spiagge super-affollate, e poi piloti dei nostrani MB339 e le loro acrobazie, un incanto per gli occhi dei presenti.
    Gridolini di stupore hanno accompagnato da terra i giri della morte delle Frecce, fino agli incroci- carezze tra il solista e i nove gregari, in volo ma con programma ridotto in segno di lutto: un cuore di fumo bianco trafitto da scie tricolori ha chiuso lo show tra gli applausi del pubblico. Una vera marea umana che poi si è riversata in massa verso le stazioni della Roma-Lido, mezzo consigliato per evitare la paralisi che però non è mancata. Code infinite si sono allungate per ore sulle principali vie di accesso a Ostia, tra via del Mare, via Litoranea, in tilt anche per un incidente, e Cristoforo Colombo. La Polizia Locale è stata impegnata a lungo e non senza difficoltà nella gestione del traffico impazzito.
    Valeria Costantini

    La verità sull'isola di plastica del Pacifico


    L'ISOLA DI PLASTICA DEL PACIFICO ? NON ESISTE.




    Negli ultimi tre anni si è sentito parecchio discutere su quella che è stata definita "isola di plastica del Pacifico", un ammasso di frammenti plastici che si è formato nella regione settentrionale dell'Oceano Pacifico per via di una specifica combinazione di venti e correnti oceaniche.

    Una delle fotografie più celebri, quando si affronta questo argomento, è quella di un uomo che percorre in canoa uno specchio d'acqua occupato interamente da rifiuti; ma quanto è corretta questa raffigurazione dell'isola di plastica del Pacifico?

    Il sito Io9 ha intervistato la biologa marina Miriam Goldstein, ricercatrice dello Scripps Institution che si è dedicata per anni allo studio della ciclo marino della plastica e del suo impatto sull'ecosistema oceanico.

    "L'immagine del tizio nella canoa mi ha perseguitato per tutta la mia carriera" afferma Goldstein. "Credo che qualcuno abbia voluto mostrare qualcosa di drammatico per illustrare la sua storia, e grazie alla magia di Internet, la fotografia è stata mal interpretata".

    L'immagine, infatti, è stata scattata nei pressi del porto di Manila, da tutt'altra parte del pianeta rispetto all'isola di plastica del Pacifico. Questo non ha fatto altro che alimentare interpretazioni sempre meno corrette della realtà della plastica nei nostri oceani, creando leggende metropolitane che Goldstein ha contribuito ha svelare.

    Il primo esempio di informazione non corretta è proprio il fatto che ci sia un'isola di plastica che galleggia nel bel mezzo del Pacifico settentrionale. "Non abbiamo mai visto nulla di simile a quell'immagine" spiega la ricercatrice. "Non l'ho mai vista personalmente, e non la vedremo mai dalle immagini satellitari".

    Quella che è stata definita "isola" non è altro che un ammasso di milioni di frammenti microscopici grandi pochi millimetri che ricoprono circa 5000 km quadrati di oceano. Ci sono anche oggetti di medie dimensioni, come bottiglie e sacchetti, ma la maggior parte della plastica è quasi invisibile ad occhio nudo prima dei campionamenti dei ricercatori.


    Per scoprire l'accumulo di plastica in questa regione del Pacifico i ricercatori hanno dovuto prelevare e filtrare l'acqua marina decine di volte al giorno nel corso di diversi viaggi all'interno dell'ammasso di plastica, percorrendo migliaia di chilometri nel bel mezzo dell'oceano.

    In alcuni dei prelievi, la totalità dei campioni mostrava grandi quantitativi di frammenti microscopici di plastica. Sappiamo che la plastica tende ad accumularsi in questa regione perchè il metodo di analisi utilizzato da Goldstein è ormai ampiamente collaudato, e ci sono record storici di altri prelievi nella stessa zona di oceano. "I detriti microplastici nel nord Pacifico sono aumentati di due ordini di grandezza tra il 1972-187 e il 199-2010, sia quantitativamente che nella densità".

    E' vero, quindi, che c'è una regione di Oceano Pacifico popolata da plastica. Ma se vi aspettate di vedere un'isola galleggiante composta da bottiglie e pneumatici, la delusione è dietro l'angolo.

    Un'altra questione interpretata non correttamente dai media è la letalità della plastica. E' assolutamente vero che molti animali sono a serio rischio di sopravvivenza per colpa dei rifiuti plastici; altri, tuttavia, sembrano non badare minimamente al problema, o addirittura prosperare tra i materiali sintetici.

    La realtà è che la plastica, solo per il fatto di essere tale, non sembra uccidere la maggior parte degli animali. "Alcune ricerche sugli albatri mostrano una correlazione tra la plastica e la malnutrizione, e si possono osservare molti pulcini morti per via dei loro stomaci pieni zeppi di plastica. Il problema è che non sappiamo se ci siano degli uccelli che ingeriscono plastica e sopravvivono".

    Il problema si fa più complicato con i pesci, dato che sono stati trovati alcuni esemplari, apparentemente in salute, che avevano ingerito materiali plastici. Senza contare alcuni animali, come i "ragni d'acqua" (gerridi), alcuni granchi e invertebrati, che sfruttano la plastica per prosperare come mai era successo nella loro storia recente.


    In una ricerca precedente, ad esempio, la Goldstein e i suoi colleghi hanno scoperto che i gerridi stanno sfruttando la plastica per deporre uova in quantitativi estremamente superiori alla norma. Questo non significa che i nostri mari sono destinati ad essere invasi da ragni d'acqua, ma che c'è abbondanza di biomassa commestibile (le uova dei gerridi) per altri animali acquatici, come alcune specie di pesci o microrgranismi non ancora ben conosciuti.

    Non è del tutto corretto, quindi, affermare che la plastica stia distruggendo ogni forma di vita marina. E' corretto dire, invece, che la plastisfera sta cambiando l'equilibrio degli ecosistemi acquatici.

    "Una delle principali preoccupazioni è che una superficie solida possa trasportare specie invasive" spiega Goldstein. "Alcuni animali sono bravi a fare l'autostop e possono essere distruttivi. Aggiungendo grossi pezzi di plastica, queste specie possono muoversi più facilmente, e possono introdursi in posti come le isole del nord Pacifico, in cui ci sono alcune delle barriere coralline più belle del mondo".

    La plastica, quindi, non è un veleno che uccide qualunque forma di vita incontri sul suo cammino. E' una variabile aggiuntiva nel complesso sistema ambientale marino, variabile che sta modificando l'intero equilibrio del pianeta.

    Studiare l'ammasso di plastica del Pacifico contribuirà sicuramente a creare nuove e accurate ipotesi sull'impatto futuro dei rifiuti sintetici. Con la scomparsa di alcune specie, altre prenderanno il loro posto, cambiando completamente la catena alimentare marina e il nostro stile di vita.

    http://tv.liberoquotidiano.it/video/106733/L-aereo-atterro-e-si-ribalta-in-avanti.html

    Lo Lo Shuttle arriva a New York via mare




    Lo Shuttle arriva a New Yok via mare
    Le immagini dell'arrivo a New York dello Shuttle. Folla di curiosi che si sono riuniti per le foto ricordo davanti al Verrazano-Narrow Bridge. La navetta spaziale è stata trasportata a bordo di una chiatta. Prossima tappa nella sede dell'Air and Space Museum dove lo Shuttle sarà collocato (afp)














    Articolo tratto dal web, colui che scrive è Bill Booth , proprietario di United Parachute Technologies (http://www.unitedparachutetechnologies.com/)
    Paracadutista Dave :
    “Che ironia… Il primo salto dopo aver inserito un post con una foto finta di me con un pilotino a
    traino, ho avuto una vera emergenza con pilotino a traino.
    Mi sono sempre chiesto cosa realmente avrei fatto in una situazione simile. Tutto è successo così velocemente, che non ho avuto il tempo di preoccuparmene. Non ho sganciato, ho afferrato il bridle e l’ho strattonato.
    Il pod è uscito, io mi sono girato di schiena ed ho potuto vederlo venir fuori.
    La vela si è aperta con vari giri di avvitamento, tanto da no farmi guardare su. I giri si sono risolti da soli, ed ho potuto atterrare normalmente. Avevo tirato a 3500 ft. La prima volta che ho guardato l’altimetro ero a 2000 ft., ma ero a vela aperta da un po’. Credo che il pilotino a traino si durato circa 3 secondi.
    Ho parlato con il capo centro, e mi ha suggerito di comprare un nuovo pilotino.
    Ha provato la lunghezza del loop di chiusura (dopo il ripiegamento) ed era corretto.
    Ho fatto un altro salto ed ho avuto un ritardo nell’apertura…di nuovo con giri di avvitamento (probabilmente a causa della mia posizione, quando mi sono girato a guardare cosa stava succedendo. Sono andato dal più esperto dei rigger ed il problema è stato individuato. La kill line si era accorciata (l’avevo comprato
    usato), quindi il pilotino non si gonfiava del tutto. Il centro del pilotino, dove è posizionata la maniglietta, era tirato troppo verso il basso. Costo della sostituzione della kill line: $ 15.”
    Dave
    Risposta di Bill Booth:
    Quello che ti è successo diventa sempre più frequente. Benché io detenga il brevetto sui pilotini hand deploy, non ho mai chiesto diritti a nessuno per il suo uso, e quindi non ho mai pubblicato i
    dettagli costruttivi. Temo che questo abbia portato alla produzione di pilotini mal costruiti da chi li ha copiati. Non hanno copiato ESATTAMENTE l’originale
    Domenica scorsa un paracadutista è venuto da me lamentando un’esitazione del pilotino sulla sua vector, e mi ha chiesto di dargli un’occhiata. Il suo problema era lo stesso che ho visto innumerevoli
    volte…Il suo pilotino costruita da “Dio sa chi”, era costruito male.
    Non so voi, ma una delle peggiori emergenze che posso immaginare è un pilotino a traino che genera una resistenza sufficiente ad aprire il contenitore ma non ha tirare su il pod. Cosa fate? Se
    semplicemente state lì ad attendere il terreno è pronto a riceverti. Se tiri l’emergenza, il principale si aprirà simultaneamente, ed un impiglio principale/emergenza non è divertente.
    Cosa fare…Semplice non saltate con un pilotino costruito male.
    Allora, come fate dire se se il vostro pilotino è OK? Prima qualche definizione di base:
    1-Apice: il centro della parte in tessuto
    2-Fianco (skirt): dove il tessuto ed la rete (mesh) si incontrano
    3-Base: il centro della parte in rete del vostro pilotino
    4-Nastro centrale: uno o due pezzi di nastro, di lunghezza fissa, che va dalla base all’apice.
    5-Bridle: un pezzo di nastro, doppio in caso di pilotini collassabili, che va dalla base al pod.
    6-Kill line: solo su pilotini collassabili, singolo pezzo di funicella, che parte dall’apice attraversa il centro del pilotino, il bridle sino al punto di collegamento del pilotino al pod, o in alcuni modelli,
    all’apice della vela
    7-Nastri di rinforzo: 4 sottili pezzi di nastro, cuciti alla rete, che vanno dalla base al fianco (skirt)
    8-Bias: semplicemente detto, la direzione in cui la rete si allunga di più (una linea diagonale, a 45 gradi dei piccoli quadratini che costituiscono la maggior parte delle reti uste per pilotini hand deploy).
    Scusate per tutte queste definizioni, ma se non capite questi termini, non capirete il seguito.
    Bene, ora la parte facile. Se volete che il vostro pilotino funzioni sempre regolarmente, semplicemente assicuratevi, quando gonfio, che nessuna parte del fianco (skirt) sia al di sopra
    dell’apice.
    In altre parole assicuratevi che né il nastro centrale, né la kill line siano troppo corte.
    Ho costruito il mio hand deploy con l’apice rientrante per due ragioni:
    1-Si aprono più velocemente
    2-Generano una resistenza all’ aria superiore dell’11%.
    Comunque, SE L’APICE E’ TIRATO AL DISOTTO DI QUALUNQUE PARTE DEL FIANCO
    (SKIRT), IL PILOTINO NON FUNZIONERA’ REGOLARMENTE.
    Come verificare tutto ciò?
    Innanzi tutto caricate il pilotino come fareste durante un ripiegamento.
    Adesso tenete il pilotino rovesciato tenendolo dal bridle alla base.
    Contemporaneamente tirate in basso l’apice (la maniglietta) e ogni nastro di rinforzo nel punto in cui incontrano il fianco (skirt).
    L’apice dovrebbe trovarsi alla stessa altezza del fianco (skirt), meglio leggermente “al di sotto” ma
    mai “al di sopra” del fianco (skirt). (prego, ricordatevi che “al di sotto” e “al di sopra”, si riferiscono
    solo al pilotino che state tenendo in mano rovesciato per questo test).
    Adesso guardate a come I nastri di rinforzo sono cuciti alla rete (mesh). Se sono cuciti paralleli al
    “bias” il vostro pilotino è costruito correttamente. Se non sono cuciti paralleli “bias” significa che la
    rete tra due nastri di rinforzo E’ sul bias e si allungherà più che abbastanza da permettere al fianco
    (skirt) di trovarsi “al di sotto” dell’apice. Questo frequente errore di costruzione può impedire al
    vostro pilotino di gonfiarsi completamente, o in casi estremi, non gonfiarsi affatto. Se il vostro
    pilotino è al limite quando è nuovo, le cose peggioreranno con il tempo.
    Adesso sistemiamo un pilotino correttamente costruito.
    Le kill line sono generalmente costruite in Spectra (microline). L’attrito causato durante la sequenza
    di chiusura del pilotino genera calore, e lo Spectra si restringe quando riscaldato. Ciò significa che il
    vostro nastro centrale potrebbe diventare troppo corto per permettere al pilotino di gonfiarsin
    regolarmente.
    Usate ciò che avete imparato per riconoscere questa situazione e correggetela.
    Questo è soltanto un accenno sulla costruzione di pilotini, e non cita varie altre importanti
    considerazioni, come la scelta del tessuto e della rete, e come la dimensione del pilotino, in rapporto
    al peso della vela influenza la velocità di separazione, la forza con cui si distendono le funicelle
    (snatch force), lo shock di apertura e l’incidenza dei malfunzionamenti.
    Di questi argomenti parleremmo un’altra volta.
    Bill Booth
    Dave ha risposto:
    Wow, eccellente avviso. Ho eseguito il test e l’apice non è assolutamente vicino al fianco (skirt).
    E’alcuni pollici al di sopra. Neanche la fine della pallina (hakey), arriva al livello del fianco.
    Il nastro di rinforzo risulta paralleli ai fili della rete, non a 45° con essi.
    Stai dicendo che il mio pilotino non è costruito correttamente? Sul serio i costruttori montano i
    nastri di supporto a 45 gradi con la rete? Ho un pilotino fatto in casa? Non sembra esserci nessun
    tipo di indicazione che possa dirmi chi ll’ha costruito.
    Guardando il pilotino quando lo espongo all’aria e lo lascio gonfiare, posso CHIARAMENTE
    vedere che l’apice finisce al di sotto del fianco. Fino al mio malfunzionamento, non avevo idea che
    ciò fosse non sicuro.
    Il rigger dal quale ho comprato il materiale mi ha dato un anno di garanzia su ogni parte, se non
    fosse stato allontanato dalla DZ e da casa sua, mi farei rendere il denaro. Sono scioccato che mi
    possa aver venduto un materiale potenzialmente (e in pratica) non sicuro. La buona notizia è che se
    ne è andati via, e non avroò più a ce fare con lui.
    Grazie per le informazioni. Sono sicuro di non essere la sola persona cui post come questo li
    renderanno più sicuri.
    Dave
    Risposta di Bill Booth:
    Il tuo pilotino non è sicuro se non apre il principale correttamente. Cosa significa “correttamente”?
    E’ indispensabile che il pilotino apra il contenitore e allontani da voi il pod velocemente, ma non
    TROPPO velocemente. Se il pilotino accelera il pod allontanandolo da voi troppo lentamente,
    correte il rischio di giri di avvitamento a causa dell’eccessivo tempo in cui il vostro non simmetrico
    pod è esposto al vento relativo, o un “bag lock” causato dalle funicelle che sventolano sopra di voi
    con il rischio di impigliarsi con il pod.
    Per non parlare della maggiore perdita di quota per l’apertura. Se il pilotino accelera il pod troppo
    velocemente, si corre il rischio di una ricaduta inerziale delle funicelle (line dump), una eccessiva
    “snatch force” (quando le funicelle sono del tutto distese ed il pod è decellerato di nuovo alla vostra
    velocità di caduta), rimbalzo dello slider (quando lo slider si allontana pochi centimetri dagli “slider
    stop” e la vela inizia la sequenza di apertura trovandosi con lo slider alcuni centimetri in basso.
    OUCH), e genericamente una apertura disordinata, aumentando le probabilità di un
    malfunzionamento.
    La velocità di separazione ideale, che è la velocità con cui la vela si allontana da voi durante lo
    stendimento delle funicelle, è 50 piedi al secondo. Un valore accettabile è da 30 a 70 piedi al
    secondo. Se un pilotino causa una velocità di separazione fuori da questo range, io non lo considero
    sicuro.
    Come si può valutare la velocità di separazione? Potete osservare un video delle vostre aperture, e
    contare i fotogrammi a 30 fotogrammi al secondo.
    Un tempo accettabile dall’apertura del contenitore all’allungamento delle funicelle va da 0,45 a 0,75
    secondi, che significa circa dai 13 ai 22 fotogrammi. Più veloce o più lento significa che state
    aspettando un malfunzionamento.
    La velocità di separazione per ogni particolare sistema dipende dalla grandezza, materiale e
    particolari costruttivi del pilotino in relazione al peso della vela nel pod. Dovete naturalmente tenere
    in considerazione per la velocità di separazione il materiale delle funicelle, e come le stivate negli
    elastici. Un pilotino molto largo, costruito come il tuo (quello di Dave, ndt) può essere
    perfettamente sicuro con una vela leggera. I dettagli costruttivi che ti ho dato danno la migliore
    efficienza nell’uso dei materiali, e portano ai migliori risultati per la maggior parte dei salti.
    Naturalmente, se se tiri giù l’apice abbastanza, nessun pilotino, non importa quanto sia grande, farà
    il suo lavoro. E’ proprio quanto ci si aspetta dalla kill line, tirare giù l’apice così tanto che il pilotino
    collassi completamente
    Bill Booth


    Record Paracadutismo 2012

    Sono riusciti nell’impresa i partecipanti al tentativo di Record di Paracadutismo “Over Sixty”.
    60 paracadutisti oltre i 60 anni!!
    Nella zona di lancio di Skydive Elsinore, California, questo gruppo di “ultrasessantenni” parà ha raggiunto l’obiettivo creando in caduta libera una formazione di 60 parà che ha volato unita per 3 secondi.
    Ben 4 i paracadutisti italiani presenti:
    Roberto Carrani, Carlo De Martino, Claudio Serafini, Italo Brizzolesi
    Complimenti a tutti voi!!
    Alessandro Di Giacomo



    Paracadutista con la tuta alare atterra con successo senza paracadute!

    Gary Connery questo è il nome dello stuntman inglese protagonista venerdi 25 maggio 2012 di un evento senza precedenti.
    In inghilterra ha realizzato grazie all’aiuto di decine di volontari una pista d’atterraggio con circa 18.000 scatole di cartone per complessivi 100 m di lunghezza, 15 di larghezza e 4 di altezza.
    Si è lanciato da un elicottero da circa 800m, ha planato fino all’atterraggio con un traiettoria perfetta, riuscendo in fase finale a ridurre a tal punto la velocità da atterrare illeso.
    Complimenti a Gary con solo 900 lanci e 440 basejump ad aver ottenuto un risultato incredibile, un progetto che era nel cassetto di certo del più famoso precursore della tutta alare Patrick De Gayardon.
    Blue skies
    Alessandro Di Giacomo
    IPS/AFF
    UPSA I/AFF






    01/06/12

    LECCE - Bollenti Spiriti Camp: DAGLI AEREI SUPERVELOCI ALLE BICI A TRE RUOTE
    SOGNI E REALTA’ A CONFRONTO NEL BS CAMP. E DOMANI GRAN FINALE CON VENDOLA.

    Le idee portano lontano. Devono essere creative, solide e realizzabili perché si possano trasformare in impresa. E se il finanziamento è già un aiuto importante, anche una rete di conoscenze giuste può essere altrettanto valida per realizzare il proprio sogno.

    Al Bollenti Spiriti Camp sogni, progetti, aspettative, si incrociano e si intrecciano nelle tante esperienze che associazioni, cooperative e imprese giovanili, riunite nella tre giorni di Lecce, si scambiano nelle manifatture Knos. Qui si confrontano chi “c’è passato e ce l’ha fatta” e chi, volendo avviare un'attività, non è ancora certo del tipo d’impresa da aprire o del settore in cui agire. Lo scambio d’esperienze conferma che la capacità di sviluppare la propria idea può essere decisiva per il successo di un progetto. È il caso di Luciano Belviso e Angelo Petrosillo, i due giovani di Monopoli (Bari) che dopo aver vinto nel 2009 il bando di ‘Principi Attivi’ hanno rivoluzionato il settore dell'aeronautica leggera.

    “Siamo partiti con quei 25mila euro mettendo su un'azienda che non pensava ancora agli aerei. Ci occupavamo infatti – ha spiegato Belviso, passeggiando tra i giovani che affollavano i banchetti del ‘mercato delle idee’ – di produrre mobili in fibra di carbonio. È rimasto il materiale, ma siamo poi passati all'elaborazione di un prototipo di velivolo”. Dopo la vittoria di un secondo bando regionale che stanziava 400 mila euro e l'incontro con la MerMec (azienda leader mondiale nella produzione di 'treni diagnostici'), è sorta la Blackshape, società per azioni che produce ‘Prime’, l'aereo ultraleggero più veloce al mondo con i suoi 340 chilometri l'ora. Del biposto sono stati venduti 24 esemplari solo nel primo anno ed entro il 2015 dovrebbe arrivare un velivolo a 4 posti, altrettanto rivoluzionario. “È difficile – ha aggiunto Belviso – fare una stima di cosa sarà, da qui ad un anno, ogni progetto presente al BS camp. La capacità di farlo evolvere è importante, ma lo è anche essere sicuri di avere buoni elementi di partenza. Senza dimenticare quella voglia di fare e quel fermento che io rivedo in questi ragazzi”.

    Nella seconda giornata del Bs Camp (dedicata alla conoscenza), spazio ai progetti che si occupano di innovazione tecnologica, informatica, ricerca scientifica, web e multimedia, comunicazione, e-learning, editoria, scuola e formazione, imprenditorialità, moda e design. Tra questi ‘Happy Gift’, progetto nato per risolvere il problema dell’acquisto di un regalo di gruppo, semplificando l'organizzazione e supportando la definizione del budget, la gestione delle quote oltre che la scelta del cadeaux. Presenti anche i ‘ciclisti su tre ruote’ di Velo Service, che hanno trasformato la loro idea in un’agenzia di mobilità urbana, sostenibile ad emissioni zero, che consente di visitare città (come Bari) a bordo di ciclo-risciò.

    Due esempi delle tante idee presenti nelle tre giornate a tema del Bs Camp, che oggi ha ospitato anche la presentazione dei ‘Laboratori dal Basso’. La nuova iniziativa di Arti e Bollenti Spiriti – è stato spiegato – che consentirà d’imparare a fare impresa sostenibile, rispondendo all’esigenza di formazione delle aziende. Nello spazio ‘arena’ si è tenuto l’incontro dedicato alle politiche per l'autonomia e la partecipazione dei giovani. A conclusione della giornata si è animata la parte esterna (il ‘Fuori Camp’) con la performance musicale di Erica Mou. In serata anche l’unico appuntamento al di fuori delle Manifatture Knos: il Bs Camp Party nelle Officine Cantelmo di Lecce.

    Domani la giornata conclusiva del BS Camp sarà dedicata ai progetti che si occupano di cittadinanza attiva, inclusione sociale, infanzia, disabilità, migranti, non profit legalità lavoro e occupazione, cooperazione internazionale, salute e benessere, volontariato, tempo libero, scambi internazionali e sport. Sarà presentato il nuovo bando di Principi Attivi 2012 e si terrà un incontro dedicato all'antimafia sociale (a cura di Flare e Libera). Sarà il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, insieme all’assessore alle Politiche Giovanili Nicola Fratoianni, a chiudere (a partire dalle 19.30) la manifestazione. Poi musica dalle 21 fino a mezzanotte nel ‘Fuori Camp’ con Mama Marjas e Miss Mykela, che presenteranno in anteprima al Camp il loro ultimo progetto “We Ladies”, vincitore di Principi Attivi 2010.

    Il programma del Bollenti Spiriti Camp è sul sito Bollenti Spiriti, dove è possibile seguire in diretta i lavori collegandosi al seguente indirizzo: bollentispiriti.regione.puglia.it/bscamp

    http://www.pipistrel.si/news/pipistrel-around-the-world-again--for-science


    Pipistrel around the world again - for science!

      We are pleased to announce that 1. June 2012 marks the start of the project "WINGS FOR SCIENCE".

      logowings

      Wings for Science is non-profit research group dedicated to science and education. Past research projects include aerial archaeology, solar weather probes, 3D modelling of the Stromboli, Vulcano, Yenkahe and Yasur volcanoes, and many more. On the 1st of June, Wings for Science begins their world-tour in Luxembourg. On their way, they will perform many science project which are only possible to do with the help of an aircraft - aerial cartography and photography, aerial archeology, animals monitoring, Digital Elevation Model, atmospheric sounding and so on -

      and all this they will do with the help of a Pipistrel Virus SW aircraft!

      The trusted and tested Virus SW has already proven to be an excellent aircraft to fly around the world - and will now accomplish the same task again!

      inthevirus
      Clémentine and Adrien in their new Pipistrel Virus SW. 


      THE PROJECT AND THE PROTAGONISTS 

      On June 1st 2012, a young crew will take off from Luxembourg airport to perform an around-the-world-tour on board of a micro-light airplane, in the service of
      Science and Education.
      WingsForScience

      Clémentine is a lawyer and Adrien is an airline pilot. Both will quit their respective job for one year for an exceptional project, which took them five
      years of preparation. A large Team of meteorologists, logisticians, teachers and student groups support them in their endeavor beyond deserts and oceans, with the
      aim for a final landing in Paris Le Bourget on 17th June 2013 during the 2013 Paris Airshow.

      pot

      Wings for Science will set off on a trip around the planet, offering aerial support to
      public research laboratories. In dedicated research areas the crew will implement
      observation and modeling techniques that are key elements to advance research. This
      ranges from observing the migration of whales to charting a lost city in the Peruvian
      mountains and 3D modeling of a recently born volcanic island.

      Untitled 4

      The mission is carried out in partnership with the French and Luxembourgish Ministry
      of Education, the Cité des Sciences in Paris, and Universities of France, of
      Luxembourg and of California, and with many scientific organizations and many
      schools (the Institute of Atmospheric Research, the Meteorological Laboratory, the
      member Colleges and High Schools, and the French Institute of Education, etc.)

      Untitled 2


      More information about the project, schedule of the research topics, info about the aircraft and the two pilots etc., can be found on their official website:
      http://wingsforscience.com/

      To track the Wings for Science world-tour, or to check-out a flight simulator, interactive maps and videos, please visit: www.wingsforscience.com/ or on Facebook at www.facebook.com/wingsforscience.
      There is even a flight simulator: you can check where Wings for Science is at the moment and then pilot the aircraft using your cursor keys.

      https://sites.google.com/site/wingsforscience/multimedia/-flight-simulator . If you want to play around with the simulator, you need to have the Google Earth Plugin.


      LO STUDIO

      I topi paralizzati riprendono a correre
      I ricercatori: "Test sull'uomo fra pochi anni"

      Su New Scientist i risultati insperati ottenuti al Politecnico di Losanna. I ricercatori hanno applicato un metodo che combina un intervento di "risveglio" dei neuroni "dormienti" del midollo spinale e una riabilitazione sostenuta da un sistema robotizzato

      ROMA - Topi paralizzati in seguito a gravi lesioni spinali hanno ripreso a camminare e correre grazie a una innovativa tecnica di riabilitazione combinata messa a punto da un team di ricercatori svizzeri del Politecnico federale di Losanna. Lo studio e i risultati della sperimentazione sono stati pubblicati sulla sito New Scientist e sulla rivista Science.

      LE FOTO DELL'ESPERIMENTO 1

      Il metodo, che apre nuove prospettive della ricerca sulle possibile terapie per affrontare la paralisi anche negli uomini, è stato realizzato attraverso due fasi. La prima è consistita nel "risveglio" dei neuroni dormienti, ottenuto con una stimolazione di tipo elettro-chimico; la seconda è stata una riabilitazione vera e propria, condotta con l'ausilio di un'imbragatura guidata da un sistema robotizzato.

      Come illustrato dallo studio su Science, per dare la sveglia ai neuroni "dormienti" del midollo spinale, si è cominciato iniettando una soluzione ricca di molecole attivatrici (chiamate "agonisti delle monoamine") che si legano ai recettori di dopamina, adrenalina e serotonina, preparando le cellule nervose ad agire per coordinare i movimenti degli arti inferiori al momento giusto. Dieci minuti più tardi, si è proceduto con una stimolazione elettrica del midollo spinale, impiantando gli elettrodi nella parte più esterna del canale vertebrale, il cosiddetto spazio epidurale.

      I topi così trattati sono stati quindi messi alla prova posandoli sulle zampe posteriori sopra una superficie piana e inducendoli al moto attravero un'esca a vista, un pezzo di cioccolato posto poco distante. In questa fase gli animali sono stati sostenuti da una piccola imbragatura collegata a un sistema robotizzato che interviene nel caso che il topo perda l'equilibrio. Il test è stato ripetuto fino a quando ha ottenuto un risultato insperato.

      "Dopo un paio di settimane di neuroriabilitazione - spiega nello studio il coordinatore del  team di Losanna, Gregoire Courtine - i nostri topi non solo cominciano a camminare volontariamente, ma riescono anche a sprintare, salire le scale ed evitare gli ostacoli". Courtine si dice ottimista riguardo alle future possibili applicazioni per la salute umana, e pensa che nel giro di un paio di anni possa cominciare la sperimentazione presso il centro specializzato per le lesioni del midollo spinale del Balgrist University Hospital di Zurigo.
      (01 giugno 2012)

      http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2012/06/01/news/topi_paralizzati_riprendono_a_correre-36353918/

      Metodo di riabilitazione utile a riparare danno a midollo spinale

      Metodo di riabilitazione utile a riparare danno a midollo spinale(AGI) - Boston, 1 giu. - Sviluppato un metodo di riabilitazione che ha permesso ai topi con m idollo spinale mozzato di camminare di nuovo. Lo studio dell'Universita' di Zurigo e' stato pubblicato su "Science". Il danno neuronale dovuto al midollo spinale interrotto e' generalmente considerato troppo grave da riparare. Gli scienziati hanno studiato topi con un tipo di danno simile a quello che provoca la paralisi negli umani. I ricercatori hanno eccitato i neuroni dormienti con stimolazione elettrica e iniezione di sostanza che attivano i neuroni. Questo processo ha riattivato i neuroni che controllano gli arti posteriori e anteriori che hanno cominciato a produrre nuove connessioni. In seguito, gli animali sono stati posizionati su un sistema robotico che induceva dei movimenti e nel tempo hanno riacquistato la capacita' di avanzare.



      .:: NEWSMILITARI

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      IL PROGRAMMA DEL ROMA INTERNATIONAL AIR SHOW 2012 OSTIA LIDO 1-3 GIUGNO
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      ROMA INTERNATIONAL AIR SHOW 2012 OSTIA LIDO 1-3 GIUGNO

      L'Aero Club Volere & Volare organizza la seconda edizione della manifestazione aerea "Roma International Airshow'', uno degli eventi aeronautici più importanti che si svolgeranno quest'anno nei cieli italiani.

      AGGIORNAMENTO SUL PROGRAMMA DI VOLO DELLA MANIFESTAZIONE:
      Paracadutisti Nettuno - Pilatus PC6
      Aeroclub VOlere Volare - 3 Storm, 1 Tecnam Sierra, 1 Pioneer 200, 1 Eurostar Evector
      Belgian Air Force - A109 Power
      Guido Dalla Rosa - Pitts
      Blue Voltige - Fournier RF4D e Fournier RF5
      Francesco Fornabaio - Extra 300
      Alitalia - Airbus A320
      Guardia Costiera Capitaneria di Porto - Piaggio P-180 Avanti
      Orus Team - SF260D
      Aeronautica Militare - HH3F SAR 15° Stormo
      Union - paramotore
      Guardia di Finanza - ATR42 G.E.A.
      Carabinieri - AB412
      Carlo Mariani - Bolkow
      Giorgio Gabrielli - VDS Pendolare Anfibio
      Breitling Jet Team - L39C Albatros (Pattuglia Acrobatica)
      Aeronautica Militare - AMX Reparto Sperimentale Volo
      Belgian Air Force - F16AM Fighting Falcon
      Aeronautica Militare - MB339CD Reparto Sperimentale Volo
      Aeronautica Militare - Tornado IDS Reparto Sperimentale Volo
      Royal Netherlands Air Force - F16 Demo Team
      Aeronautica Militare - MB339 PAN Frecce Tricolori

      Come sempre ricordiamo che il programma può subire variazioni senza preavviso.

      roma international air show 2012 lungomare ostia lido stabilimento balneare belsito 1-3 giugnoLa manifestazione avrà luogo sul lungomare di Ostia Lido il 3 giugno prossimo a partire dalle ore 13.00.  Il tratto di mare antistante lo stabilimento balneare 'Belsito' fungerà da centro operativo della manifestazione mentre nell’area stradale di fronte allo stabilimento sarà allestita nei giorni 1, 2 e 3 giugno una mostra statica con elicotteri e simulatori di volo.

      Come già avvenne nel 2009, nella stupenda cornice di Ostia, il "Roma International Airshow" sarà innanzitutto caratterizzato dall'esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazionale - Frecce Tricolori- che, unitamente ad altre pattuglie e velivoli militari e civili, esprimeranno " l'arte del volo" nei suoi diversi aspetti: da quello professionistico e di pubblica utilità a quello da diporto sportivo. Ciò nell'intento di "accendere la fiamma per il volo" in uomini e donne di tutte le età, e specialmente nei giovani per i quali l'attività di volo può rappresentare un’ occasione di stimolo ma anche un momento formativo e di crescita.

      La realizzazione di questo evento è stata possibile grazie alla preziosa collaborazione del Comune di Roma, dell' Aero Club d'Italia, dell'Aeronautica Militare che, oltre che con le Frecce Tricolori, sarà presente ad Ostia con l'esibizione di alcuni velivoli del Reparto Sperimentale di Volo e di TEAM ITALIA che ha curato tutti gli aspetti tecnici e logistici della manifestazione con la consueta efficiente professionalità.

      L'Aero Club Volere & Volare è da sempre impegnato a diffondere la cultura aeronautica, promuovendola anche tramite la propria scuola di volo che ha gia formato oltre 200 piloti e che quest'anno festeggierà i dieci anni di attività.

      SVOLGIMENTO PROVVISORIO AL 23 APRILE 2012:
      Venerdì 01 Giugno 2012: Ore 10:00 apertura mostra statica; Ore 22:00 chiusura mostra statica
      Sabato 02 Giugno 2012: Ore 10:00 apertura mostra statica; Ore 22:00 chiusura mostra statica (prove in volo)
      Domenica 03 Giugno 2012: Ore 10:00 apertura mostra statica; Ore 13:15 inizio manifestazione aerea; Ore 17:30 termine esibizioni aeree; Ore 22:00 chiusura mostra statica

      Fonte: Aero Club Volere & Volare
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      Parte la gara storica più bella del mondo: Brescia-Roma-Brescia


      I bolidi della Mille Miglia



      FOTO UFFICIO STAMPA
      Torna la gara di auto d’epoca più bella e prestigiosa del mondo: laMille Miglia. Un serpentone di vetture straordinarie che si snoderà sulle strade italiane dal 17 al 19 maggio, lungo il classico percorso Brescia – Roma – Brescia.
      Durante la presentazione della gara in Campidoglio il presidente del Comitato organizzatore Alessandro Casali e il Segretario Generale Sandro Binelli,  hanno annunciato i grandi nomi e le novità di quest’anno.
      John Elkann contro lo sceicco
      In questa edizione ai nastri di partenza: lo sceicco Mohamed Al Thani, John Elkan Presidente del Gruppo Fiat e sua moglie Lavinia Borromeo al volante di una berlinetta sportiva Fiat 8V costruita, in piccola serie, dal 1952 al 1954. John Elkann e signora racconteranno il loro viaggio attraverso l’Italia con numerosi tweet.
      Saranno inoltre presenti al via: Stirlin Moss (storico collaudatore Jaguar e detentore del record assoluto della Mille Miglia: percorse i 1.600 km in 10 ore e 8 minuti) insieme a un altro collaudatore della scuderia Jaguar Norman Dewis. Ci sarà anche Jochen Mass, ex pilota di Formula e grande appassionato della gara, sulla leggendaria “Ali di Gabbiano”, la Mercedes-Benz 300 SL W194 del 1952, che quest’anno compie 60 anni.
      Tra i partecipanti i vincitori del 2011, Giordano Mozzi e Stefania Biacca, che proveranno a bissare il successo dello scorso anno, questa volta a bordo di una Lancia Astura 1000 Miglia del 1938 del Museo Nicolis di Villafranca.
      La madrina
      «Per me è un onore essere testimonial di un evento storico come questo. Bisogna promuovere un evento come la Mille Miglia, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, perché è un simbolo dell’italianità in tutto il mondo e ne rappresenta l’eccellenza». Queste sono le parole di Martina Stella, la giovane madrina della manifestazione.

      FOTO UFFICIO STAMPA
      Le nuove tappe
      Le nuove tappe previste sono quelle di Padova e Vicenza, ci sarà il ritorno a Ferrara e il passaggio a San Marino e si toccherà nuovamenteVerona passando sotto l’Arena. Gli equipaggi infine si confronteranno con nuove prove cronometrate in Umbria, all’andata, e altre prove speciali in Toscana al ritorno. Appuntamento quindi a Brescia il 17 maggio per la partenza e poi spediti fino al “giro di boa” aRoma, previsto per la sera del 18 maggio nello splendido scenario diCastel Sant’Angelo, per ripartire il giorno dopo alla volta di Brescia per il “rush” finale.






      g Start", British Army Team di Volo a Vela!


      Tre dei piloti della British Army Gliding Team hanno fatto un inizio di volo per la stagione 2012 in Sisteron, in Francia.Veterano di tre tour in Afghanistan, Cpl Lee Davidson, mentre ancora completare il suo volo verso la sua distanza di 50 km Badge Argento FAI, volò un certo numero di 300 chilometri e un volo di 500 chilometri nelle Alpi francesi, una curva di apprendimento ripida come ha fatto fino al 50% di volare nel DG1000, mentore sia da Lt. Col. Jamie Sage e il Maggiore Allan Tribe.
      Maggiore Allan Tribe, che ha gareggiato in Nitra per il 2011 Campionati Europei di Volo a Vela , ha presentato un volo di 720 chilometri il Lunedi il 7 di maggio, uno dei più lunghi voli in tutto il Alpi. quel giorno. E 'stato anche un giorno eccellente per Jamie e Lee che ha completato un volo di 560 chilometri, un record personale per entrambi.
      Tribe Maggiore è anche Sportsman attuale Gran Bretagna Army of the Year in riconoscimento dei suoi successi personali, ma anche per il suo lavoro con Battle Back, uno Sport Adaptive e un programma di formazione per i feriti di avventura, il personale feriti e malati provenienti da tutte le Forze Armate. Torna programmi battaglia sono progettati per promuovere la fiducia e indipendenza e contribuire ad accelerare recupero fisico, psicologico e sociale. In questo video di ispirazione , si vede uno dei beneficiari, triple amputato, Private Kingsley Ward, allenata da Allan, di partire per il suo volo prima personale.
      Ottimo inizio, Team Army!
      British Army - Maggio 2012Da sinistra a destra, Lee Davidson, Allan Tribe, Jamie Sage a Sisteron, Alpi francesi



      Decollato Solar Impulse, inizia l'avventura nel Mediterraneo

      Primo aereo ad energia solare. Tappa in Spagna, poi Marocco

      24 MAGGIO, 10:05


      (ANSAmed) - GINEVRA, 24 MAG - E' iniziata l'avventura del primo volo sul Mediterraneo per Solar Impulse, l'aereo svizzero ad energia esclusivamente solare. L'HB-SIA e' infatti decollato stamani poco prima delle 8.30 dall'aeroporto militare di Payerne (Svizzera) in direzione di Madrid, prima tappa del primo viaggio intercontinentale che dovra' condurre il velivolo in Marocco. Ai comandi lo svizzero Andre' Borshberg. Previsto alle 6.45 il decollo e' stato ritardato a causa di una lieve nebbia. Il prototipo dovrebbe atterrare a Madrid-Barajas nella notte, nelle prime ore di venerdi'. Lo scalo nella capitale spagnola consentira' il cambio di pilota e' spettera' al connazionale Bertrand Piccard proseguire verso Rabat. Il decollo dovrebbe avvenire dopo alcuni giorni. In prima mondiale, il velivolo ultra leggero in fibra di carbonio dovra' percorrere in tutto piu' di 2.500 km senza una sola goccia di carburante. L'aereo - che ha un' apertura alare di un Airbus A340 (63,4 metri) e il peso di un' auto familiare (1.600 kg) - ha gia' effettuato l'anno scorso un primo volo internazionale raggiungendo Parigi e Bruxelles. Il volo in Marocco e' considerata una prova generale prima del giro del mondo di Solar-Impulse nel 2014 e in vista del quale e' in costruzione un nuovo aereo. (ANSAmed).

      Storie e personaggi

      Laura Rampini, paracadutista e "giramondo" in camper

      E' la prima e, finora, unica paracadutista al mondo con paraplegia, ha fondato l'associazione Liber-Hand e viaggia con il camper di "Liberamondo" per promuovere lo sport e i viaggi nel segno dell'accessibilità e della vita indipendente
      Laura Rampini in volo
      RAVENNA - "Avevo 22 anni e un figlio di 14 mesi quando la mia vita è cambiata di colpo: un grave incidente automobilistico, la lesione al midollo, un lungo tunnel di anni tra interventi chirurgici, interminabili degenze in ospedale e faticosi percorsi di riabilitazione e la difficile presa di coscienza della mia disabilità". Laura Rampini oggi ha 37 anni, due figli di 17 e 12 anni e i sogni a cui non ha mai rinunciato, lo sport e i viaggi. Ha un primato che è ancora tutto suo: è la prima paracadutista al mondo in carrozzina. "Il paracadutismo è una passione che ho fin da piccola - racconta Laura - così come lo sport in genere. Ma la sensazione di lasciarsi andare liberi nel cielo è la cosa a cui non avrei mai potuto rinunciare e anche dopo l'incidente ho sfidato i miei nuovi limiti riuscendo a superarli". Con un attivo di oltre cento lanci in solitaria, Laura si sta allenando con la sua squadra Real Dream (la prima squadra al mondo con una paracadutista in carrozzina) per gareggiare ai prossimi campionati italiani di RW4, ovvero "figure" in caduta libera formate da gruppi di paracadutisti.
      Ma il "volo libero" non è l'unica passione di Laura, che ama viaggiare e girare il mondo. E così, insieme a Filippo Landi, paraplegico dal 2005 e plurimedagliato in competizioni nazionali di nuoto, dà vita al progetto "Liberamondo", promosso dall'associazione Liber-Hand (fondata da Laura e Filippo), per avvicinare i disabili al mondo dello sport e dei viaggi. "Per diffondere il nostro progetto abbiamo scelto il camper, che è il mezzo di trasporto ideale per una ritrovata autonomia - spiega Laura - nel 2009 abbiamo girato l'Italia in lungo e in largo e parte dell'Europa per promuovere la cultura dell'accessibilità e della vita indipendente". Dal Trentino alla Toscana, dall'Umbria all'Emilia Romagna, dalla Sicilia alla Sardegna, fino ad arrivare a Berlino, Amsterdam, Parigi, Barcellona e finire con due viaggi impegnativi negli Stati Uniti e in Australia. Un originale giro del mondo che, oltre ad essere mosso dalla voglia di viaggiare, è motivato dalla volontà di scoprire luoghi accessibili ai turisti disabili, tracciando una sorta di mappa con itinerari ad hoc. Con un bagaglio poco ingombrante, videocamera e macchina fotografica, Laura e Filippo realizzano dei veri reportage delle loro avventure che saranno presto inseriti su un sito web creato ad hoc.
      "Il progetto Liberamondo sta diventando in un certo senso la nostra nuova carta d'identità - prosegue Laura - le ultime tappe del camper sono state le Unità spinali di Firenze e Montecatone dove abbiamo presentato tutti i progetti sportivi della nostra associazione allo scopo di diffondere la cultura dello sport come strumento formidabile di riabilitazione e terapia, ma anche di ritrovata fiducia nelle proprie potenzialità. Non mi piace parlare di ‘abilità residue': se da un punto di vista sanitario è così, in realtà la condizione di disabilità apre orizzonti insperati entro i quali si può vivere a 360 gradi utilizzando nuovi strumenti, sfidando i nostri limiti e scoprendo nuove abilità".
      E chi, dal 26 al 29 maggio, si trova dalle parti di Bologna alla Fiera Expò Sanità 2010, potrà vedere il camper di Liberamondo con un proprio stand, conoscere Laura e Filippo e appassionarsi alla loro attività. "Liberamondo è il risultato straordinario solo dei nostri sforzi, anche economici - conclude Laura - l'Expò Sanità è una vetrina importante, ma è anche un punto di partenza da cui far decollare nuove sfide per il futuro" . (mtm)
      (24 maggio 2010)


      News

      Torino: corso di cultura aeronautica

      Si concluderà il 21 maggio il corso di cultura aeronautica organizzato a Torino dal Centro di Volo a Vela dell’Aeronautica Militare di Guidonia (Roma) per 300 ragazzi e ragazze delle classi terze, quarte e quinte di nove istituti scolastici superiori del capoluogo torinese. Lo annuncia l’Aero Club di Torino, presso la cui sede base sull’aeroporto di Torino-Aeritalia si svolge la parte volativa su SIAI S.208M che completa quella teorica presso l’aula magna dell’Istituto "Albert Einstein" di Torino. Il corso, che è iniziato lunedì 10 maggio, è completamente gratuito e consiste in un ciclo di lezioni teoriche a terra sui principi basilari del volo e in una parte pratica in volo. I voli di ambientamento si svolgeranno, dal 17 al 20 maggio, sotto la guida di piloti istruttori del Centro di Volo a Vela. Le scuole di Torino che hanno partecipato all’iniziativa sono: l’Istituto Tecnico Industriale Avogadro; l’Istituto Alberghiero Colombatto; il Liceo Scientifico Einstein; l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato Plana; l’Istituto Tecnico Commerciale Statale Russell-Moro; l’Istituto Tecnico Statale per Geometri Guarini; l’Istituto Steiner; l’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato Zerboni e l’Istituto Istruzione Superiore Majorana.

      Aeronautica

      E' morto Stelio Frati, padre dell'SF.260

      È morto a 91 anni Stelio Frati, uno dei più creativi ingegneri aeronautici italiani del dopoguerra. Tra i suoi progetti più famosi l’aereo sportivo F.8L Falco, per il quale vinse nel 1960 il Compasso d’Oro, e l’addestratore SF.260, costruito in circa 900 esemplari e tuttora in produzione presso Alenia Aermacchi. Dotato di un innato senso estetico, si era specializzato in un’unica categoria di velivoli della quale era diventato un indiscusso maestro in grado di sfruttare al massimo le possibilità concesse dalle normative tecniche ad aerei di concezione classica.
      Nato il 26 aprile 1919 a Milano, Frati si laureò in ingegneria nel 1943 al Politecnico di Milano, dove fu assistente per oltre dieci anni.
      Nel 1946, con l’appoggio della ditta modellistica MOVO, iniziò la costruzione del monoposto leggero FM.1 "Passero", che effettuò il primo volo a Venegono l’11 novembre 1947. Era il primo di una famiglia di oltre venti tipi, per lo più monomotore, costruiti in piccola serie o in esemplare unico per piloti sportivi e piccole aziende.
      Così l’F.4 Rondone (a destra in versione con motore in linea) nacque nel 1950 per Iginio Guagnellini, che vi vinse innumerevoli gare e indusse Mario Vietri a commissionargli una macchina per batterlo. Di fronte alla richiesta di una produzione in serie, Vietri diede vita all’Aviamilano e Frati creò l’F.8 Falco, tuttora disponibile in kit per costruzione amatoriale. Sul Falco conseguì il brevetto di pilota, diventando uno dei pochi progettisti a brevettarsi su di un proprio progetto. Dalla sua evoluzione metallica F.250 nacque quindi l’SF.260, prodotto in larga serie dalla SIAI Marchetti.
      Nel 1970 costituì con il fratello Lamberto Frati la General Avia, che si proponeva di sviluppare aerei da affidare poi alle grandi case costruttrici per la realizzazione in serie. Questo gli consentì di procedere con la massima libertà, ma paradossalmente la produzione in serie dell’F.22 Pinguino coincise con la cessione della General Avia a nuovi proprietari.
      Questo non interruppe la sua vena creativa. Per i nuovi proprietari Frati avviò l’F.220 Airone II, passando quindi a sviluppare l’F.300 in compositi per le Iniziative Industriali Italiane di Furio Lauri. Dopo un progetto per un velivolo a reazione, non costruito, alla soglia dei 90 anni Frati raccolse la sfida dei nuovi aerei leggeri creando per la Golden Car l’F.30 (sotto, a sinistra) e l’F.10 Brio, presentato ancora incompleto al salone di Friedrichshafen 2010 .




      Corriere della Sera Esteri
      Edmond salis ci ha impiegato 40 minuti, 3 in più rispetto al 1909



      Ancora un Bleriot in volo sulla Manica


      A cent'anni dall'impresa un pilota francese ha attraversato lo stretto con lo stesso aereo CALAIS (Francia)- In volo sulla Manica. Fin qui nulla di straordinario, ma Edmond Salis ha attraversato lo stretto con un Bleriot, un aereo identico a quello usato nel 1909, quando l'impresa è stata compiuta per la prima volta. Salis, vestito come un pilota dell'epoca con casco in cuoio, occhiali e gilet di salvataggio, è decollato da Bleriot-Plage, un aeroporto fuori Calais in Francia, ed è arrivato 40 minuti dopo a Dover. Ad aspettarlo una cerimonia in commemorazione per i cent'anni dall'impresa. -->
      IL VOLO- «All'inizio ero un po' in apprensione a causa delle condizioni meteorologiche, poi quando ho visto le scogliere di Dover mi sono tranquillizzato. È stato un momento molto emozionante», ha spiegato il pilota francese alla fine del volo. Per sicurezza un paio di elicotteri hanno seguito il Bleriot XI lungo tutto il percorso.
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      LA MANIFESTAZIONE- Erano le 4.14 di mattina 25 luglio 1909, quando Louis Blériot pioniere dell'aviazione moderna, partì da un posto vicino a Calais, ribattezzato nel 1936 Bleriot-Plage, e atterrò in un prato vicino a Dover all 5.18. Aveva coperto il 43 chilometri in 37' alla velocità media di 65 km/h. Tre minuti in meno rispetto a quello celebrativo. L'aereo, appunto un Bleriot XI, è un monoposto che ha rivoluzionato le regole della progettazione aeronautica. Oltre al volo commemorativo sono stati anche compiuti una serie di attraversate con monoposti storici e organizzato manifestazioni sia a Calais sia a Dover.
      27 luglio 2009



      Recensione di ROMBA IL MOTORE


      Ad alta quota si librano alcune delle storie più appassionanti dell'Italia e degli italiani. Storie di macchine e di sfide, storie di voli che oltrepassa-no i confini e raccontano l'amore di uomini per il progresso scientifico e per il loro paese.

      Il volo esercita da sempre un fascino favolisti-co, nutre un immaginario mitico, viene associato al superamento dei limiti, a volte persino alla fol-lia. Questo libro parla di aerei e di piloti, dai pio-nieri che per primi sperimentarono l'ebbrezza del-l'altitudine su mongolfiere e dirigibili, agli adepti della «religione della velocità» che ispirarono l'ae-ropoesia e il movimento futurista; riscrive la sto-ria del volo mettendo a confronto le vicende dei partigiani e dei fascisti, protagonisti di scontri ad alta quota, diversi negli ideali, ma simili nella pas-sione per il volo.
      Romba il motore è un racconto di grandi impre-se, costellato di episodi piccoli e dimenticati, come quello del saluto ad alta quota tra i nemici giurati Goffredo de Banfield, l'Aquila di Trieste, e l'asso ro-magnolo Francesco Baracca, incrociatisi tra le nu-vole del Carso il giorno di capodanno del 1917. Tra le imprese aeree a cui dà voce il libro ci sono quel-le avvincenti di Luigi Rugi e di Luigi Gorrini, al co-mando di Folgori e Saette, entrambi leali e generosi patrioti, e tuttavia nemici, l'uno militante nei parti-giani di Tito, l'altro nelle file nazifasciste; c'è la vi-cenda oscura e spesso taciuta del massacro con-golese di Kindu, dove tredici aviatori italiani furono massacrati, fatti a pezzi, venduti al mercato e man-giati. E c'è quella picaresca di Guido Keller, alias Asso di cuori, amico di D'Annunzio e, si narra, co-lui che lo convinse a guidare l'impresa di Fiume.
      C'è tutto quello che è successo tra le nuvole ne-gli ultimi cent'anni, per capire quanto ingegno e tenacia ci siano voluti per rendere possibile, oggi, il semplicissimo gesto di salire in aereo e pren-dere il volo.

      Sommario
      Introduzione
      Alessandro Marzo Magno 11
      La rotta delle aeronavi. Nascita, destino e declino dei dirigibili Pietro Spirito 13

      I pionieri dell'idrovolantismo nel Golfo della Spezia Graziano Tonelli 27
      Goffredo de Banfield, l'Aquila di Trieste Alessandro Marzo Magno 45
      Francesco Baracca. Mito e realtà dell'aviatore italiano Barbara Bracco 69
      Alla Conquista del Sole. La parabola impossibile di Guido Keller Marco Cuzzi e Andrea Vento 79
      Come il biscione mise le ali. Guida agli uomini e ai luoghi dell'aviomania ambrosiana Andrea Vento 107
      Luciano e Romano. La diversa propaganda aviatoria nel regime fascista Marco Cuzzi 121
      La strana storia degli aerei italiani di Zahir Shah Andrea Vento 135
      Anno 1941. La Regia Aeronautica in Iraq Alessandro Marzo Magno 147
      Il pilota nella neve Andrea Vento 155
      Luigi Gorrini, solo contro troppi Andrea Benzi 165
      Luigi Rugi e i partigiani del cielo Giacomo Scotti 181
      «Non posso che chiedervi scusa.» La tragedia di Kindu Marco Cuzzi 209

      Note 227
      Bibliografia 235
      Ringraziamenti 243
      Indice dei nomi 245

      Sparato in coda egli spara in coda il suo aggressore ma si sente meno rapi-do di lui svincolarsi e volare contro un altro mirare bene precipitandolo ne raggiunge un terzo volandogli vici-no distanza minima papapapa e il col-pito s'impenna sembra fare acrobazie poi scendere sparire fra boschi tetri nel pianto d'una pioggerella fine fine fine. L' aeropoema del Golfo della Spezia FILIPPO TOMMASO MARINETTI

      Introduzione
      di Alessandro Marzo Magno
      Tutti a naso all'aria per osservare la meraviglia che ronza lassù, nell'azzur-ro: il volo esercita un fascino infantile, favolistico, venuto meno in tempi di spostamenti di massa, ma ancora vivo se l'oggetto da ammirare non è un lontano jet di linea, ma un paperottolo che rumoreggia tra le nubi, o un elicottero che vola basso sopra le colline. Allora si torna al fascino pri-migenio, alle sensazioni che si provavano quando il cielo era percorso da dirigibili o biplani. Anche i piloti rientravano nella categoria del meravi-glioso: medioevali cavalieri erranti ai tempi dei pionieri, stimolo erotico dell'immaginario femminile all'esordio della Seconda guerra mondiale; perdono parte del loro appeal solo dopo che piloti dall'alto dei cieli de-moliscono bombardandole le città di mezza Europa: cominciano í tede-schi con Coventry, finiscono gli anglo-americani con Dresda.
      Questo libro racconta storie di volo, di aerei e di piloti, partendo da-gli esordi, dai palloni aerostatici e dai palloni dotati di motore, i dirigibili. Sono storie italiane o legate all'Italia, storie antiche le cui vestigia soprav-vivono fino ai nostri giorni: nel milanese sono ancora visibili i capanno-ni dove si assemblavano i dirigibili o i campi di volo dove traballavano i biplani. Storie di cavalleria e di eroi che si incontrano e si salutano sen-za combattere e la cui memoria sopravvive nella toponomastica e nel mi-to. Storie di contrapposizioni tra «più pesanti» e «più leggeri» dell'aria, tra acqua e terra, tra idroscali e aeroporti. Storie di divisioni, di italiani che combattono su fronti opposti, specchio di un Paese lacerato. Storie divertenti di pazzoidi che dormono nudi sugli alberi, storie affascinanti di voli in terre lontane, siano la Russia, l'Iraq o l'Afghanistan, storie tra-giche di uno dei più crudeli massacri della storia dell'Italia repubblicana, a Kindu, in Congo.
      Se oggi entrare in un aereo è diventato un gesto semplice come salire su un autobus lo dobbiamo a loro, a questi nonni e padri dell'aeronauti-ca moderna, lo dobbiamo a eroi famosi, come Francesco Baracca, e a eroi silenziosi, come i meccanici e i collaudatori che perdevano giorni, notti, e qualche volta la vita, per permettere ai quei «cosi» di librarsi nell'aria. Serbiamone la memoria, ricordiamo i sacrifici degli uomini dell'aeronau-tica, a partire dai tempi in cui un'aeronautica non esisteva ancora e a salire nel cielo erano gli ufficiali di marina, o dell'esercito, meglio se di cavalle-ria. Che cos'è un aereo se non un cavallo alato, un Pegaso che si alza leg-gero sopra le teste di tanti piccoli esseri, laggiù, a terra?

      Andrea Benzi, piacentino, avvocato, collabora con Orion e Rinascita. Tra le sue pubblicazioni, 11 volon-tarismo di guerra e l'Associazione volontari di guer-ra a Como (Isvig 2007).
      Barbara Bracco, milanese, docente di Storia con-temporanea a Milano. Tra le sue pubblicazioni, Me-moria e identità dell'Italia della Grande guerra (Uni-copli 2002).
      Marco Cuzzi, milanese, insegna Storia contem-poranea a Milano. Ha pubblicato L'internazionale del-le camicie nere (Mursia 2005) ed è coautore de La guerra dei dieci anni. Jugoslavia1991-2001 (di pros-sima uscita nella collana Tascabili Saggiatore).
      Alessandro Marzo Magno, veneziano, giorna-lista, per il Saggiatore ha curato La guerra dei die-ci anni. Jugoslavia 1991-2001 e Rapidi e invisibi-li. Storie di sommergibili. Ha pubblicato inoltre La carrozza di Venezia. Storia della gondola (Mare di carta 203138).
      Giacomo Scotti, fiumano, giornalista, ha scrit-to racconti, poesie, romanzi, saggi storici e fiabe per bambini.
      Pietro Spirito, triestino, giornalista de II Picco-lo, ha scritto tra l'altro il romanzo Un corpo sul fon-do (Guanda 2007).
      Graziano Tonelli, spezzino, già direttore dell'Ar-chivio di Stato della Spezia, lavora alla Soprintenden-za archivistica per la Liguria.
      Andrea Vento, pilota, romano di nascita e mila-nese d'adozione, è direttore delle relazioni interna-zionali del Comune di Milano.
      M. Cuzzi, P. Spirito, G. Tonelli e A. Vento sono coau-tori, insieme ad A. Marzo Magno, di Rapidi e invi-sibili. Storie di sommergibili (il Saggiatore 2007).
      In copertina: Wilfred Hardy, Gloster Gladiator, © The Bridgeman Art Library, Archivi Alinari, Firenze

      Romba il motore nei cieli della storia. Vola grazie all'ingegno dei grandi progettisti italiani, accende i cuori con le imprese degli aviatori.




      Bresciaoggi.it Un momento della conferenza stampa di presentazione del progetto





      La sicurezza arriverà dal cielo










      IL PROGETTO. Prende il volo il Patto anti-criminalità siglato da 12 Comuni. Nel mirino dell'aerosorveglianza ci saranno soprattutto i reati ambientali Da Adro a Chiari passando per il Parco dell'Oglio un velivolo vigilerà sull'Ovest Bresciano 16/05/2009
      Prende letteralmente il volo il Patto di pubblica sicurezza siglato due anni fa da dodici paesi dell'Ovest Bresciano e la Provincia. Ieri mattina, nel municipio di Chiari, Comune capofila del protocollo d'intesa, il sindaco Sandro Mazzatorta ha presentato l'ambizioso progetto di aero-sorveglianza che verrà presentato al Governo in vista del nuovo finanziamento straordinario da 100 milioni di euro allegato al pacchetto sicurezza nazionale. ENTRO I PROSSIMI GIORNI, il piano d'intervento sarà trasmesso alla Prefettura e quindi al Ministero degli Interni chiamato ad assegnare materialmente i finanziamenti. L'investimento per vigilare dall'alto dei cieli su un bacino di 100 mila abitanti assomma a 260 mila euro.«Di questo budget - ha spiegato il comandante della Polizia locale di Chiari Michele Garofalo - circa 80 mila euro saranno necessari per l'acquisto di un ultraleggero, mentre il resto garantirà il funzionamento del servizio per i prossimi cinque anni, comprendendo le spese di manutenzione del velivolo come pure i costi di addestramento e le uscite straordinarie degli agenti». Dopo circa sei mesi di corso saranno avviati al volo 4 agenti di Polizia locale e un ufficiale, che potranno pilotare l'ultraleggero. Saranno formati alla scuola di volo «Vittoria Alata» diretta da Davide Turelli in seno all'aviosuperficie di Comezzano-Cizzago, da dove si alzerà il piccolo aereo destinato al monitoraggio del traffico, ma anche ad emergenze in termini di protezione civile e di criminalità, oltre che di abuso in ambito edilizio. DEL SERVIZIO NE BENEFICERÀ anche il consorzio Parco Oglio Nord che ieri, come confermato dal presidente Sergio Franza, ha ufficializzato il suo ingresso nel Patto di pubblica sicurezza, beneficiando sin dall'inizio di pattugliamenti aerei del proprio territorio, che complessivamente si estende per 14 mila ettari. «In realtà - ha spiegato Franza - il Consiglio di amministrazione mi ha dato mandato di aderire per ora limitatamente alla sponda bresciana e credo che sia un atto dovuto visto che già quattro Comuni di quest'area aderiscono al patto. Si tratta di Rudiano, Urago, Pontoglio e Palazzolo. Ciò ci consentirà di tenere sotto controllo incendi, esondazioni, abusi escavatori e anche reati ambientali». Ma anche il coordinamento tra le guardie ecologiche volontarie (una decina quelle impegnate sul Bresciano) e la Polizia locale dovrebbe consentire un miglioramento della lotta contro i reati ambientali. OGGI INFATTI, per quanto riguarda il personale, il Consorzio naviga davvero in cattive acque, se si considera che tutte le guardie sono volontarie e che soltanto il primo gennaio 2009 è avvenuta la prima assunzione di una guardia alle dipendenze del Parco. «L'ampliamento del patto al Parco - ha spiegato Mazzatorta - non fa altro che confermare la bontà dell'intesa e potenziare anche sotto il profilo ambientale il nostro intervento. Dei quattro obbiettivi fissati dal Governo per lo stanziamento dei finanziamenti due ci riguardano direttamente: sono la lotta all'immigrazione clandestina e gli interventi di sicurezza urbana». Attualmente il Patto di sicurezza coinvolge, oltre alla Provincia, i Comuni di Chiari, Rovato, Coccaglio, Rudiano, Urago d'Oglio, Pontoglio, Palazzolo, Adro, Erbusco, Capriolo, Trenzano e Castelcovati. Sul bacino vigilano complessivamente 78 agenti. Massimiliano Magli
      Massimiliano Magli










      Un giro d’Europa in memoria di Angelo D’Arrigo












      Giovedì 14 Maggio 2009 14:48 Red




      Sarà presentato sabato 16 maggio alle 10 del mattino, nel corso di una conferenza stampa organizzata nella scuola di volo Etna fly di Calatabiano, il progetto Flying around Europe: un giro d'Europa in 20 giorni in memoria di Angelo D'Arrigo. Protagonisti dell'iniziativa proprio gli istruttori di volo dell'Etna fly, campo dove l'etologo e scienziato del volo di fama internazionale, morto nel 2006 in un tragico incidente aereo, ha preparato tante delle sue memorabili imprese, alcune delle quali l'hanno portato ora a sorvolare il deserto, ora raggiungere le vette più alte della Terra.
      La spedizione, di cui faranno parte Claudio e Franco Italiano, Nicola Chimisso e Giuseppe Sgarlato, partirà dalla Sicilia il prossimo primo luglio percorrendo più di 10 mila chilometri tra Austria, Germania, Belgio, Francia, Regno Unito, Spagna e infine Portogallo, prima di rientrare in Italia. Un lungo viaggio su due autogiri ultraleggeri che non si avvarranno di alcun supporto logistico da terra.
      "Quello che vogliamo - dice Franco Italiano - è ricordare uno straordinario istruttore, ma soprattutto un grande amico. Questa missione è il nostro ringraziamento per tutti gli insegnamenti che ci ha dato: per come ci ha dimostrato che un uomo può spingersi oltre i propri limiti con tanta prudenza, saggezza e determinazione. Proprio per questo lo ricorderemo attraverso il volo, come sarebbe piaciuto a lui".
      Un progetto nato, oltre che per onorare Angelo D'Arrigo, anche per raccogliere fondi per la Fondazione intitolatagli dopo la scomparsa. Un sodalizio che ha promosso progetti di solidarietà in Sicilia e in Italia (nelle carceri, negli ospedali e nelle scuole) e dato vita a iniziative di rilevanza internazionale, costruendo un asilo nido e una postazione medica (inaugurata proprio all'inizio di questo mese) in Perù.
      "Questa missione - dice Laura Mancuso, moglie di D'Arrigo e presidente della Fondazione - rappresenta una grande impresa sportiva e uno straordinario gesto di solidarietà. Ringrazio i piloti che vi prenderanno parte perché, oltre a dare un aiuto concreto alla Fondazione, con questo viaggio porteranno in giro per l'Europa il nome di Angelo, continuando a mantener vivo lo spirito che animava ogni sua impresa".
      All'incontro con la stampa di sabato mattina saranno presenti tutti i piloti che faranno parte alla missione e i rappresentanti della Fondazione Angelo D'Arrigo, tra i quali il presidente Laura Mancuso.









      Cronaca






      Aeronautica/ Domani a Roma apre la mostra



      "Il secolo con le ali" In occasione celebrazioni 100 anni primo volo militare in Italia






      postato
      ('2009-05-13T13:04: 4 ore fa da APCOM




      Sarà inaugurata domani a Roma, presso il Palazzo della Scienza Universale all'Eur, e rimarrà aperta al pubblico fino al 7 giugno 2009, la mostra "Il secolo con le ali", realizzata dall'Aeronautica Militare in occasione delle celebrazioni per i cento anni del primo volo militare in Italia, avvenuto ad opera di Wilbur Wright nel 1909 presso l'aeroporto romano di Centocelle. L'esposizione, già presentata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della cerimonia per gli 86 anni dell'Aeronautica Militare, svoltasi proprio a Centocelle il 30 marzo scorso, sarà aperta tutti i giorni, sabato e domenica compresi, dalle 10.00 alle 16.00 (unico giorno di chiusura previsto per il 2 giugno 2009, Festa della Repubblica). L'ingresso è libero. La cerimonia d'inaugurazione avrà luogo giovedì 14 maggio alle 16:30 presso i locali del Palazzo della Scienza Universale, che ospita al suo interno anche il Museo dell'Alto Medioevo (ingresso in via Lincoln n. 3). Saranno presenti autorità del Comune di Roma, dell'Aeronautica Militare ed i vertici di EUR S.p.A, il Presidente Ing. Paolo Cuccia e l'Amministratore Delegato Prof. Mauro Miccio. La Mostra, così come la promozione di altri eventi culturali negli ambienti dei palazzi storici di EUR SpA, si inserisce in un più ampio discorso di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare, che identifica la missione di EUR S.p.A. come valorizzazione di un patrimonio storico-architettonico di inestimabile valore. La Mostra "Il Secolo con le ali", curata dal Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle (Roma), attraverso una serie di interessanti fotografie, quadri, documenti ed innumerevoli testimonianze, intende guidare il visitatore in un percorso che nasce dall'epoca storica dei dirigibili e giunge all'aviazione militare di oggi e alle missioni di pace nelmondo, scorrendo le pagine delle memorabili imprese di grandi aviatori del passato come Antonio Locatelli, Arturo Ferrarin, Francesco De Pinedo, Italo Balbo e Umberto Nobile. Un'altra manifestazione, dopo quella inaugurale di Centocelle, pensata e voluta per ricordare e far conoscere al grande pubblico un anno speciale per l'aviazione militare in Italia, quel 1909 che con le prime dimostrazioni di Wilbur Wright a Roma, divenne un vero e proprio 'big bang' per tutto il mondo aeronautico e per la costituzione ufficiale dell'Aeronautica Militare in particolare. La conquista della "terza dimensione", avvenuta in modo così travolgente il secolo scorso, ha cambiato in pochi anni la vita dell'uomo, condizionando in modo dirompente molti aspetti delle relazioni e della convivenza sociale e divenendo parte integrante di quella rivoluzione culturale e tecnologica che ha caratterizzato il 900, il secolo con le ali appunto. Il 5° Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica ha previsto una serie di visite informative per gruppi di studenti delle scuole medie e superiori di Roma e provincia (per ulteriori informazioni Ufficio Relazioni con il Pubblico A.M. - tel. 06-49866626).

      Roma




      ANSA .it I FATTI DEL GIORNO









      I CAMPIONI DEL MONDO NEL CIELO SOPRA TORINO (E MONDOVI')





      Tra il 6 e il 14 giugno tutti col naso per aria. Il cielo sopra Torino ospita i campionati mondiali di sport aerei, e sara' solcato da macchine volanti giunte da novanta paesi per gareggiare in dieci discipline: acrobazia, aeromodellismo, deltaplano, mongolfiere, ultraleggero, parapendio, paracadutismo, alianti, elicotteri e velivoli sperimentali. Torino - con il piccolo aeroporto Aeritalia di Collegno Avigliana - e Mondovi' sono il baricentro delle gare del World Air Games: nelle selezioni di giugno 2007 hanno sbaragliato i candidati di Russia, Regno Unito, Danimarca e Australia, anche grazie alle importanti tradizioni industriali dell'aeronautica sul territorio, come Alenia, e alla spinta delle Olimpiadi 2006. E del resto quasi tutte le gare si terranno all'aeroporto torinese di Aeritalia, con l'eccezione delle mongolfiere, che prenderanno il volo a Mondovi', e di parapendio e deltaplani che si libreranno sul Lago Grande di Avigliana; l'unica specialita' indoor, l'aeromodellismo aero-musical, si disputera' al PalaRuffini di Torino. Ma non solo quel che accade per aria e' interessante: le tre citta' dei World Air Games si riempiono, per la settimana dei giochi, di eventi dedicati al grande sogno di Icaro. In piazza San Carlo, a Torino, ci vorranno esattamente 48 ore di lavoro senza sosta per costruire, da zero e sotto gli occhi di tutti, un vero aereo ultraleggero funzionante, che sara' collaudato l'ultimo giorno di gara; le scuole primarie, inoltrem saranno coinvolte in una gara ufficiale di aeromodellismo. Le competizioni di Avigliana e Mondovi' sono a ingresso libero; per tutte le altre i biglietti si possono acquistare su www.torinolympicpark.org. Il calendario delle gare e' su www.wag2009.com. (ANSA). 12/05/2009 14:46
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      World Air Games Torino: Olympic Park



      Lombardia/ Diversamente abili in volo per superare le barriere






      Al campo volo di Cogliate un'iniziativa per portatori handicap










      postato 2009-05-11T13:16:00 23 ore fa da APCOM
      "Ci sono sogni e sogni, ma se un sogno può trasformarsi in realtà, tutto diventa più bello". Sono le parole di Alessandro Paleri, pilota diversamente abile, leader del "Wefly Team" la pattuglia aerea, montata su ultraleggeri avanzati "Texan", interamente composta da piloti in carrozzina. Oggi, sul campo volo di Cogliate, in provincia di Milano, gestito da Stefano Favaro, Paleri è stato protagonista di una giornata speciale per avvicinare al volo le persone diversamente abili e mostrare loro che, a volte, basta poco per superare quei vincoli e quelle barriere che ci legano alla Terra, soprattutto per chi è costretto su una sedia a rotelle e che, suo malgrado, vive una situazione di reale disagio. Circa 20 portatori di handicap sono stati accompagnati sul campo volo per prendere familiarità con gli ultraleggeri ai comandi degli istruttori della scuola di volo "Vittoria Alata", Roberto Stefanelli e Luca Fini, e dello stesso Alessandro Paleri. I loro accompagnatori, inoltre, hanno avuto la possibilità di effettuare alcuni voli d'ambientamento. Il pilota del "Wefly team", poi, ha intrattenuto il pubblico dimostrando da solista l'intero display acrobatico normalmente eseguito dalla pattuglia durante le proprie esibizioni, compresi spettacolari passaggi con i fumogeni. "E' stata davvero una giornata memorabile per questi ragazzi - ha commentato Paleri, scendendo dal suo aereo -. Inoltre, aver visto che ai comandi c'era un pilota diversamente abile come loro è servito senza dubbio a farli sentire più coinvolti; a capire che, se lo si vuole davvero, nulla è impossibile e, appunto, anche per loro le fantasie possono diventare reali".






      EPIDEMIA MONDIALE:









      AFFARE ECONOMICO, FALSO ALLARME O GUERRA BIOLOGICA?














      Data: Sabato, 09 maggio @ 19:00:00 CDT Argomento: MedicinaA CURA DI INSURGENTE.ORG







      Alla feroce manipolazione mediatica internazionale vanno spuntando sempre più domande ed ipotesi senza risposta, che vanno dalla logica ed il buonsenso fino a teorie cospirative della più grande varietà di ordine e provenienza. E c'è un'altro aspetto più tangibile: il costo e l'impatto economico che avrà questa psicosi che potrebbe derivare in un enorme macro-commercio finanziario col salvataggio dei paesi colpiti, come già si scorge col Messico.Tutto quello che si distrugge bisogna "ricostruirlo", questa è la massima che segue sempre il sistema capitalista per strappare rendimento tanto delle crisi economiche, come delle catastrofi e dalle guerre. "Se non c'è guerra bisogna inventarla per fare affari", questa è la massima storica dei Rothschild, leader emblematici del sionismo finanziario.Questo principio si estende anche alle catastrofi naturali o alle epidemie dove - dietro il volto umanitario “dell’aiuto" – si muove un’implacabile struttura commerciale che serve a riattivare cicli parziali dell'economia ed il rendimento capitalista. Le catastrofi e le epidemie - vale chiarirlo - non solamente hanno effetti sulla salute, ma pesano anche sull’economia per mezzo delle risorse che si usano per sconfiggerle o dell'impatto che producono su tutto il sistema economico.Una crisi pandemica, una crisi economica o una guerra mettono in moto miliardarie risorse finanziarie per affrontarle. Quelle risorse (denaro, finanziamenti, medicine, alimenti, ricostruzione di infrastrutture, etc.), sono provviste e finanziate con fondi pubblici a garanzia dei governi, ma chi fa l’affare sono le grandi corporation bancarie, alimentari, tecnologiche ed i laboratori che intervengono nelle operazioni.Sono le stesse corporation e banche internazionali facenti parte del "complesso militare industriale" che speculano con le guerre e con la sucessiva fase di "ricostruzioni", che ottengono profitti economici con le catastrofi e le epidemie dove – in quanto “fornitori” dello Stato - si trasformano in fornitori delle risorse degli aiuti umanitari. Il capitalismo – è storicamente provato - non ha morale nè un'altra logica che non sia la ricerca del profitto e della concentrazione di ricchezza. In questo scenario qualsiasi teoria (per quanto cospirativa risulti) che riguardi benefici economici con l’epidemia suina, può arrivare ad essere reale.Qualcosa di certo: né i governi, né le organizzazioni internazionali della sanità possono descrivere né provare con precisione l'origine, i casi possibili, il grado di gravità e portata che può avere l'epidemia dell’influenza suina. Nonostante tutto, la macchina mediatica internazionale ha già creato una "psicosi mondiale" e conseguente isolamento di paesi e intere società, come è il caso del Messico, seminando il terrore con la possibilità di infezioni per "contatto umano." La mancanza di informazioni probanti alimenta a sua volta un universo di domande e di teorie cospirative che oggi attraversano - tanto velocemente come un virus - i quattro punti cardinali del pianeta.Allarmi e dubbi.Da una parte, organismi ufficiali notano che l'influenza suina si "aggrava" e che ha già attraverstato le frontiere di quattro continenti. Martedì, coi primi casi confermati in Medio Oriente, Asia e Pacifico, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dice di "prepararsi per una pandemia", cioè un'epidemia a livello globale. "I governi dovrebbero prendere le misure opportune per far fronte ad una possibile pandemia", ha segnalato il direttore generale aggiunto della Sicurezza Sanitaria dell'OMS, Keiji Fukuda, che ha ricordato che la cosiddetta "influenza spagnola" del 1918 uccise milioni di persone. "L'influenza si muove in una maniera che non possiamo prevedere", ha avvertito.I dati di questo mercoledì indicano che il Messico registra 152 morti e quasi 2.000 infettati, seguono gli Stati Uniti (con 68 casi), Canada (13), Nuova Zelanda (3), Gran Bretagna (2), Spagna (2), Israele (2), e Costa Rica (2). In altri 20 paesi, tra questi l'Argentina, si stanno analizzando "casi sospetti”.D'altra parte, mentre la stampa internazionale semina il terrore con titoli come: "Avanza la pandemia mondiale", o "Il virus della febbre suina è incontrollabile", governi ed organizzazioni ufficiali ridimensionano informazioni che minimizzano o riducono i numeri, dovendosi accertare che tutte le morti e gli infettati siano legati all'influenza suina. Curiosamente, il Messico ha confermato che dei 152 morti solo sette decessi sono per influenza suina, secondo le prove di laboratorio.Un altro aspetto che richiama l'attenzione è che fino ad ora non ci siano vittime mortali in altre parti del mondo dove la malattia si è manifestata solo con "sintomi moderati."D'altra parte, mentre si espande a livello planetario la "psicosi suina" attraverso i mass media, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Agricoltura e l'Alimentazione (FAO), informa che sta mobilitando squadre di esperti per aiutare ad accertarsi se il nuovo ceppo del virus H1N1 dell'influenza che ha ucciso numerose persone in Messico, abbia una connessione diretta coi i maiali. Cioè, secondo l'ONU, non c'è ancora la certezza che l'influenza sia "suina."Il Capo del servizio veterinario della FAO, Joseph Domenech, ha detto “che non c'è evidenza di una minaccia per la catena alimentare, allo stato attuale si tratta di un'emergenza a livello umano e non degli animali, ma dobbiamo essere vigili e preparati." Nonostante, e soprattutto a causa della "pressione mediatica", varie compagnie di turismo britanniche, agenzie di viaggio francesi ed una linea aerea canadese hanno sospeso i viaggi verso il Messico. Cuba ha cancellato tutti i voli con destinazione Messico per le prossime 48 ore e l'Argentina ha preso la stessa decisione fino a lunedì.Benchè l'OMS consideri prematuro limitare i viaggi nelle località colpite dal virus, Australia, Svizzera, Canada, Gran Bretagna, Francia, Italia, Olanda, Lussemburgo e Germania, sconsigliano di viaggiare verso il Messico. Il portavoce dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Gregory Hartl, ha riconosciuto martedì che ancora l'OMS non sa perché l'influenza suina si stia mostrando più grave in Messico che in altri paesi, allo stesso tempo ha precisato che l'agenzia dell'ONU non è a favore del fatto che si mettano restrizioni di viaggio o si chiudano frontiere."Non riusciamo a capire perché la malattia sia stata più grave in Messico", ha ammesso Hartl in una conferenza stampa. Il sindaco di Città del Messico, Marcelo Ebrard, si è unito alla psicosi segnalando che bisogna pensare agli abitanti di Città del Messico, che sono circa 19 milioni di persone, le quali devono "convivere per un lungo periodo di tempo con questo virus", il quale si trova "nel momento critico per evitare un contagio esponenziale."La Confederazione degli Industriali del Messico (Concamin) ha espresso in un comunicato la sua "preoccupazione per la decisione unilaterale del Governo del Distretto Federale di ordinare la chiusura di ristoranti, con conseguente applicazione di sanzioni."Secondo essa la misura non è stata raccomandata né vi è motivo di stare all'erta da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e queste affermazioni spingeranno e i consumatori a ricorrere ai commerci informali di vendita di alimenti, aumentando il rischio di acquisire malattie." Ma in sintesi, quello che più chiama l'attenzione è che ciò che ha ucciso massicciamente persone in Messico non è stata "l’influenza suina", (una minoranza dei casi), bensì un influenza con complicazione virali. Non è stato accertato che la pandemia sia "suina", né si è sicuri dell'origine reale del virus.Davanti al cumulo di contraddizioni che sorgono dall'informazione ufficiale: perché il terrore mediatico dell’epidemia?Epidemia di affari?Secondo un’articolo firmato dall'investigatrice Silvia Ribeiro pubblicato sulla “Giornata del Messico”, sono le imprese internazionali quelle che più ottengono: le imprese biotecnologiche e farmaceutiche che monopolizzano i vaccini e gli antivirali. Il governo ha annunciato che aveva un milione di dose di antidoti per attaccare il nuovo ceppo di influenza suina, ma non ha mai informato sul costo.Gli unici antivirali che hanno azione contro il nuovo virus, e brevettati nella maggior parte del mondo, sono di proprietà di due grandi imprese farmaceutiche: Zanamivir, con nome commerciale “Relenza” commercializzato da GlaxoSmithKline, ed Oseltamivir il cui nome commerciale è “Tamiflu”, brevettato da Gilead Sciences, dato in esclusiva a Roche. Glaxo e Roche sono la seconda e la quarta impresa farmaceutica su scala mondiale e, come col resto dei loro farmaci, le epidemie sono le loro migliori opportunità di commercio. Con l'influenza aviaria, tutte ottennero migliaia di milioni di dollari in guadagni. Con l'annuncio della nuova epidemia in Messico, le azioni di Gilead sono cresciute del 3%, quelle di Roche del 4% e quelle di Glaxo del 6%, e questo è solo il principio.Un'altra impresa che insegue questo succoso affare è Baxter che ha richiesto campioni del nuovo virus ed annunciato che potrebbe avere il vaccino in 13 settimane. Baxter, altra farmaceutica globale, al 22esimo posto, ebbe un incidente nella sua fabbrica a febbraio di quest’anno. Inviò un prodotto contro l'influenza a Germania, Slovenia e Repubblica Ceca, inquinato con virus di influenza aviaria. Secondo l'impresa furono errori umani e di processo, dei quali non può dare dettagli, perché dovrebbe rivelare processi brevettati. Non dobbiamo solo affrontare l'epidemia dell'influenza: anche quella del profitti.
      Guerra biologica? La rivista Pacifica - elaborata da un collettivo giornalistico con sede in California, ha intervistato diversi esperti degli Stati Uniti e del Messico, i quali allertano sulla possibile preparazione di armi chimiche nei laboratori del Pentagono e dei milionari benefici per le imprese farmaceutiche.È questo il caso dei laboratori Gilead Sciences Inc., diretti da Donald Rumsfeld, che hanno i diritti del farmaco "Tamiflu" che viene venduto come rimedio per l'influenza suina e che fece già profitti miliardari con l'influenza aviaria. Il giornalista Fernando Velázquez menziona un articolo dell'investigatrice Lori Price del sito web Globalresearch.ca, intitolato "La Febbre Suina distoglie l’attenzione dai documenti sulla tortura”, nel quale segnala che l'influenza suina, fabbricata probabilmente nei laboratori militari degli Stati Uniti, ha surclassato la notizia delle rivelazioni sulla tortura ordinate Servizi Segreti Americani (CIA) applicate a prigionieri di Guantánamo, Abu Ghraib ed in altre prigioni segrete.Lori Price sottolinea che l'attuale isteria provocata dal virus suino potrebbe dare grandi guadagni a Donald Rumsfeld. L'ex Segretario della Difesa del governo Bush è direttore da 20 anni del laboratorio Gilead Sciences, Inc., la società con sede in California che fabbrica ed ha i diritti sul "Tamiflu", presunto rimedio per la malattia che sta terrorizzando il mondo.Fernando Velázquez ha anche intervistato il giornalista Ralph Schoenman, produttore del programma radio "Taking Aim", che trasmette sulla stazione WBAI di New York. Schoenman afferma che i laboratori militari degli gli Stati Uniti stanno perfezionando armi biologiche con virus suini, l'aviaria, l'asiatica ed altre malattie per le quali non c'è risposta immunologica.Fernando Velázquez aggiunge anche che documenti declassificati nel 1956 e nel 1958, rivelano che l'esercito statunitense creò grandi quantità di zanzare in Florida e Georgia per verificare se gli insetti avessero potuto essere usati come armi disseminatrici di malattie, e che nel 1969 più di 500 studenti di 36 paesi si laurearono in corsi di guerra epidemiologica nella scuola di chimica dell'esercito di Fort McClellan in Alabama.Titolo originale: "Pandemia mundial: ¿Negocio capitalista, falsa alarma o "guerra biológica"?"Fonte: http://www.insurgente.org/Link







      01.05.2009 Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LILIANA BENASSI
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      Tempo Libero [06/05/2009]







      Prova a volare!







      A cura di e.z.p. Fino al 14 giugno le Officine Grandi Riparazioni di Torino (corso Castelfidardo 18) opsitano la mostra Prova a volare. Storia e interattività si intrecciano in questo percorso curato da Neva Capra, partito da Trento il 19 aprile 2008.Un viaggio tra le simulazioni di volo dei primi aeroplani fino alle esplorazioni spaziali, in cui si potranno ammirare due esemplari, unici al mondo, dei primi simulatori di volo realizzati a Torino nel 1917 dall'ingegnere Ettore Barsanti per il Battaglione Aviatori di Venaria Reale. Per la prima volta venivano introdotte due fondamentali variabili nel volo: quella psicologica e quella fisiologica dei piloti. Variabili fino ad allora decisamente scontate, se si pensa che 90 incidenti aerei su 100 erano dovuti ai limiti fisici, come la poca resistenza agli sbalzi di pressioni e problemi alla vista.Ad affiancare questi straordinari reperti strumentazioni scientifiche d'epoca, video-installazioni e postazioni interattive. Sarà inoltre possibile prendere parte a dei voli simulati attraverso dispositivi realizzati per piloti civili e militari. L'Ogr proietterà durante l'esposizione 140 volti di aspiranti piloti che superarono l'esame della campana ipoborica.







      Di loro ci restano le facce e i numeri di matricola, ma non i nomi, che potranno grazie a questa mostra essere riconosciuti dai visitatori.







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      5 maggio, 2009
      di Giovanni Pasqua
      Siete amanti dell’aereomodellismo e ansiosi di mostrare a tutti quanto siete bravi?
      Torino allora è il posto giusto per voi!

      Candidatasi per i nuovi World Air Games, il 1 giugno 2007 Torino ha ottenuto la vittoria sui quattro finalisti di Australia, Regno Unito, Russia, Danimarca.
      Ed oggi tra il 7 ed il 13 giugno 2009 a Torino si svolgeranno I World Air Games, ovvero i giochi mondiali dell’aria. Tutti gli sport aerei, dal volo libero, cioè senza motore in deltaplano e parapendio, agli alianti, mongolfiere, elicotteri, velivoli sperimentali, paracadutismo e modellismo daranno vita a spettacoli che coinvolgeranno tutta la regione, in una vera Olimpiade degli sport aerei.L’evento, legato alla centenaria tradizione aeronautica italiana, si prospetta emozionante e coinvolgente. Le sedi dell’evento saranno: Torino, Mondovì e Avigliana. Per consentire al pubblico di godere al meglio delle competizioni giornaliere verranno attrezzate aree con simulatori, esposizioni e megaschermi nelle principali piazze della città. Sono anche previste conferenze, mostre a tema, e numerosi eventi collaterali per un programma tutto dedicato all’aviazione.

      I World Air Games includono tutti gli sport dell’aria, dalla acrobazia a motore al volo a vela e agli elicotteri, dal paracadutismo al deltaplano, dal parapendio alle mongolfiere, dai palloni a gas all’aermodellismo, dagli ultraleggeri ai velivoli sperimentali. Ognuno di questi sport vedrà la presenza dei migliori atleti del mondo appositamente selezionati in un contesto predisposto per coinvolgere il pubblico. Delle 27 competizioni previste, 21 si svolgeranno presso l’aeroporto di Torino Aeritalia. L’evento non si limiterà solo al puro aspetto agonostico ma oltre alle cerimonie spettacolari di apertura e chiusura, durante tutta la settimana ci saranno manifestazioni collaterali, culturali e di intrattenimento incentrate sul volo.
      L’evento, nella sua globalità, non si limiterà al puro aspetto agonistico. Oltre ad attraenti cerimonie di apertura e chiusura, nel corso della settimana dei World Air Games è infatti prevista una serie di manifestazioni collaterali, culturali e di intrattenimento incentrate sul volo, fra cui una rassegna di film aeronautici, mostre tematiche, la costruzione pubblica di velivoli leggeri in centro città, gare con piccoli aeromodelli basici fra i bambini delle scuole, convegni a carattere aeronautico, concerti con richiami al mondo del volo.

















      Venerdì prossimo, 1° maggio, la stagione ufficiale della Pattuglia Acrobatica Nazionale dell’Aeronautica Militare sarà inaugurata dalla consueta manifestazione "in casa" dedicata ai club Frecce Tricolori; la PAN, d’altronde, è l’unica pattuglia al mondo ad avere dei fan club.La manifestazione si terrà alle ore 11:00 sulla base aerea di Rivolto, la home base della PAN in provincia di Udine, e prevede l’esibizione dei 10 velivoli della Pattuglia Acrobatica Nazionale, anticipata da presentazioni in volo di velivoli del Reparto Sperimentale Volo (C-27J, Tornado, AMX ed Eurofighter) ed un evento dimostrativo di Combat Search and Rescue (CSAR) con elicotteri AB-212 e HH-3F.L’evento sarà trasmesso in diretta (dalle 11:00 alle 13:15) su Rai Sport Più, in chiaro sul Canale 227 di Sky e visibile anche sul Digitale Terrestre, mentre in differita integrale su Raidue dalle 15:00 alle 17:15, ed in diretta Internet dalle 09:00.La manifestazione è stata preceduta da due "anteprime delle Frecce






















      Da Dedalo NEWS 16 Aprile 2009 - 5:15 pm di: G. AlegiNews























      I 306 orfani assistiti dall’Opera Nazionale per i Figli degli Aviatori (ONFA) hanno deciso attraverso il proprio istituto di destinare 10.000 euro a favore degli orfani nelle zone terremotate dell’Abruzzo. Lo ha reso noto, attraverso l’Aeronautica Militare, l’organizzazione che da oltre 70 anni assiste gli orfani del personale militare dell’Aeronautica Militare deceduto per qualsiasi causa, nonché i figli dei militari dell’Aeronautica Militare grandi invalidi di prima categoria. L’ONFA è tra gli enti ammessi dal ministero delle Finanze a ricevere, senza oneri aggiuntivi per il contribuente, la donazione dell’5 per mille delle dichiarazioni dei redditi

      Emissioni San Marino13.03.2009 09:33










































      Emissioni San Marino
      13.03.2009 09:33
















      Giochi Mondiali dell'Aria: da San Marino quattro francobolli
















      Si apre con i quattro francobolli dedicati ai Giochi Mondiali dell'Aria in programma a Torino dal 6 al 14 giugno, la sfornata di emissioni prevista dall'Azienda filatelica di San Marino per il prossimo 14 aprile. La terza edizione di questo evento tra i più importanti a livello mondiale, ospiterà a Torino e dintorni, sportivi ed appassionati di oltre dieci discipline aviatorie, dall'acrobazia a motore, al paracadutismo al deltaplano, dal parapendio alle mongolfiere, agli ultraleggeri. I dentelli sammarinesi raffigurano in modo allegorico alcuni volatili alle prese con alcuni giochi "aerei".
      di Francesco De Carlo


      I Giochi Mondiali dell'Aria costituiscono l'evento internazionale più importante dedicato all'aviazione sportiva. Quest'anno la terza edizione dei "World Air Games" si svolge in Italia: sarà Torino, dal 6 al 14 giugno, ad ospitare gli appassionati di sport dell'aria - dalla acrobazia a motore al volo a vela e agli elicotteri, dal paracadutismo al deltaplano, dal parapendio alle mongolfiere, dai palloni a gas all'aeromodellismo, dagli ultraleggeri ai velivoli sperimentali - provenienti da tutto il mondo.
      Oltre che nel capoluogo piemontese (dove nel Palazzetto dello Sport "Palaruffini" si svolgerà la gara di Aeromodellismo Indoor Aero-musical), i numerosi eventi sportivi si svilupperanno anche presso l'aeroporto Aeritalia, sui laghi di Avigliana e a Mondovì.
      A sottolineare questa grande kermesse dell'aria, tra competizioni, dimostrazioni e tentativi di nuovi record, vi saranno i quattro francobolli che l'Azienda Filatelica e Numismatica di San Marino ha in programma di emettere per il 14 aprile: con nominali da 0,60€, 0,85€, 1,50€ e 1,80€, i dentelli raffigurano alcuni volatili giocosamente all'opera con avio-apparecchi come l'elicottero, l'aliante, la mongolfiera e l'aeroplano. Un modo leggero e colorato di rappresentare l'allegoria degli sport dell'aria.
      I francobolli e i prodotti filatelici di San Marino possono essere acquistati, come di consueto, online sul sito web dell'AASFN a partire dal giorno d'emissione.
      Link:Sito ufficiale dei World Air Games "Torino 2009"
      Caratteristiche dell'emissioneData emissione: 14 aprile 09Valori: quattro valori da € 0,60-0,85-1,50 e 1,80Tiratura: 90.000 serieStampa: in offset a quattro colori a cura di Cartor Security Printing















      Formato del francobollo: 35x35mm.















      Dentellatura: 13 ¼ x 2Bozzetto di Raniero Forcellini















      Fogli: da 20 francobolli






























      Dedalonews



















      L’ENAC concede l’autosorveglianza per gli aerei di costruzione amatoriale

































      Scritto da G. Alegi Il 1 Marzo 2009 @ 21:38 Nella sezione Aeronautica

































      È più facile la strada per chi voglia costruirsi un Ansaldo SVA o un Caproni Ca.3 o rimettere in volo un vecchio aliante Spatz. Grazie da un nuovo accordo con l’ENAC, la Federazione dei Costruttori di Aeromobili Amatoriali e Storici (FCAP ) potrà infatti sorvegliare la costruzione degli aeromobili amatoriali e il restauro di quelli storici, nonché il mantenimento dei loro requisiti di aeronavigabilità. Dal punto di vista formale ENAC ha firmato con FCAP un "contratto per la fornitura di servizi". Sotto quello pratico, il documento siglato nei giorni scorsi è un momento storico. Si tratta della prima volta che ENAC attua una previsione che esisteva da tempo nel proprio regolamento tecnico, riconoscendo che FCAP si è dotata di una struttura tecnica idonea. Il vantaggio principale dovrebbe essere nella maggior rapidità dei tempi di verifica e autorizzazione. Il contratto ha durata di tre anni nel corso dei quali l’ENAC dovrà effettuare almeno una volta all’anno una verifica sul mantenimento dei requisiti per lo svolgimento delle funzioni richieste. A 32 anni dalla Circolare 15 con la quale l’allora Registro Aeronautico Italiano permise ai privati - non ditte - di ottenere un certificato di navigabilità speciale per gli aerei di propria costruzione. Aerei veri, non ultraleggeri, ma comunque senza scopo di lucro e senza la possibilità di effettuare lavoro aereo. Quella normativa, più volte aggiornata sino all’attuale NAV 15D, ha permesso la costruzione di 141 velivoli amatoriali di cui 56 hanno ancora il certificato in corso di validità. L’Italia segue così la strada tracciata da altri paesi europei, nei quali da tempo una serie di attività di carattere tecnico-amministrativo sui velivoli amatoriali sono state delegate alle loro associazioni quali la Popular Flying Association britannica. In Italia, ferma restando la possibilità del singolo costruttore di chiedere la sorveglianza diretta da parte di ENAC per l’intera costruzione, le «valutazioni tecniche principali» saranno comunque effettuate dall’ENAC.La FCAP, oggi presieduta dall’ing. Rodolfo Galli, già direttore territoriale del RAI di Milano, comprende cinque associazioni territoriali (in Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte e Toscana) e una diffusa (CAP Italia, presieduta da Giancarlo Zanardo).
      In alto, d’ora innanzi una replica dello Spad XIII potrà essere costruita sotto la sorveglianza del CAP (foto Alfonso Mino). A destra, il logo della FCAP simboleggia lo spirito dei costruttori amatoriali.

      Articolo stampato da Dedalonews: http://www.dedalonews.it/it
      URL dell'articolo: http://www.dedalonews.it/it/index.php/03/2009/lenac-concede-lautosorveglianza-per-gli-aerei-di-costruzione-amatoriale/

















      Grandi novità IANTD e Acquamarina all'EUDI Show 2009


















      Cari subacquei ed appassionati,

      grandi novità ed iniziative nell’isola IANTD – Acquamarina presente all’EUDI Show 2009 a Roma dal 27 febbraio al 2 marzo. Nello stand IANTD sarà presente ed acquistabile il nuovo TECHNICAL DIVER MANUAL e le IANTD Expeditions presenteranno i loro nuovi programmi per il 2009.

      Infatti, questa sarà la grande novità spinta dall’interesse sempre maggiore di subacquei che ci chiedono di partecipare a queste attività. Sono stati preparati specifici programmi denominate Member Development Programs che formeranno attraverso una istruzione sia subacquea che culturale i nuovi membri che potranno partecipare alle IANTD Expeditions.

      I programmi spazieranno dall’ archeologia subacquea all’ archivistica, dalle operazioni nautiche e sicurezze d’immersione alle tecniche di rilevamento e misurazione dei relitti, dalla identificazione navi alla storia della navigazione, dalle tecniche di penetrazione nei relitti alle arti marinaresche e alla identificazione relitti e molto altro sia livello accademico che pratico.

      Il primo corso pilota si svolgerà all’Isola d’Elba, a Marciana Marina, presso il Technical TF Elba Diving dal 3 al 10 maggio, le altre attività delle IANTD Expeditions si svolgeranno con due spedizioni archeologiche: una sulla Szent Istvan a giugno ed una sullo Scirè a settembre, altri corsi Member Development Program sia a Marciana Marina che in altre locations, fra cui l’ultima a dicembre a Sharm el Sheik.

      Il potenziamento delle IANTD Expeditions insieme all’ultima spedizione sullo Scirè verrà presentato sul palco centrale dell’EUDI domenica 1 marzo alle 16,30; al termine verrà proiettato un trailer di 8 minuti del prossimo documentario IANTD Expeditions “SCIRÈ – IL SOMMERGIBILE DELLA DECIMA” e consegnati i brevetti e gli attestati di membro ai partecipanti delle passate spedizioni.


















      Come molti di voi già sanno la IANTD Expedition Scirè 2008 ha avuto una importante ed onorevole conclusione il 9 febbraio u.s. con la consegna ufficiale alla Marina Militare dell’autorespiratore ad ossigeno e della pinna provenienti dal relitto dello Scirè. La consegna ufficiale è avvenuta nella caserma del Varignano durante la cerimonia di brevetto dell’ultimo corso incursori quale retaggio delle gesta dei loro progenitori.




































      Altra grande quantità di novità nello stand Acquamarina con la presentazione dei due nuovissimi computer VR X e NITEK X dei quali l’Acquamarina è distributore esclusivo che si affiancano al nuovo VR 3 HD, quest’ultimo sarà offerto ad un prezzo eccezionale, inoltre, sarà presente anche il nuovo rebreather CCR Dive Rite O2ptima FX. Grandi sconti saranno offerti su tutto l’equipaggiamento esposto.

      Insomma, anche quest’anno il binomio IANTD – Acquamarina si dimostra ancora quale imbattibile leadership della subacquea tecnica, in un appuntamento da non perdere l’EUDI Show 2009!

      Fabio Ruberti
      IANTD
      http://www.iantd.info/
      http://www.iantdexpeditions.com/






















      Feb 09 20



















      La straordinaria foto UFO del comandante pilota Vincenzo Garofalo !



















      Pubblicato da Gordon Francis Ferri alle 11:08 in Current Affairs
      Dei casi di avvistamento UFO - 4 a tutt'oggi inspiegabili, secondo le stesse fonti dell'aeronautica militare - ci siamo occupati già a suo tempo qui a Mysterium.
      Ma l'occasione dei 4 casi del 2008 è servita ieri al Corriere della Sera, per rispolverare con una certa evidenza e molta serietà quello che forse è l'avvistamento più sconcertante degli ultimi anni in Italia, e cioè quello che ha avuto per protagonista il 3 settembre del 2006 il comandante Vincenzo Garofalo, esperto pilota di linea di Boeing e Airbus, che quella mattina riuscì a scattare con la sua macchina digitale l'incredibile foto che vedete in testa all'articolo.
      A 300 metri d'altezza, dalla sua villa molto vicina all'aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, Garofalo fotografò questo oggetto nel cielo. Trattandosi di un professionista del cielo, la sua testimonianza - raccolta in molti documenti ufficialei e anche da parte di organi istituzionali come il Gruppo Interistituzionale di Lavoro per l'osservazione dei fenomeni di Caronia - è molto preziosa.
      Garofalo ha sempre parlato di un oggetto - questo - che volava a 300 metri d'altezza, di diametro apparente tra i 2 e i 10 metri, che " prima si muove e poi schizza via scomparendo in qualche secondo, senza nessun rumore. "
      Oltretutto la raffigurazione dell'oggetto di Garofalo - sezionata, ingrandita, analizzata, in ogni dettaglio - è sorprendentemente simile a quella di diversi oggetti luminosi avvistati in Cina nei primi anni '40.
      Insomma, un bel mistero, che per ora, resta tale...





































      20.02.2009



















      Germania, dove volano i dirigibili
      di Monica Genovese
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      Baden-Württemberg. Uno dei sedici stati federati della Germania, nel versante sud occidentale del Paese. Il terzo Land (Stato) tedesco per estensione e densità demografica.
      Zona ricca di bellezze naturali che consentono escursioni, gite, ciclismo, nuoto, barca e canoa. Insomma, attività sportive ad ampio raggio.
      E’ il luogo ideale per gli amanti della vita all’aria aperta. Ma è altrettanto carico di suggestioni e atmosfere accattivanti nella stagione invernale, quando la Foresta Nera, di cui il Land è coperto, è avvolta dal fitto manto nebbioso.
      Nei cieli di questa regione, formatasi geo-politicamente nel 1951 dall’unione tra il Baden, il Württemberg e l’Hohenzollern, volano, ancora oggi, i famosi Zeppelin.
      Si tratta di imponenti dirigibili rigidi tedeschi, grossi sigari carichi di elio, un gas inerte, che sovrastano le nuvole, in maniera colorata, vivace e allegra. Sembrano aquiloni dalle bizzarre forme che giocano con il vento.
      Lo Zeppelin deve il nome al suo ideatore, il conte Ferdinand von Zeppelin. Il successo ottenuto da queste aeronavi, tra gli anni Dieci e gli anni Trenta del Novecento, le fa letteralmente entrare nella storia.
      Il dirigibile di un tempo si presenta con una struttura ultraleggera in alluminio coperta da tela di cotone. Il primo volo inaugurale risale al 1900. Rapidamente vengono utilizzati per il trasporto passeggeri. Ma si tratta di un trasporto oneroso, lussuoso, quindi riservato solo alle classi sociali più abbienti.
      Gli interni sono dei veri e propri salotti da conversazione sospesi in aria. Il più noto è il Graf Zeppelin che conta 590 viaggi effettuati di cui 114 attraverso l’Atlantico e uno, compiuto in 21 giorni, attorno al mondo. Il primato in fatto di lunghezza va, però assegnato al dirigibile Hindenburg. Misura 245 metri.
      Si parla, quindi di un nuovo mezzo di locomozione, se tale si può definire. Ma, la corsa alla fama è arrestata da un incidente mortale. Nel 1937, infatti, nel New Jersey, durante l’atterraggio, il velivolo prende fuoco e le fiamme divampano velocemente, anche a causa dell’idrogeno di cui, all’epoca, è riempito, causando la morte di 36 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio.
      Gli attuali viaggi a bordo degli Zeppelin sono riservati ai turisti, in certi periodi dell’anno, per scrutare dall’alto gli scintilli dell’acqua del lago di Costanza, conosciuto anche con il nome di “mare svevo


















      DedaloNEWS Costruisce elicottero con rottami
      19 Febbraio 2009 - 12:46 pm di:
      M. LandiNews






































      Un elicottero fatto con rottami. Lo ha realizzato Mubarak Muhammad Abdullahi, 24 anni, studente di fisica del nord della Nigeria. Ha impiegato rottami di ogni genere, compresi i resti di un 747 precipitato nei pressi di Kano. La macchina ha un rotore di 12 metri ed è in grado di trasportare quattro persone sedute sui sedili di un vecchia automobile. Il motore è impiegato è quello di una Honda Civic, anche questo ritrovato in una disarica. A detta di Abdullahi, contattato dall’ agenzia di stampa internazionale AFP, il marchingegno ha volato sei volte, in ogni caso mai sollevandosi da terra per più di due metri.
      18 - 02 - 2009Scritto da Asylum Italia


















      Donna senza braccia pilota l'aereo con i piedi


















      Adoriamo crogiolarci nella celebrazione della mascolinità, dalle capacità atletiche all'abilità di ingollarsi di salsicce.Ma questa volta siamo davvero impressionati dalla ventiseienne Jessica Cox, che con il suo ditone del piede è in grado di pilotare un aeroplano, tanto che dobbiamo per forza celebrare anche le fantastiche abilità femminili. La Cox, che è nata senza le braccia, si è recentemente garantita la patente di volo in America. Avendo passato tutta la vita utilizzando i suoi piedi per qualunque semplice azione, la Cox è estremamente abile nell'usare piedi e alluci. Riesce a scriverci e a fare le normali faccende quotidiane come fare benzina e far volare un aeroplano sopra il deserto. Ha già al suo attivo 25 ore di volo in solitaria e spera di venire certificata come istruttore di volo. "Voglio insegnare alle altre persone a volare, persone con handicap fisici", ha detto la Cox che lavora anche come motivatore. Siamo veramente impressionati dall'idea di una ragazza che pilota un aereo con il solo uso dei suoi piedi, ma una questione rimane in sospeso, soprattutto dopo un mese con due incidenti di volo: davvero vorremmo volare su un aereo pilotato da Jessica? E i cieli sono sicuri con lei alla guida?


















      DEDALO NEWS > Aeronautica >


















      La Russa a Volandia:


















      Il “vivere d’aria” ha messo Varese all’avanguardia in Lombardia e in Italia


















      10 Febbraio 2009 - 5:38 pm di: G. AlegiAeronautica La Russa a Volandia: il "vivere d'aria" ha messo Varese all'avanguardia in Lombardia e in Italia
      Un centro di ricerca aerospaziale in provincia di Varese e l’ambizione di acquisire il controllo del convertiplano BA.609. Sono queste due delle idee che hanno trasportato nel futuro la presentazione del libro "Vivere d’aria" di Gianni Spartà presso il museo e parco di Volandia. Un connubio - quello tra passato, presente e futuro del volo nella "provincia con le ali" - sottolineato da tutti gli intervenuti, a partire dal presidente della fondazione museo dell’aeronautica Marco Reguzzoni (a destra nella foto, con il ministro della Difesa Ignazio La Russa). Il libro raccoglie 22 cammei di protagonisti della storia del volo a Varese, compresi quelli giuntivi dal meridione - come gli Agusta ed i Foresio - per restarvi e creare le industrie oggi raccolte in Finmeccanica come AgustaWestland e Alenia Aermacchi. «L’idea di Volandia è una splendida iniziativa perché il "vivere d’aria" ha consentito a questa terra di essere all’avanguardia in Lombardia ed in Italia,» ha detto il ministro La Russa nel suo intervento di chiusura dei lavori giungendo direttamente da La Spezia dove aveva assistito al brevetto degli incursori. «Ringrazio le persone che in passato ed oggi hanno dimostrato di essere i numeri uno - in Italia e nel mondo - nell’esprimere altissime capacità tecnologiche.»Tra i successi più recenti ci sono l’M-346 e l’EH.101. Del primo l’ing. Carmelo Cosentino, a.d. di Alenia Aermacchi, anticipa che il contratto di lancio per i 15 esemplari per l’Aeronautica Militare dovrebbe essere firmato «a brevissimo. È questione di settimane.» Del secondo Giuseppe Orsi, a.d. di AgustaWestland, rivela come nel 2002 la US Navy fosse andata vicina ad un acquisto diretto, senza gara. «Poi entrò in gioco Sikorsky, ed il resto lo sapete già». Tra i successi del futuro potrebbe esserci quello che Spartà chiama «il minotauro», cioè il convertiplano BA 609 sviluppato con gli americani di Bell. «Finmeccanica concorda sulla nostra proposta che punta ad acquisire il controllo intero della macchina,» dice il presidente di AgustaWestland Amedeo Caporaletti sottolineando le difficoltà dei programmi a guida condivisa paritariamente. «Naturalmente questo comporta sforzi notevoli e abbiamo chiesto supporto alle istituzioni, in particolare ai ministeri della Difesa e dello Sviluppo Economico».Tema ricorrente è la cultura del fare, da rivalutare e privilegiare rispetto a quella dell’apparire. Un "fare" rappresentato dagli aerei storici di Volandia, a partire dal Caproni Ca.1 che nel 1910 reinventò in senso aeronautico la brughiera di Malpensa, ma da proiettare nel futuro come lavoro e creazione di ricchezza. A questo fanno appello sia Orsi sia Claudia Mona, in rappresentanza del ricco tessuto di indotto e subfornitura del settore e di una vicenda imprenditoriale giunta alla quinta generazione.«A questo territorio manca una cosa fondamentale: creare l’appendice di un centro di ricerca aerospaziale», ha detto Caporaletti, più volte ricordato come protagonista del salvataggio di Agusta, al cui timone approdò quando non era neppure in grado di saldare i debiti per la mensa aziendale. Un centro per il quale Agusta potrebbe mettere a disposizione il terreno a Vergiate e che potrebbe operare anche in una logica «federale» - così la definisce Caporaletti - con il CIRA di Capua. Galleria del vento subsonica, materiali "attivi" per i rotori, "face gear" ed altre tecnologie di punta per le macchine volanti del futuro. «Pensiamo al domani e al dopodomani», gli fa eco Orsi. «Quello che volerà tra 30 anni lo dobbiamo realizzare oggi».
      Dedalonews
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      AM: conclusa esercitazione “Incocca 2009”
      Si è spento il generale Giuseppe Ruzzin

      Da Montagna Org





















      Cascate: le più belle delle Alpi






















      Inserito da Redazione il 12 Gennaio, 2009 - 17:05

      Una parete dura come la roccia, ma fatta di acqua, che scompare in primavera e ricompare, uguale e diversa, in inverno. Le cascate di ghiaccio sono ormai lo sport verticale del nuovo millenio. Dagli Stati Uniti al Canada, dalla Scozia alle Alpi, gli scalatori di muri d'acqua si moltipicano ogni giorno. Nonostante la tecnica potrebbe scoraggiare i nuovi arrampicatori: ramponi ai piedi e due piccozze nelle mani. In libreria dal 15 gennaio, il libro di Mario Sertori "Alpine Ice. Le 600 più belle cascate di ghiaccio delle Alpi" si appresta a diventare una guida indispensabile per tutti gli ice-climber.
      Pioniere dell'ice-climbing con più di cento prime ascensioni su cascate, guardacaccia e guida alpina, Mario Sertori ritorna in libreria dopo "Cascate" e "Solo granito". Primo nel suo genere in Europa, "Alpine Ice" descrive le più belle cascate di ghiaccio delle Alpi, dalla Francia alla Svizzera, dall'Austria alla Slovenia, all'Italia. Il libro è una guida autorevole per "cascatisti evoluti", scritta in collabotazione con alcuni dei più importanti ice-climber europei come Patrick Gabarrou, Ueli Steck, Ezio Marlier, Beat Kammerlander e Peter Podgornik.In 446 pagine a colori, Sertori ha analizzato e fotografato 600 itinerari, non tralasciando il problema della sicurezza. "Perché se si fanno le cose come si deve, seguendo le regole e con l'accortezza necessaria - spiega Sertori - c'è meno incoscienza nel salire su una cascata di ghiaccio che nel guidare come fanno certi automobilisti in autostrada."Il libro è percorso dall'elogio alla prudenza. Ci ricorda che sport come questi sono possibili se l'uomo è preparato e si affida a una attrezzatura adeguata. E ci consegna spettacolari immagini d'azione e di panorami.Infondo se l'ice-climbing sta diventando popolare è anche merito di Sertori che ci invita "al viaggio, agli incontri e alla scoperta di ghiacci lontani e poco conosciuti."
      Jenny Maggioni

      Foto courtesy cascatedighiaccio.it

      Titolo: Alpine Ice. Le 600 più belle cascate di ghiaccio delle Alpi



















      Autore: Mario Sertori


















      Casa Editrice: Versante Sud


















      Pp.: 446 a colori


















      Prezzo: 31,50 euro









































































      AUSTRALIA IN LUTTO
      E' morta a 93 anni Nancy Bird Walton



















      E' stata la pioniera delle donne pilota




































      A soli 17 anni imparò a pilotare da Charles Kingsford-Smith, il primo uomo a sorvolare il Pacifico. L'anno scorso la compagnia di bandiera Qantas ha dato il suo nome al suo primo superjumbo A380
      SYDNEY, 14 gennaio 2009 - E' morta ieri, a 93 anni, Nancy Bird Walton, la pioniera dell’aviazione: fu la prima donna in Australia a pilotare voli commerciali nel 1935.
      La nipote Anna Holman ricorda così la nonna: "Era un'ispiratrice eccezionale per le donne di tutta Australia, oltre che ottima cuoca".
      Nancy fu allieva del mitico Charles Kingsford-Smith, il primo pilota a sorvolare il Pacifico. Lei aveva solo 17 anni, era piccola e minuta e doveva usare un cuscino per raggiungere i comandi, ma due anni dopo, conseguita la licenza, era diventata la piu’ giovane donna pilota nel Commonwealth.
      Come pilota dell'ambulanza aerea per aree remote dell’entroterra, si guadagnò il soprannome di ‘angelo dell’outback’. Nel 1950 fondo’ l’Australian Women Pilots Association, e nel '97 è stata inclusa fra i ‘tesori viventi’ dal National Trust, che protegge il patrimonio storico. L'anno scorso la compagnia di bandiera Qantas ha dato il suo nome al suo primo superjumbo A380.
      La vicepremier australiana Julia Gillard ha detto di lei: "Sin dal suo primo volo, ha aiutato a sfatare il mito secondo cui pilotare aerei sia dominio dei soli uomini’’.




































      Da il Gazzettino Belluno




































      La Santanchè: «Un aeroporto a Cortina»


















      Ma il sindaco frena: «Decida la gente»




















      di Bruno De Donà



















      CORTINA (7 gennaio) - Un aeroporto per Cortina. Più che un’idea, è l’obiettivo che l’onorevole Daniela Santanchè si ripropone di raggiungere. In vacanza nella "perla" delle Dolomiti, di cui è affezionata ospite da una ventina d’anni, la leader del "Movimento per l’Italia" si accinge dunque a una battaglia non facile, ma che affronta con il deciso piglio che le è consueto. Parte da una considerazione che dovrebbe dare la spinta al suo progetto: «Cortina ha un’importanza tale come polo turistico a livello internazionale per cui deve assolutamente munirsi di una struttura aeroportuale. Basti solo dire che, rimanendone priva, non è in grado di essere veramente competitiva con una Sankt Moritz. Per questo motivo va concepito un chiaro disegno da collocare nell’agenda politica».Sbaglierebbe chi pensa a una semplice intenzione buttata lì sul futuro della conca ampezzana. Santanchè si sta infatti già attivando per i necessari contatti. «A giorni - preannuncia - ne parlerò con il sottosegretario Brambilla. E vorrei che anche il sindaco si facesse carico della questione». Ma Franceschi, interpellato sulle concrete possibilità di mettere le ali al progetto, mette subito le mani avanti. «Ritengo che prima di procedere su una simile strada sia necessario ricercare la condivisione con la comunità locale. È importante che l’onorevole Santanchè venga a parlarne, ma noi su tale argomento abbiamo brutti ricordi e serve una riflessione, analizzando pro e contro».Ciò a cui allude il primo cittadino è ben presente nella memoria locale. Un aeroporto a Cortina, realizzato dalla società Aeralpi, con principale azionista il conte Cesare Acquarone, c’era. Fu inaugurato nel 1962, con voli regolari fino al ’68. Alla morte di Acquarone, in quello stesso anno, rimase inutilizzato fino al 1975. L’attività riprese e un servizio di linea andò a collegare Cortina a Bolzano, Venezia e Milano. Un incidente, causato da forti raffiche di vento in fase di decollo, determinò nel giugno 1976 lo schianto al momento del decollo di un Cessna 206 privato. Perirono tutte e sei le persone a bordo. Fu l’ultimo volo e la fine dell’aeroporto.Ultimamente imprenditori privati stranieri, attraverso Arturo Bauce, pilota di Borca, si erano fatti avanti con la proposta di finanziare un nuovo centro aeroportuale. In cambio la richiesta di ottenere il permesso di costruire un albergo a 5 stelle. Andò subito tutto a monte. Ora ci riprova Daniela Santanchè. E a quanto preannuncia non intende mollare, pronta anche ad una crociata per persuadere contrari e indecisi. «Cortina è un posto unico - spiega l’onorevole - e bravi sono stati i sindaci che si sono succeduti nel preservare le bellezze naturali. Eppoi per fortuna c’è il presidio delle storiche Regole».Eppure questa splendida località dolomitica veneta vuol cambiare regione. «Sono contrarissima», sbotta. «Le motivazioni sono ispirate alla mera convenienza economica. Nulla di ideale». Ma gli Schuetzen, i pellegrinaggi a Innsbruck, la fedeltà alla patria tirolese durata secoli, dove li mettiamo? Risponde con una battuta: «Anche Torino un tempo era capitale. Allora pure i piemontesi dovrebbero avanzare rivendicazioni. Per carità, sono anacronistici. E non la spunteranno con le loro rivendicazioni».In alternativa? «Imparare ad essere prima di tutto italiani, al di sopra di ogni ideologia e nostalgia. È la linea di partenza per cimentarsi col futuro».
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      COMMENTI (26)
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      REFERENDUM VIRTUALE SU FACEBOOK
      stiamo facendo 1 primo referendum che seppure con tutti i suoi limiti vuole misurare il polso alla situazione e sollevare 1 dibattito. aderisci al gruppo " CORTINA D'AMPEZZO: referendum "aeroporto SI" o "aeroporto NO"? vota "p.s. si' sappiamo che la Santanche' e' la Santanche', ma il punto interessa molti, chi ci lavora e chi ci vive, e chi viene a cortina in vacanza e con amore x la cittadina.mr Leonardo Barbara
      commento inviato il 10-01-2009 alle 16:23 da unuomounaleggenda@yahoo.it

      evviva l'aeroporto!
      caliamo un velo pietoso sulla Santanchè e il vippame che pensa di sapere tutto di Cortina e non sa nulla...ma l?aeroporto è indispensabile per una stazione come la nostra , che vuole e deve avere un respiro internazionale. Ho girato il mondo con gli sci. Ho visto tutta l'Europa, il Sudamerica, l'Australia e il Nordamerica: laereo per arrivare a sciare è strategico! ovviamente i voli vanno regolamentati per non influire troppo sull'ambiente ma si può e si deve fare. Mi fanno ridere quelli che parlano di zaini e fatica. il turismo in montagna non è solo questo e per trasmettere cosa significa montagna a chi non lo sa prima bisogna portarcelo. Ci sono già abbastanza fondamentalismi al mondo, non aggiungiamoci quello di chi ha centinaia di altri postii incontaminati da visitare, posto che laeroporto sarebbe più fruibile del treno e funzionerebbe con un ruigido controllo dei modi e degli orari di volo. Anche Kristian Ghedina, che ha girato il mondo e ama molto la sua terra ed è un ragazzo intelligente, si è dichiarato favorevole. Speriamo che l'aeroporto si faccia e presto!
      commento inviato il 10-01-2009 alle 13:24 da Giorgio

      FIAMES
      La Santanchè non mi sta simpatica ma erchiamo di non dire sciocchezze:1) L'incidente del 1976 a Fiames è tutto da dimostrare che avesse a che fare con l'aeroporto definito sarcasticamente "supersicuro".Gli aeroporti sono sicuri tanto quanto lo sono i piloti.Operare con un Cessna 206 (aeromobile carente di potenza) praticamente a pieno carico, in una giornata di Maggio da un aeroporto come quello di Cortina è operazione altamente critica che richiede perizia.Se ogni volta che avviene un incidente aereo si chiude il relativo aeroporto, staremmo freschi nel mondo.2) L'aeroporto di Fiames esiste ,come esistono aeroporti in altre famose località sciistiche d'Europa.Aeroporti che essendo in montagna richiedono un particolare addestramento ed una particolare attenzione.Basta imporre ambedue le cose tramite apposite norme.In ogni caso utilizzarlo solo per farci parcheggiare i campers è un classico spreco di risorse in cui noi italiani siamo specialisti.Oggi a ricostruire una struttura del genere non ci vogliono meno di 5 milioni di euro. Ci sono centinaia e centinaia di comuni in Italia che pagherebbero oro per avere una struttura come quella di FIAMES .Lupo Rattazzi
      commento inviato il 09-01-2009 alle 18:49 da lupo.rattazzi@tin.it

      santan..chi????
      ...a giorni ne palerà col sottosegretario brambilla..manca solo che coivolga la carfagna ed ecco pronto cast e storiella per il prossimo film di de sica. e i nip(non impotant person) si preocupano di crisi,di disocupazione,cioè di vivere...!
      commento inviato il 09-01-2009 alle 13:33 da giorgio

      O ferrovia o aeroporto!
      si', neanche a me piace la santanche',ma a cortina ci lavoro da molti anni e vedo ke i nuovi milionari ke spendono soldi facendo lavorare tutti qui (a me personalmente nn piacciono) non sempre sono disposti a farsi dall'aeroporto di Venezia a Cortina in auto. Lo so ke x ki vive con uno stipendio normale sembra un NON problema,ma cortina con i suoi alberghi d super lusso ha bisogno di super clienti che super spendano, sono loro ke creano lavoro x tutti.BAsterebbe 1 aeroporto (e' dismesso,esiste ancora la pista) x aerei da 30-40 posti, non pensate a qualcosa come malpensa. e/o prendere in consideraz d ripristinare la tratta calalzo cortina mettendo treni panoramici come il trenino del bernina...Qualcosa s deve fare, la non scelta e' sempre la peggiore delle scelte !
      commento inviato il 09-01-2009 alle 13:07 da unuomounaleggenda@yahoo.it

      CARA ONOREVOLE...
      Che noia sentirvi parlare di queste cose in un momento in cui il mondo va a pezzi. Le guerre uccidono centinaia di bambini, alcuni (troppi) non possono sfamare i loro figlie e di cosa si occupa il giornale???: Di Cortina. BASTA siamo stanchi, quei 4 soldi che avete non riuscite neanche a goderveli visto che siete sempre a dieta e a preoccuparvi del vs apparire. pensate che noi, persone normali, possiamo mangiare tutte le cose che vogliamo senza ingrassare, ci divertiamo perchè andiamo a mangiare una pizza con gli amici, ci fa felici vedere un bel film, e soprattutto speriamo che la montagna sia il posto dove gustarsi un po' di neve davanti ad una bevanda calda...dei vs desideri (inutili perchè tanto rimarrete sempre dei grandi infelici) non ce ne frega nulla!
      commento inviato il 09-01-2009 alle 10:42 da marta lori

      Certa gente che si crede un VIP solo perchè va in qualche trasmissione televisiva dovrebbe parlare dopo che ha vissuto in montagna almeno 5 anni e non 5 giorni tra natale e capodanno.
      commento inviato il 08-01-2009 alle 19:31 da luca

      Signora faccia come noi che amiamo davvero la montagna: scarponi zaino e pedalare... se no rimanga a casa sua
      commento inviato il 08-01-2009 alle 18:00 da marilena

      aeroporto a Cortina
      perche' non ristabilire la ferrovia Calalzo Cortina? questo si che migliorebbe il traffico e diminuirebbe l'inquinamento .Non credo che un aeroporto potrebbe migliorare l'economia di Cortina, chi ama Cortina viene per godersi il silenzion della montagna.
      commento inviato il 08-01-2009 alle 17:36 da Hedy Ciani

      Volareeeee...ho... ho
      la signora Santanche' come donna e' interessante, un po' meno la sua idea dell'aeroporto.Normalmente io impiego due ore per attaccare il sentiero, cammino per altre sei/sette ore ed impiego altre due ore per tornare in pianura. Mi concedo se riesco per questioni di tempo una visita alla libreria del centro,sempre fornitissima.Per godere delle bellezze di Cortina ritengo ritengo non si debba pagare solo un prezzo economico ma debba richiedere qualche sacrificio propedeutico ad un coretto approccio con l'ambiente. Struscio ,seconde case e festini in baita possono avere un senso se gratificati da un poco di fatica.Il "mondo romano con i suoi nani e ballerine gia' intasa Cortina due volte l'anno per propiziare i suoi riti desueti. Se diventa piu' facile raggiungerla non sapremmo dove metterli tutti e sarebbe insopportabile il dover obbligatoriamente ascoltare "a ma so ar rifugio, qui e' bello forte ma e fettuccine nun le fanno come da noi". Aerei?No meglio un trenino stile Bernina
      commento inviato il 08-01-2009 alle 17:32 da mauro garolla

      PROPOSTA
      Ritengo sia più fruttuoso, per il nostro eil suofuturo, un trapianto di cervello per l'on.(?) in questione, poverina, non sa più cosa fare per fare parlare di sè....non vorrei vederla nuda sul Colosseo pur di fare notizia!!!!!!Dateci gli scarti degli altri Paesi:il 100 dei rappresentanti scandinavi, uno qualsiasi... (snip)
      commento inviato il 08-01-2009 alle 17:06 da paola

      Un nuovo volo Santanché-Cortina
      Dopo il volo Roma-Scajola ecco il volo Roma-Santanché-Cortina!!! Io fossi in loro raderei al suolo il Pomagagnon, tanto che ci sta lì a fare? Fa solo ombra...E al suo posto un bell'hub internazionale, magari per la nuova Alitalia!!!
      commento inviato il 08-01-2009 alle 16:41 da Simon

      idea terrificante
      L'IMPATTO AMBIENTALE SAREBBE DISASTROSO.La disonorevole Santanchè, se ama tanto Cortina e le Dolomiti, può continuare a sobbarcarsi la "fatica" di un viaggio in auto o magari, chissàmai, in treno e bus...Basta con lo scempio delle nostre montagne! Basta con la montagna firmata!
      commento inviato il 08-01-2009 alle 15:48 da Giacomo

      Chi ama la montagna le lasci il suo silenzio!
      Non bastavano gli elicotteri per sci-alpinisti, le moto da trial a qualunque quota, i gipponi per andarsi ad abbuffare nei rifugi a 2000 metri con la famigliola urlante e tutt'altro che dsposta a sobbarcarsi la fatica di una salita a piedi. Ora anche la proposta di un aeroporto nella conca ampezzana, tra meraviglie naturali quali le Tofane, il Cristallo, il Sorapiss... Sono indignato, inviperito, vorrei che la gente cominciasse a distinguere tra Very Idiot Persons e Very Intelligent Persons, categorie entrambe presenti anche tra i VIP del Jet-Set!
      commento inviato il 08-01-2009 alle 15:29 da Lucio Angelini

      Faccia di bronzo
      VICENZA (7 gennaio) - Il freddo intenso di questi ultimi giorni è tra le cause della morte di due uomini in Veneto: un pensionato ri Rovigo che viveva in un'abitazione priva di riscaldamento e un senzatetto a Vicenza, trovato cadavere dai medici del Suem in un ricovero precario che si era ricavato nell'area dismessa della ex corte Pellizzari. Senza commento la proposta VIP della Santachè.
      commento inviato il 08-01-2009 alle 13:53 da cesare

      Ma a cosa pensano i nostri politici?
      Prima di pensare all'aeroporto, dovrebbero migliorare le strade che abbiamo in montagna e che richiedono una continua e costosa manutenzione, e poi eventualmente sviluppare la ferrovia. La nostra classe politica spesso è totalmente scollegata alla realtà.
      commento inviato il 08-01-2009 alle 13:26 da ADRIANO

      Areoporto a Cortina speriamo di no.....
      ho letto l'articolo dell'On. Santanchè, sono rimasto senza parole, con tutti i problemi che affliggono il nostro paese: mafia, disoccupazione, corruzione, recessione, gli stipendi che non bastano, scuole che cadono a pezzi e chi ne ha piu' ne metta e l'On. pensa all'areoporto a Cortina, certamente non sarà per noi umili operai e poi deturpare la perla delle dolomini solo per dare ai ricchi la possibilità di arrivare a Cortina in minor tempo! Che facciano anche loro un pò di coda sulle strade, con ghiaccio, neve, pioggia, interruzioni, così si renderanno conto di cosa vuol dire restare in colonna. Come ha detto il signor Paolo in un precedente commento, "che rafforzino la ferrovia", pensate solo che da Padova a Callzo si impiega 4 ore e poi 40 minuti di autobus da Calalzo a Cortina. In conclusione spero che il Signor Sindaco di Cortina e gli ampezzani si oppongano a questo progetto e che i Verdi si facciano sentire. Cordiali saluti
      commento inviato il 08-01-2009 alle 13:13 da Guglielmo

      Forse è meglio ripristinare la ferrovia..
      Leggendo l'articolo la prima impressione è quella di una "boutade". Non credo che a Cortina ci sia bisogno di un aeroporto, c'è già un servizio di elicotteri da Venezia e chi se lo può permettere (beato lui) lo usa.Se lo stesso entusiasmo l'On.le Santanché lo utilizzasse per sponsorizzare il ripristino della ferrovia da Calalzo a Cortina (p.s. a Sant Moritz c'è anche il treno...), forse riscuoterebbe maggior consenso tra gli ampezzani, che regolarmente sono costretti a leggere sui giornali le sparate nartalizie del Vip di turno...
      commento inviato il 08-01-2009 alle 12:13 da Paolo

      A quando una tribù di masai di alta montagna ?
      La santanché è semplicemente indecente, nella proposta dell'areoporto e nella opposizione al trasferimento di regione. Cosa non si farebbe per la visibilità!Non mi soprenderebbe che, a forza di tentativi di colonizzazione, un giorno o l'altro arrivi la proposta di "proteggere" la popolazione locale istituendo una riserva di "masai di alta montagna" che in stagione e a gettone facciano uno spettacolino per appagare la curiosità dei visitatori ?
      commento inviato il 08-01-2009 alle 11:59 da Andrea

      onorevoli & co
      Da sempre tutti questi personaggi, indubbiamente famosi e più o meno intelligenti, che possono trascorrere le loro vacanze a Cortina, si sentono in diritto di dare "preziosi consigli" su come miglirare quello che, prima del loro arrivo, era un paradiso. La cosa che mi sgomenta è che prima o poi la spunteranno loro.....
      commento inviato il 08-01-2009 alle 10:37 da Valerio Nito

      Le cose dei matti....
      Non ho parole per esprimere lo sdegno. Invece di pensare a come far funzionare bene le cose che già ci sono, questa se ne esce con l'ennesima assurdità. Ma come si fa solo a pensare ad un'atrocità del genere? Rumore, inquinamento, pericolo, impatto ambientale, disagio per gli abitanti ecc... Per cosa? Per far arrivare i vip in aereo? Questo dimostra solo spregio per la natura, altro che chiacchiere!
      commento inviato il 08-01-2009 alle 10:28 da Francesco

      cortina-santanchè
      non è abbastanza inquinato 'sto mondo! e sopratutto il loro mondo!perkè non pensano a fare del bene invece: ke vadano a passare le vacanze al 3^ mondo piuttosto!cortina è bella così com'è e appunto xkè si trova in mezzo alle montagne e ci vuole più tempo x arrivarci è ancor + bella!assolutamente no! all' aeroporto!
      commento inviato il 08-01-2009 alle 10:03 da mariapia

      Aeroporto a Cortina...e il porto navale?
      .... E un porto navale per le barche a vela o motoscafi a Cortina, perche no!? Che resti a casa sua la Santanchè....e tutti i suoi simili…e i spaghetti VIP che insozzano Cortina.. No grazie!
      commento inviato il 08-01-2009 alle 09:05 da Della Betta Giancarlo

      Che vadano in vacanza in macchina questi politici... (snip)
      commento inviato il 08-01-2009 alle 08:47 da Fabrizio

      fuori con tutto
      uno si laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutivhe a Padovasi fa un mazzo così x trovare un lavoro...schifato dall italia emigra all esterocon tutte le difficoltà e i sacrifici che ciò comporta......ma......spera sempre di poter tornare nel suo ricco e prosperoso Veneto un bel giorno......e invece cosa legge sui giornali ? (ne leggo tantissime x la verità....ma questa mi ha particolarmente colpito....x la sua idiozia, ovviamente)che l on (onorevole poi......bisognerebbe abolire sto titolo ridicolo) santanchè (scrivo minuscolo per spregio) nn ha di meglio da proporre che l aeroporto a Cortina..........ci sarebberro così tanti problemi da risolvere: mafia in primis, corruzione, il sistema giustizia e chi ne ha + ne metta.........ma Cortina, l aeroporto........x chi ?x i "VIP" che vanno a fare i "personaggi" in estate e inverno ?no gò paroe.........son completamente senza parolepenso solo che ill parlamento italiano sia l utlimo posto in cui i problemi della gente possan esser risoltinon è che possiam rifare un trattato di Campoformio e tornare sotto l Austria ?
      commento inviato il 08-01-2009 alle 02:14 da Tomaso Albinoni


      Mah!!!
      Se non è l'ennesima boutade per animare il fuoristagione che sta iniziando, è l'ennesima prova del destino di questa povera colonia che si chiama Cortina, manipolata, impastata, infornata, cotta e mangiata sempre dai soliti "amici", che pensano di essere arbitri delle sue fortune. Proviamo a chiedere l'opinione, oltre che ai nomi che contano, anche a coloro che grazie all'aeroporto "supersicuro" di Cortina persero i loro cari nel 1976!...
      commento inviato il 07-01-2009 alle 20:15 da ernestomajoni
      Avionews 12:14 - mercoledì Fivu:


















      Incontro con Giuseppe Leoni, presidente dell'Aeci


















      Castiglione del Lago, Italia - Certamente utile per chiarire i reciproci punti di vista e individuare i primi, importanti argomenti di lavoro(WAPA) - "Alla vigilia dell'Epifania una piccola delegazione della Fivu (Federazione italiana volo ultraleggero), composta dal presidente Flavio Giacosa e dai consiglieri Claudio Chicco e Carlo Valeriani, è stata cortesemente ricevuta dal presidente dell'Aeci (Aero Club d'Italia), Giuseppe Leoni, nel suo studio di Vergiate (Varese). L'incontro, informale, è stato occasione di un ampio scambio di vedute sul mondo del Vds (Volo da diporto o sportivo) in generale e su alcuni suoi aspetti particolari che sono stati oggetto di specifica attenzione. Giacosa ha anzitutto manifestato viva preoccupazione per le sorti di alcuni campi-volo minacciati di imminente chiusura ed ha evidenziato, più in generale, come le problematiche urbanistiche ed edilizie, inerenti la compatibilità delle strutture utilizzate per il ricovero degli apparecchi con la prevalente destinazione agricola dei terreni sui quali insistono, siano di pregiudizio alla possibilità di sviluppo - e in alcuni casi di sopravvivenza- della nostra disciplina ed impediscano il sereno investimento in strutture più ampie e funzionali. Al riguardo Leoni, pur ricordando che la materia urbanistica è delegata dalla legge alle Regioni, e in alcuni casi alle singole Province, e che è imprescindibile il rispetto di normative sulle quali l'Aeci non ha competenza né possibilità di intervento, ha tuttavia preso atto della problematica e si è riservato di attivare l'Ente per monitorare lo stato complessivo delle strutture in attività ed eventualmente esaminare i casi che necessitino di attenzione, purché riferibili a soggetti associati all'Ente (Enti federati o aero club). Si è poi affrontata la tematica della formazione, con particolare riguardo al percorso di qualificazione dei nuovi istruttori e al loro concreto inserimento nelle scuole. In relazione Giacosa ha rilevato come i metodi di formazione e di selezione finora adottati producano sicuramente un congruo numero di istruttori ma come la formazione sia sovente vissuta come un corso di volo avanzato o di perfezionamento e il risultato sia la cronica mancanza di istruttori disponibili nel momento in cui le scuole ne hanno reale necessità. Data questa situazione la Fivu ha anticipato l'intenzione di elaborare e sottoporre all'Aeci una proposta complessiva che consenta di accrescere la preparazione dei neo insegnanti, di motivarli maggiormente e di permettere lo svolgimento di tale percorso in più aree geografiche e con tempi che siano compatibili con le attività delle scuole e dei futuri istruttori. Si ritiene, in questo modo, di facilitare da un lato gli aspiranti istruttori e di permettere di arrivare a tale qualifica solo a coloro che effettivamente intendono esercitare questa fondamentale attività. Sul punto Leoni ha manifestato qualche preoccupazione per il rispetto di standard e criteri uniformi, nonché per la qualità di alcune scuole attualmente oggetto di verifica, ma si è detto disponibile ad esaminare nuove proposte di concerto con il direttore generale. Qualche dissonanza si è manifestata riguardo al ruolo dei club Vds e alla funzione propria della Federazione. Al riguardo il presidente dell'Aeci ha ripetutamente osservato con rammarico che sono ancora pochissime le associazioni sportive Vds che hanno aderito all'invito di diventare Aero Club federandosi all'Aeci, e ciò malgrado la politica adottata dall'Ente anche sotto il profilo dei costi di associazione, ridotti rispetto a quelli di semplice aggregazione. E non ha mancato di sottolineare che l'attenzione dell'Ente è riservata ai 'Suoi' componenti e non può essere concentrata su chi sceglie di rimanerne estraneo. La Fivu, che nasce e vive nel mondo Vds, ritiene invece fondamentale riconoscere la realtà dei numerosi campi volo che, per svariate ragioni, non possono diventare 'Aeroclub' e che tuttavia formano, nel loro complesso e con i loro tesserati, la stragrande maggioranza del popolo dei piloti italiani. Per meglio approfondire questi ed altri aspetti del mondo Vds è stato deciso di organizzare già nel mese di febbraio, presso la sede romana dell'Aeci, una riunione estesa agli enti aggregati non riferibili alla Fivu per raccogliere pareri e verificare le concrete esigenze del settore. In sintesi, un incontro certamente utile per chiarire i reciproci punti di vista e individuare i primi, importanti argomenti di lavoro". (Avionews)
      (006) 090107121437-1098297 (World Aeronautical Press Agency - 07-Gen-2009 12:14)






































      Da Il "MONFERRATO" Articolo di Cultura






















      Palli, D'Annunzio, Bistolfi, Morbelli, Celoria, la grande guerra





































      Casale - 05/01/2009
      Alle 21,30 di venerdì 9, al ristorante Cave di Moleto di Ottiglio si terrà l'incontro su





































      "il volo su vienna e altre storie",





































      relatori Dionigi Roggero, Roberto Coaloa e Luigi Angelino, per il ciclo "Undicimila verbi" ***






















      -La Grande Guerra è considerata dagli storici una vera catastrofe della storia europea, il tramonto della Belle Époque e il naufragio della civiltà moderna. Alla vigilia del conflitto, l’uomo europeo era orgoglioso di appartenere a una civiltà trionfante ovunque nel mondo. L’Europa era imperiale, monarchica e, in Francia, repubblicana. La cultura, però, e il modo di sentire la vita, la univano indissolubilmente. Nel 1918, quando la guerra finì, l’uomo europeo aveva perso l’orgoglio della propria superiorità, ed anzi aveva scoperto l’angoscia di un futuro senza speranza.
      Tuttavia i contemporanei vissero la Grande Guerra come un’avventura eroica, non sapendo che era l’ultima. In Italia essa fu vissuta esemplarmente da Gabriele D’Annunzio. Famoso è il discorso di Quarto del 5 maggio 1915, «quello scherzo letterario con cui l’Italia entrò in guerra» e aprì la stagione bellica del poeta come dell’Italia. Attorno al Vate (che passò dalla sterile figura del retore all’azione del soldato quando, il 19 giugno 1915, il Bollettino ufficiale militare pubblica la nomina di D’Annunzio a tenente di complemento nel reggimento dei lancieri di Novara) si schierò tutta una nazione.
      L’Italia intera fu presa dal fervore patriottico e fu favorevole alla guerra: a seguire la campagna interventistica dannunziana ci furono i baldanzosi e giovani soldati ma anche molti intellettuali.
      Il Monferrato può essere un originale laboratorio, un campo d’indagine fecondo, per lo storico che voglia ricostruire il contesto sociale, culturale e antropologico entro il quale maturò e crebbe quella che è ritenuta dagli storici una delle più tragiche esperienze del Novecento. Lo stesso D’Annunzio ebbe un legame speciale con il Monferrato negli anni della Grande Guerra. Le righe che seguono raccontano il rapporto tra il poeta e Natale Palli, notando come tutto un mondo, rappresentato ad esempio dallo scultore Leonardo Bistolfi e dal pittore Angelo Morbelli, abbia aderito spiritualmente alla folle corsa del conflitto mondiale.
      Il 25 marzo 1917, il giornale “Il Monferrato”, riportò in prima pagina le grandiose manifestazioni di Milano in onore della “Brigata Casale”. Esse «furono pensate e volute, energicamente volute dall’illustre nostro collega e in giornalismo e nostro conterraneo E. A. Marescotti, di Cuccaro. È sono riuscite imponenti, né diversamente poteva avvenire, quando si abbia presente che a Marescotti si debbano le grandiose onoranze, a Milano e in tutta Italia, a Giuseppe Verdi nel centenario della nascita dell’illustre Maestro: quando si ricordi che a Marescotti si deve la imponente manifestazione a Milano in onore di Cesare Battisti».
      A Milano, un’intera giornata di festa fu dedicata alla “Brigata Casale”; la giornata si concluse al conservatorio, nella sala dedicata a Verdi, dove fu consegnata la statua di Leonardo Bistolfi.
      Tra i tanti presenti c’erano due grandi monferrini: il senatore Giovanni Celoria e il pittore Angelo Morbelli.
      Natale Palli nacque a Casale Monferrato il 24 luglio 1895. Nel 1912, conseguita la licenza all’Istituto Leardi (l’aula magna dell’Istituto è a lui dedicata), si iscrisse al Politecnico di Milano. Mentre continuava gli studi, nel 1913, si arruolò come volontario per un anno nel 68° Reggimento Fanteria a Milano. Terminato il servizio, con l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915, conseguì a Cameri (l’aeroporto è intitolato a lui e al fratello Silvio) il brevetto di pilota aviatore. Nell’autunno è sul fronte di guerra, dove gli è assegnato l’aereo di progettazione francese Caudron G/III con il quale esegue importanti ricognizioni. Nel 1916, Natale Palli fu assegnato alla 48a squadriglia di Belluno, da dove si alzò in volo con il nuovo Caudron bimotore G/IV con cui sorvolò le Alpi raggiungendo le linee nemiche. Nell’estate dell’anno successivo nei campi di aviazione di Gallarate e di Furbara si cimentò nella guida di altri velivoli. A Ponte San Pietro, dove si allenò su un altro nuovo aereo, fu chiamato dagli alti comandi alla difesa della città di Verona nella drammatica ritirata di Caporetto e poi a Roma per una serie di ricognizioni fotografiche sull’Adriatico.
      Il 9 agosto 1918 fu una data memorabile nella storia non solo dell’aviazione: Palli guidò l’aereo sul quale viaggiava D’Annunzio nel leggendario volo su Vienna (ripetuto nel 2008 dall’Aero Club Palli di Casale Monferrato nel 90° anniversario). Partita da San Pelagio (Padova) l’87a squadriglia “La Serenissima”, composta da sette monoposto e un aereo dello stesso tipo pilotato da Palli e adattato a biposto per accogliere Gabriele D’Annunzio, raggiunse la capitale dell’impero austro-ungarico per lanciare dei manifesti in cui il Vate aveva scritto:
      «In questo mattino d’agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l’anno della nostra piena potenza, l’ala tricolore vi apparisce all’improvviso come indizio del destino che si volge.
      Il destino si volge. Si volge verso noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l’ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta. La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina. Predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebrezza che moltiplica l’impeto. Ma se l’impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L’Atlantico è una via che non si chiude ed è una via eroica, come dimostrano i novissimi inseguitori che hanno colorato l’Ourcq di sangue tedesco.
      Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell’arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell’ora che sceglieremo.
      Il rombo della giovine ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino. Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi. Viva l’Italia».
      Il 3 ottobre 1918, alle ore 15.50, «sull’azzurro e terso cielo del Monferrato», come ricorda un giornale locale, Palli e D’Annunzio sorvolarono Casale Monferrato su «un magnifico apparecchio aereo della gloriosa “Serenissima” », che fu visto sopra la città all’altezza di circa 200 metri. «L’aeroplano dai colori nazionali proveniente da Torino era in rotta per Milano. Su di esso trovavasi il poeta della quarta Italia, Gabriele D’Annunzio, il quale con squisitezza di sentire, con nobiltà di sentimenti pari alle sue grandi gesta che ha compiuto e che compie pel nostro paese, ha voluto inviare alla nostra città un messaggio così concepito: UN SALUTO D’AMORE E DI RICONOSCENZA ALLA NOBILE CITTÀ DOVE NACQUE IL MIO PICCOLO GRANDE FRATELLO NATALE PALLI, MENTRE PASSIAMO SOPRA LE SUE CASE TORNANDO DALLA BATTAGLIA D’OCCIDENTE DOVE I NOSTRI PROLUNGANO LA GLORIA DEL PIAVE E DEL GRAPPA. GABRIELE D’ANNUNZIO 3 OTTOBRE 1918». Il Vate lanciò questo saluto in un astuccio di latta legato con quattro nastri di color arancio «lunghi caduno un metro e cinquanta». Esso cadde «sul tetto prospiciente della Torre di S. Stefano» e raccolto dal tenente del Genio Vladimiro Abrate del Comando della difesa aerea e consegnato alle autorità. «Al caffè Rosignoli, alla confetteria Fratelli Grossi e dai Successori Prina è stato affisso copia del messaggio, letto con grande gioia dalla nostra cittadinanza». Il sindaco inviò al Vate il seguente telegramma: «Gabriele D’Annunzio – Maggiore squadriglia “Serenissima” Zona Guerra. Casale con riconoscente affetto ricambia al Poeta guerriero il saluto giuntole dal cielo messaggero di vittorie. Abbraccia Natale Palli con orgoglio di madre. Esultante segue col pensiero la marcia dei crociati dell’umanità verso il trionfo. Sindaco TAVALLINI».
      Alla fine della guerra, Natale Palli, prima di riprendere gli studi universitari, volle concludere la carriera di pilota con il volo Roma-Tokio. Il 20 marzo 1919, Palli partì da San Pelagio per un volo di allenamento fino a Parigi. Sulle Alpi, però, incontrò una violenta bufera durante la quale il motore si arrestò. Riuscì ad atterrare con grande abilità su un ghiacciaio a 3400 metri di altezza. Per due giorni vagò cercando di scendere a valle, ma sfinito, proprio nell’avvicinarsi alle prime case, morì il 22 marzo. Il corpo fu raccolto dai montanari di Saint Foy in Savoia e trasportato a Casale Monferrato dove, il 27 marzo 1919, gli furono tributate solenni onoranze funebri alla presenza di un’immensa folla, dei piloti della “Serenissima” e di Gabriele D’annunzio.
      Il Vate pronunciò un discorso in cui ricordò Natale Palli come il suo giovane amico ed eroe. Rivolgendosi alla città disse: «Popolo di Casale, il suo feretro per noi non è oggi nel mezzo della città dolorosa, ma è nel centro dell’antica cittadella fedele. Intorno a lui oggi si ricementa la cittadella dei Gonzaga con i suoi bei baluardi, con le sue cortine e le sue fosse e con nelle fosse il sangue di tutti i suoi asceti, il sangue di Francia, di Spagna, di Lamagna, il sangue di Savoia e di Monferrato.[…] Questo fanciullo bianco, dai capelli ondeggianti e dagli occhi di zaffiro, era l’ideal tipo latino del combattente, era l’esemplare perfetto della nuova giovinezza italiana in armi. Irreprensibile è l’epiteto che per lui ricorre sempre sotto la penna e nella bocca dei suoi capi. Roma lo dava ai suoi eroi raggianti. Era senza colpa, era senza macchia, senza ombra. Era tutto come la gemma del suo sguardo, era tutto tagliato in quel cristallo perspicace. Si pensa che egli sia il primo nato d’una generazione di uomini aerea, d’una gente che abbia abbandonata la terra per insaziabile amore dell’ala e viva di coraggio nelle correnti dell’aria intrepida. Era un Icaro e non poteva cadere; era un Icaro senza precipizio. Nel suo nome icario non si noma l’abisso del mare, ma il vertice dell’etere. S’è egli addormentato nella neve e sopra la più candida delle nuvole? Chi l’ha veduto così dormente? Chi ha osato a smuovere il suo sonno? Era la notte dell’Equinozio. Dormiva col guanciale dell’elmo poggiato sopra il braccio ricurvo. La sua attitudine era pura come il fiorire del fiore e come quei teschi che i costruttori d’eternità incidevano nelle pareti sotterranee dei loro sepolcri. Chi può chiudere tra quattro assi la freschezza della primavera? Chi può seppellire la forza della primavera nascente? Ora dico che egli non è qui, che non è tra i baluardi e le cortine della sua cittadella, come sognava. […] Salutiamo in piedi la giovinezza d’Italia perenne. O compagno, o capitano, o eroe, svegliati e alzati! Ti gettiamo il tuo grido, il nostro grido di battaglia: Allalà!»
      Natale Palli fu decorato della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia (per il volo su Vienna), della medaglia d’oro al Valor Militare nei cieli della Dalmazia e dell’Istria), di due medaglie d’argento (nei cieli del Tirolo e nell’Alto Adriatico) e due di bronzo (nei cieli delle Dolomiti e di Innsbruck), oltre alle croci di guerra italiana e belga.
      A Casale Monferrato, in via Savio, all’angolo con via Sobrero, si trova l’ingresso dell’imponente casa Palli. Su un lato della casa, quello di via Sobrero, c’è un bassorilievo in bronzo inserito in una lapide marmorea dedicata all’intrepido aviatore. L’opera, inaugurata il 22 marzo 1922 (tre anni dopo la scomparsa di Natale Palli) è firmata da Leonardo Bistolfi. Si legge: «NATAL PALLI / COMANDANTE DELLA SERENISSIMA / DOPO GUIDATE / LE GLORIOSE AQUILE D’ITALIA / SUL CIELO DI VIENNA / E SU CENTO CAMPI NEMICI / CADDE / SUL MONTE POURRY DI SAVOIA / IN UN VOLO SUPERBO / DI GIOVINEZZA E DI ARDIMENTO DI FEDE».
      Roberto Coaloa


















      Dedalo NEWS 17 Dicembre 2008 - 6:21 am di: P. VarrialeNews




































      Da oggi è operativo il nuovo portale di ENAC, raggiungibile all’indirizzo www.enac.it, che presenta con una grafica completamente rinnovata contenuti arricchiti e maggiore fruibilità, sottolinea una nota dell’ente, nel rispetto dei criteri di accessibilità per i diversamente abili. ENAC, prosegue il documento, «ha inteso fornire una panoramica completa su tutti gli aspetti inerenti il trasporto aereo» prestando una particolare attenzione ai diritti dei passeggeri, con informazioni che spaziano, ad esempio, dalla Carta dei Diritti agli articoli di cui è consentito l’accesso a bordo, alla black list comunitaria delle compagnie aeree, ai controlli di sicurezza ed agli scioperi. Pure, fra gli oltre 1000 documenti consultabili, « la mappa degli aeroporti principali con dati tecnici, di traffico e sulle società di gestione; le scuole di volo suddivise per regioni; la sezione ambiente con le problematiche ambientali riconducibili al trasporto aereo; le pubblicazioni dell’ENAC; tutto ciò che concerne la sicurezza come safety e come security con i programmi di controllo, vigilanza e manutenzione; il programma eE-Mor per la segnalazione di inconvenienti aerei; i vettori aerei nazionali; la possibilità di iscriversi alla newsletter dell’Ente per aggiornarsi sulle ultime novità; il glossario sempre in corso di integrazione con nuova terminologia; i rapporti con le istituzioni nazionali ed internazionali; l’aggiornamento delle attività parlamentari relative al comparto aereo; le procedure e le informazioni in merito al rilascio e al mantenimento delle licenze e dei certificati; la regolazione dei servizi di assistenza a terra (handling) e la certificazione delle società di handling; la normativa relativa all’assegnazione e gestione delle bande orarie (slot); i documenti attinenti l’operazione».






































      PRESSO LA 46ª BRIGATA AEREA IL VIA ALLA SESTA EDIZIONE DELLA MOSTRA DI PITTURA GRAFICA E SCULTURA



















      “AEROARTE 2008”


















      Mostra di particolare interesse artistico intitolata ad Otto Pamio, artista di pregio ed ex Sott.le della 46ª.Magg. MATTIA Giorgio - PISA - 46^ Brigata Aerea del 16/12/2008




































      Lo scorso 13 dicembre, presso il circolo Sottufficiali della 46ª Brigata Aerea, è stata inaugurata la sesta edizione della mostra di pittura, grafica e scultura denominata “Aeroarte 2008”, quest’anno intitolata alla figura di Otto Pamio, noto artista pisano scomparso recentemente, che aveva prestato servizio per diversi anni nella base pisana.Alla mostra partecipano, oltre ad artisti legati alla 46ª, anche diversi nomi di richiamo nel campo artistico della città di Pisa. Circa cento le opere esposte di 35 artisti, che spaziano dalla pittura (diverse tecniche), alla scultura fino alla grafica con temi a discrezione degli artisti che comprenderà anche una sezione dedicata ad opere a temi aeronautici che concorreranno per una premiazione a parte.Il generale Vitantonio Cormio, Comandante della 46ª Brigata Aerea, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa che, aprendo le porte al pubblico e collocandosi a pieno titolo nel mondo dell’arte, rappresenta un altro qualificante momento di unione e collaborazione tra il reparto e la città di Pisa alla quale è inscindibilmente legato.La giuria, presieduta dal generale Valtero Pomponi, conta numerosi nomi pisani di prestigio nel mondo dell’arte. Tra questi ricordiamo il pittore Enrico Fornaini, il pittore Giovanni Giuliani, lo scultore Paolo Rossi, i critici d’arte Sandra Lucarelli e Valeria Serofigli, ed il gallerista Massimiliano Sbrana.





































      La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni, a partire dal pomeriggio del 13 dicembre sino al 21 dicembre, dalle ore 16,30 alle ore 19,30. I visitatori potranno accedere alla mostra prenotandosi il giorno precedente al numero di telefono 050-928255 dalle 08,00 alle 16,30 dal lunedì al giovedì e dalle 08,00 alle 12,00 del venerdì.



















      Il Corriere.it 10 12 08
      Un australiano di 25 anni e un danese di 45 nel nord del Canada
      Artico: due piloti salvati dopo incidente




































      Il velivolo costretto a un atterraggio sul pack. L'aereo affonda, loro salgono su una lastra galleggiante





















      MILANO - Una di quelle storie che 99 volte su cento finiscono male. E quella volta che finisce bene non si può fare altro che parlare di miracolo. Oliver Edwards-Neil, 25 anni, e Troels Hansen, 45, il primo australiano e il secondo danese ma entrambi di nazionalità svedese, che dovevano portare un piccolo aereo dall'Ohio (Stati Uniti) a Göteborg in Svezia, sono stati salvati da un peschereccio nel nord del Canada dopo un atterraggio di fortuna nel pieno della notte artica sul pack ghiacciato.
      ATTERRAGGIO - Il loro Cessna Skymaster a due motori ha avuto un problema a entrambi i propulsori (un incidente raro) domenica scorsa mentre sorvolava lo stretto di Hudson tra l'isola Baffin e il nord del Labrador. I due piloti, decollati da Wabush, nella provincia canadese di Terranova a Labrador, e diretti a Iqaluit, hanno mandato un segnale di soccorso e in pochi minuti hanno tentato un atterraggio di fortuna. Ma dopo essere riusciti a portare giù l'aereo, il ghiaccio si è rotto e il velivolo si è inabissato. Per caso un'ala è rimasta sul ghiaccio e i due piloti sono riusciti a salire sul lastrone alla deriva largo non più di 50 metri. Subito dopo il Cessna è affondato del tutto.
      SALVI - Hanno passato una notte a -20 gradi con la paura costante che la lastra, spessa solo 10 centimetri, si spaccasse o si capovolgesse. Senza contare il timore dell'arrivo di orsi bianchi. «Circa due ore dopo l'incidente abbiamo sentito un elicottero che veniva a soccorrerci», ha detto Edwards-Neil al Sydney Morning Herald da un letto dell'ospedale di Iqaluit, dove è stato portato insieme al compagno dopo il salvataggio per un principio di congelamento ai piedi. «Ma non poteva vederci per l'oscurità e noi non avevamo razzi di segnalazione». Per loro fortuna avevano tute termiche che li hanno protetti dal gelo. «Non pensavo facesse così freddo. Ho tremato e sbattuto i denti per ore, tenendoci stretti per riscaldarci e ripararci a vicenda dal vento. Siamo rimasti sempre in piedi, perché sederci sul ghiaccio avrebbe significato congelare», ha affermato il pilota australiano.
      PESCHERECCIO - Alla fine, dopo 15 lunghe ore passate sul ghiaccio, i due sono stati salvati dal peschereccio Atlantic Enterprise mentre avevano iniziato a passare da un lastrone all'altro nel tentativo di raggiungere la terraferma che vedevano in lontananza a chilometri di distanza. La nave si trovava a 180 miglia di distanza (330 km) quando domenica pomeriggio ha captato l'Sos del Cessna. Ha abbandonato subito la pesca dei gamberetti per dirigersi alla massima velocità verso la zona in cui era avvenuto l'incidente.

















      Paolo Virtuani


















      Aereo (ElicotteroN.d.R) precipitato in Francia: online sito dedicato a vittime




































      RIMINI: E' online il sito dedicato ai “ragazzi del SAR” coinvolti nell’incidente aereo in Francia dello scorso ottobre, all'indirizzo http://www.angelidelsar.it/.
      Nell'incidente persero la vita 8 militari, tra cui il tenente Stefano Bazzo di stanza all'83esimo Csar di Rimini. Un'iniziativa non istituzionale, si legge nella presentazione del sito, per celebrare la vita e le gesta di quegli uomini di chi, attraverso il loro sacrificio e impegno quotidiano; difende gli ideali di salvaguardia della vita umana. All’interno, sono pubblicati i messaggi arrivati attraverso l’indirizzo e-mail dedicato: angelidelsar@angelidelsar.it.Nell’area video sono raggruppate le testimonianze d’immagini dedicate agli eventi che li hanno e li vedono coinvolti i ragazzi del SAR. Le pagine personali contengono i dati salienti e le quelle singole comunicazioni che li riguardano personalmente.
      Newsrimini.it
      e' una testata registrata Reg. presso il tribunale di Rimini n.7/2003 del 07/05/2003 redazione@newsrimini.it


















      Da DEDALO NEWS 6 Dicembre 2008 - 7:39 pm di: G. Alegi News




































      "Saluti, Franz" è il titolo della mostra inaugurata oggi presso il Museo Baracca di Lugo di Romagna per esporre la più recente aggiunta al già copioso epistolario dell’eroe: 24 cartoline, parte di un nucleo più vasto di proprietà dell’avv. Roberto Rotondi e che contribuiscono ad aggiungere tasselli alla conoscenza di "Franz", come Baracca era noto in famiglia ed agli amici. Nella stessa giornata il comune di Lugo ha rinnovato il gemellaggio, nato 40 anni fa, con quello di Nervesa della Battaglia, nel cui territorio Baracca cadde. La cerimonia ha visto la presenza dei sindaci Raffaele Cortesi e Fiorenzo Berton. Nella mattinata, infine, era stato presentato il libro "Il cielo di Campoformido", nel quale l’autore Roberto Bassi traccia la storia del campo friulano dalle sue origini sino all’armistizio dell’8 settembre.


















      Da il Messaggero.it






































      Il tifo viene dal cielo: stadio interdetto, ma tre tifosi aggirano il divieto con l'aereo

















      Commenti
      COSENZA (8 dicembre)
      - Costretti a disertare lo stadio per decisione del Casm, che ha fatto disputare il derby di seconda divisione Lega pro Cosenza-Catanzaro (finito 0-0) senza tifosi ospiti, tre catanzaresi hanno voluto ugualmente stare vicini alla squadra e per farlo hanno sorvolato lo stadio San Vito con altrettanti ultraleggeri e gettando in campo una sciarpa giallorossa. I tre sono stati però fermati dalla polizia e portati in Questura per l'identificazione e la loro posizione è ora al vaglio degli investigatori. Una legge, infatti, vieta il sorvolo di luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive, ma il mezzo utilizzato (un ultraleggero) rende necessario capire se la norma sia applicabile anche a questi velivoli dotati di motore e di una vela per il volo ma senza struttura metallica. Il «volo» è avvenuto nell'intervallo della gara. I tre, con le vele gialle e rosse, sono passati sopra lo stadio e giunti sulla perpendicolare del centrocampo uno di loro ha fatto cadere una sciarpa, mentre gli altri due avevano uno striscione con la scritta «le aquile vi sovrastano sempre». Quindi si sono allontanati. La polizia li ha seguiti raggiungendoli in un campo nelle vicinanze dello stadio dove sono atterrati e prevenendo anche un eventuale intervento dei tifosi cosentini. I tre sono stati portati in Questura per l'identificazione.


















      N.d.r.





































      Nulla da dire sul tifo quando non è violento... Ma così facendo si guadagnano pessime figure e la proposta di qualche NOTAM di interdizione dello spazio aereo interessato per motivi di P.S.a danno di tutti.





































      La mamma degli stupidi è sempre incinta. Soprattutto quella che fa parti plurigemellari di soggetti nati per complicare le cose semplici comeloera la legge 106 e le buone regole del VDS d'altri tempi...


















      Tino Gianbattista Colombo





































      Il Giornale.it
      n. 292 del 2008-12-06 pagina 0




































      Arrivano in Italia le Olimpiadi del volo


















      di Marcello Di Dio


















      Nel giugno 2009 nel cielo sopra Torino, Mondovì e i laghi di Avigliana la terza edizione dei World Air Games. Attesi oltre 400 concorrenti di 100 federazioni
      È il più grande evento di aeronautica sportiva al mondo. Mongolfiere, alianti, acrobati dell’aria, deltaplani, paracadutisti, elicotteri e voli a vela o con il parapendio. Il cielo sopra Torino, Mondovì e i laghi di Avigliana saranno lo scenario dei World Air Games 2009. L’appuntamento con la terza edizione delle «Olimpiadi» del volo, indette e promosse dalla Fai, la Federazione Aeronautica Internazionale, sarà da 6 al 14 giugno prossimo: nove giorni di gare con oltre 400 concorrenti in rappresentanza di 100 federazioni.
      Candidatasi per World Air Games il 1 giugno 2007, Torino ha ottenuto la vittoria sui quattro finalisti di Australia, Regno Unito, Russia, Danimarca. Al risultato hanno concorso la rispondenza ai requisiti Fai, il favorevole trascinamento dei recenti Giochi Olimpici Invernali torinesi e le credenziali della centenaria tradizione aeronautica italiana rappresentata, sul territorio torinese, da aziende di punta. Sono 25 le gare in programma, suddivise nelle 10 discipline che daranno vita ai giochi: aerostati, volo a vela, deltaplano, parapendio, paracadutismo, acrobazia aerea, elicotteri, ultraleggeri, velivoli experimental e modellismo. Sede principale dell’evento sarà l’aeroporto Torino-Aeritalia di Collegno, la prova delle mongolfiere avverrà nei cieli di Mondovì, dalle alture che circondano i laghi di Avigliana spiccheranno invece il volo deltaplani e parapendio. Riflettori puntati anche sul capoluogo, che accoglierà l’aeromodellismo indoor all’interno del Palaruffini. A fare da sfondo ai Giochi mostre, concerti e un festival del cinema a tema. La Rai garantirà due ore di diretta giornaliere, ma grazie al satellite chi si metterà davanti al computer potrà seguire via web in tempo reale l’andamento delle sfide su tracciati molto più avanzati di quelli visti per la Coppa America di vela.
      “I World Air Games si propongono come un’occasione importante di visibilità per il nostro paese e rappresentano un riconoscimento sia alla sua vocazione sportiva, sia all’elevato grado di sviluppo tecnologico della nostra industria nel settore dell’aerospazio - sottolinea Giuseppe Viriglio, presidente del Comitato organizzatore che ha previsto un budget di 5 milioni di euro -. Abbiamo ricevuto tantissime richieste dall’estero, contiamo di avere 250.000 spettatori. Il mondo vive un momento di crisi economica, ma sarebbe sbagliato tirarsi indietro: abbiamo voluto questo evento e siamo riusciti ad organizzarlo grazie al sostegno del settore pubblico, che ci è stato vicino in termini di risorse e di aiuto». Nel corso della presentazione, il comitato organizzatore ha assegnato il riconoscimento «Ambasciatore del Volo» al 78enne attore francese Philippe Leroy. «Mi lancio col paracadute – ha detto l’ex Yanez della tv - perchè quando cominci non puoi più smettere». Durante la settimana di gare, invece, verrà ricordata la figura del deltaplanista Angelo D’Arrigo, primatista di traversate internazionali, scomparso nel 2006. Il sipario calerà il 14 giugno con l’ex campione tedesco di Formula Uno Michael Schumacher in veste di paracadutista.
      © SOCIETÀ EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano









































































      Un filmato dei Wag di Barcellona 2006




































      Da Roma a Torino: i Wag 2009


















      prendono il volo nel cuore dello sport italiano



















      Nel prestigioso Salone d'onore del CONI sarà ospitata la presentazione ufficiale del nuovo grande evento che sbarcherà in "volo" su Torino dal 6 al 14 giugno del 2009. A Roma, nella 'casa' dello sport italiano, si svolgerà, martedì 2 dicembre alle ore 12 la conferenza-presentazione, tappa fondamentale nel percorso di avvicinamento ai World Air Games di Torino, il più grande evento di aeronautica sportiva al mondo in programma, per la prima volta assegnato all'Italia dalla Federazione Aeronautica Internazionale grazie al successo della candidatura di Torino.
      A fare gli onori di casa il presidente del CONI Gianni Petrucci con il Sottosegretario allo Sport Rocco Crimi, ad illustrare programma e caratteristiche dei World Air Games Torino 2009 interverranno il presidente dell'Aero Club d'Italia, Giuseppe Leoni, il presidente della Federazione Aeronautica Internazionale Pierre Portmann, nonché Giuseppe Viriglio e Pierluigi Duranti, rispettivamente presidente e direttore sportivo del Comitato Organizzatore WAG Torino 2009.
      Alcuni personaggi celebri che praticano con passione gli sport dell'aria saranno presenti come testimonial illustri, di una presentazione che si presenta come evento: tra loro l'attore francese Philippe Leroy, che all'età di 78 anni si lancia ancora abitualmente col paracadute, la presentatrice radiofonica Kay Rush, fra le prime donne a praticare il parapendio, la 'iena' televisiva Marco Berry, anch'egli paracadutista, ed è inoltre attesa la partecipazione del campionissimo di ciclismo Paolo Bettini, recentemente nominato dai WAG 2009 Ambasciatore del Volo in virtù della sua attività di pilota di ultraleggeri.


















      Per maggiori informazioni sul programma www.wag2009.com





































      Da Dedalo NEWS



















      Il terzo satellite COSMO - SkyMed ha ottenuto le sue prime immagini radar della superficie terrestre, scattate a un mese esatto dal lancio avvenuto il 25 ottobre 2008. L’Agenzia Spaziale Italiana sottolinea in una nota la «grande efficienza raggiunta nell’operatività del sistema […] che a così poca distanza dal lancio, quando il satellite è ancora in fase di commissioning» ha già reso disponibili scatti di qualità così elevata. Alcune di queste - che raffigurano Torino , Parigi e San Francisco - sono state rese disponibili da ASI sul proprio sito.http://www.asi.it/SiteIT/Default.aspx


      In memoria dell’amico gufo









































      E’ stato fucilato da ignoti la mattina del primo giorno di caccia. Era davvero un bel gufo, temevo che fosse uno dei due componenti la coppia che vive da anni su questo territorio. Però raccogliendo le penne cadute a terra abbiamo avuto la ragionevole certezza, discutendone con uno dei più esperti guardiacaccia, che si trattasse di un giovane d’annata. Degli altri gufi (la coppia degli adulti e tre figli), al momento, nessuna notizia: non avendoli più visti da un mese c’è solo da sperare che non abbiano fatto la stessa finaccia toccata al loro compagno e siano fuggiti altrove.
      Il gufo “fucilato” è rimasto incastrato tra i rami di un pino, probabilmente nel punto esatto dove è stato raggiunto dal piombo. E’ rimasto lassù in alto forse perché ferito e non morto all’istante. Nelle contrazioni che hanno preceduto gli istanti del trapasso, ha tentato di tenersi in equilibrio, di vincere l’ultima battaglia contro chi, stupidamente, lo voleva morto. E’ morto esattamente su quello stesso pino domestico in cui noi lo andavamo a cercare: il gufo è un uccello molto abitudinario e tende ad occupare per settimane, per mesi gli stessi alberi ed i medesimi rami. Resta appollaiato su grossi rami, in genere vicino al tronco, perfettamente mimetizzato per forma e colore. Qui riposa durante tutto il giorno, mentre sappiamo che la notte è la sua “giornata di lavoro”. Il gufo è un rapace notturno e quindi durante la notte al buio, in perfetto silenzio, caccia topi ed altri mammiferi, piccoli uccelli, coleotteri e grossi insetti recando gran beneficio all’ambiente.